RASSEGNA STAMPA

Il Sole 24 Ore
24 ottobre 2002
di Gianni Dragoni

Marina militare - Il ministro transalpino Alliot-Marie annuncia un progetto comune da 15 miliardi - La firma attesa il 7 novembre
Alleanza Italia-Francia per 27 fregate
Rischio risorse a Roma dopo i tagli previsti in Finanziaria dal Governo - Fincantieri in campo con la nuova joint venture Orizzonte - Bono: "Con Finmeccanica collaborazioni limitate"

Francia e Italia costruiranno insieme 27 fregate multiruolo, per un valore di circa 15 miliardi, ha annunciato ieri il ministro della Difesa francese, Michèle Alliot-Marie. Il maxiprogramma internazionale rappresenta lo sviluppo del programma Orizzonte che, dopo lunghi travagli e l'abbandono del terzo partner, la Gran Bretagna, è decollato qualche anno fa con il via alla costruzione di quattro fregate, due per l'Italia e due per la Francia. La consegna alle rispettive Marine è prevista dal 2006 (in Francia la prima) al 2008.
Stavolta Francia e Italia rilanciano sugli investimenti e le risorse pubbliche necessarie all'operazione. É inevitabile mantenere la prudenza sull'annuncio della signora Alliot-Marie, peraltro non convalidato da Roma. E mentre la Francia si è impegnata ad aumentare gli stanziamenti per gli armamenti nei prossimi cinque anni, l'Italia ha annunciato un aumento ma, con il disegno di legge finanziaria, ha tagliato le risorse per il 2003.
L'annuncio del ministro francese, al salone Euronaval di Parigi, ha anticipato il cerimoniale che prevedeva un annuncio ufficiale il 7 novembre, durante il vertice italo-francese. La signora Alliot-Marie ha citato l'Italia come "primo partner europeo della Francia, in materia di difesa".
Le fregate di nuova generazione saranno varate dal 2008 e prodotte in ognuno dei due Paesi al ritmo di una ogni 8-12 mesi. Sempre che il copione non debba essere rivisto per carenza di finanziamenti. Per la Francia scenderanno in campo, come "prime contractor", Thales e Dcn, già alleate nella società paritetica Armaris per fornire un'offerta congiunta del sistema nave ai clienti, dallo scafo agli armamenti.
Adesso anche Fincantieri e Finmeccanica hanno deciso di percorrere la medesima strada. Già presenti nella società paritetica Orizzonte, costituita per il programma italo-francese, le due corazzate dell'industria pubblica della difesa hanno deciso di rendere strutturale l'alleanza nei sistemi navali. Due giorni fa è stato annunciato che Fincantieri rileverà l'1% della Orizzonte Spa e avrà così il 51% in una società congiunta, con Finmeccanica al 49%, "che - secondo il comunicato - curerà la commercializzazione, la definizione, la progettazione e l'integrazione dei sistemi di navi di superficie ad elevato contenuto tecnologico e sistemistico quali corvette, fregate, caccia e portaerei, di dislocamento superiore a 1.000 tonnellate".
Il primo impegno della nuova società "sarà quello di gestire le attività che rientrano nel suo perimetro relative ai contratti già in essere sottoscritti da Fincantieri e Finmeccanica, come le fregate Orizzonte e la Nuova unità maggiore per la Marina militare italiana". La società si proporrà come "prime contractor" verso la Marina anche per le nuove fregate multiruolo.
"Questo è il punto massimo di integrazione tra le due società per le attività nel settore militare", ha precisato l'amministratore delegato di Fincantieri ed ex di Finmeccanica, Giuseppe Bono. "Fincantieri - ha osservato - sviluppa la maggior parte del proprio business, circa l'80%, nel comparto civile e in particolare nella costruzione di navi da crociera, con una quota di mercato superiore al 40%". Bono mette così uno stop alle aspirazioni del nuovo vertice di Finmeccanica, interessato ad acquisire il controllo azionario di tutta la Fincantieri. Quest'obiettivo non è mai stato dissimulato da Pier Francesco Guarguaglini, il presidente e a.d. di Finmeccanica che, fino al 24 aprile, era alla guida di Fincantieri.

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24 novembre 2002
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