IN PARLAMENTO
«Guerra, l’Onu dica no»
Appello di 131 ulivisti «guidati» da Scalfaro
Le firme sono allegate all’intervento dell’ex presidente della Repubblica
ROMA - Rivolgono un appello a tutti i colleghi per fermare «la macchina di una guerra» priva di «collegamento con l’indispensabile lotta al terrorismo internazionale», perché temono «il piano inclinato di uno scontro di civiltà destinato ad alimentare il fondamentalismo islamico», perché ritengono di rappresentare le idee «della maggioranza dell’opinione pubblica europea ed internazionale». Per queste ragioni 131 parlamentari dell’Ulivo dicono che voteranno contro ogni ipotesi di attacco all’Iraq, contro ogni mozione parlamentare che abbracci la tesi di una legittimità della «guerra preventiva», contro ogni atto che configuri la guerra contro Saddam come inevitabile. L’appello è trasversale, diffuso insieme al testo del discorso pacifista pronunciato dall’ex presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro il 25 settembre in Senato, ed è sottoscritto da deputati e senatori appartenenti a Ds (l’intero correntone diessino), Margherita (15 firme), Comunisti Italiani, Verdi e Rifondazione. Fra i leader compaiono le firme di Fausto Bertinotti, Oliviero Diliberto, Alfonso Pecoraro Scanio. La firma di Scalfaro non c’è, ma lo stesso ex presidente ha autorizzato ad allegare all’appello il suo discorso (facendone quasi un manifesto in cui l’opzione della guerra viene in questo caso giudicata contraria alla Costituzione). Senatori e deputati dell’opposizione chiedono alle Nazioni Unite di «agire in piena autonomia e di non subire l’imposizione di una risoluzione che accolga il principio della guerra preventiva, contrastante con la Carta fondativa dell’Onu, e che lungi dal rafforzare il ruolo delle Nazioni Unite potrebbe essere causa della loro delegittimazione agli occhi dell’opinione pubblica mondiale». Il documento ripropone con forza i contrasti interni ai Ds e all’Ulivo. La Quercia torna a dividersi a pochi giorni di distanza dal sì incassato (a maggioranza) da Fassino proprio sulla guerra, se decisa nel solco delle risoluzioni Onu. La Margherita dimostra anch’essa di non riuscire a parlare con una voce sola, almeno su questo tema. In 15 la pensano diversamente da Francesco Rutelli, che ieri ha sostenuto: «Unità con l'Onu e le sue decisioni, scongiurare interventi avventurosi, garantire continuità nella lotta al terrorismo». Ma soprattutto l’appello suona come una sconfessione preventiva dell’assemblea di tutti i parlamentari dell’Ulivo, programmata il 23 ottobre. Mentre si dibatte se adottare o meno il principio di maggioranza per le decisioni più importanti, su un nodo come la guerra l’ala «movimentista» dell’alleanza decide da sola e prima dell’assemblea, prendendo formalmente le distanze dalla decisione sulla guerra definita a maggioranza all’interno dei ds. Una decisione che nelle intenzioni di Fassino e Rutelli, solo il 23 ottobre, e non prima, avrebbe dovuto essere oggetto di discussione. Per divenire eventualmente la posizione ufficiale di tutto l’Ulivo.
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