PADOVA. Dopo 50 giorni di inchiesta sullo schianto di Loria, i giudici della Procura militare hanno firmato il dissequestro dei 35 aerei
Gli Amx di Istrana ritornano a volare
Confermato l'errore umano: il pilota credeva di avere finito il carburante. Si indaga su altri 6 incidenti mortali
Cinquanta giorni esatti. Tanto è durato il sequestro probatorio dei trentacinque cacciabombardieri Amx in forza al 51° Stormo di Istrana. Una lunga agonia che si è conclusa nel pomeriggio di ieri quando i carabinieri del nucleo dell'Aeronautica militare, in forza all'aeroporto "Dal Molin" di Vicenza, hanno notificato al colonnello Baldi, comandante della base trevigiana, il decreto che consentirà ai velivoli di lasciare gli hangar e tornare a solcare i cieli italiani. Il provvedimento di dissequestro reca le firme dei pubblici ministeri Maurizio Block e Sergio Dini.
Una decisione che si fonda sulle risultanze delle perizie commissionate dagli stessi magistrati padovani, dopo l'incidente alla periferia di Loria. I consulenti della Procura, il professor Carlo Casarosa, docente di meccanica del volo al dipartimento di ingegneria aerospaziale dell'Università di Pisa, e il professor Marcello Scolaris, ordinario all'ateneo di Torino, hanno escluso che la caduta dell'Amx -Ghibli possa essere ricondotta a cause diverse dal fattore umano. E non hanno riscontrato anomalie o guasti che potrebbero aver indotto in errore il pilota. Sarebbe stata piuttosto una grossolana svista del tenente Matteo Molari a provocare l'incidente che soltanto per puro caso non si è trasformato in strage. Il pilota credeva di non avere più carburante. Questa convinzione l'avrebbe spinto a tentare un atterraggio di fortuna e a lanciarsi col paracadute sulla trafficatissima statale Postumia, non lontano da San Martino di Lupari. In realtà l'Amx -Ghibli in dotazione al 51° Stormo di Istrana aveva ancora una dotazione di circa 800 chilogrammi di carburante. Molari si sarebbe però dimenticato di azionare la leva che fa affluire la benzina dal serbatoio di riserva al motore. Era convinto di essere rimasto a secco. Avrebbe invece avuto tutto il tempo di rimuovere la leva dalla posizione di chiusura. I consulenti hanno accertato il corretto funzionamento del quadro comandi del cacciabombardiere. La spia avrebbe regolarmente segnalato l'imminente esaurimento del carburante. Il tenente si sarebbe scordato di avere ancora a disposizione un'ampia riserva.La mancanza di elementi che possano ricondurre a difetti di natura tecnico-strutturale alleggerisce il lavoro dei periti. Che non saranno costretti ad esaminare uno ad uno i 35 aviogetti in dotazione alla base trevigiana. Essendo venuta meno quest'esigenza investigativa i Pm Block e Dini non avevano più alcuna ragione di mantenere sotto sequestro la flotta del 51° Stormo.
Nonostante le risultanze della perizia il fascicolo sull'incidente di Loria finirà con tutta probabilità in archivio. I reati di perdita colposa di aeromobile e distruzione di opere militari non sono procedibili d'ufficio. Occorre una specifica autorizzazione del Ministero della Difesa. E proprio qualche giorno fa il responsabile del dicastero Antonio Martino ha formalizzato alla Procura militare padovana il parere contrario all'apertura di un procedimento penale a carico del pilota. Matteo Molari se la caverà quindi senza ulteriori strascichi giudiziari. L'inchiesta sugli Amx comunque non è ancora conclusa. Prima della pausa estiva gli esperti dovrebbero ultimare gli accertamenti tecnici necessari a stabilire se esista un filo conduttore nella lunga serie di incidenti, costati la vita a sei piloti dell'Aeronautica. Individuando eventuali avarie o guasti che ricorrono spesso in questa lunga sequenza di morte. Dovranno essere chiarite in particolare le cause del tragico schianto di Lancenigo in cui perì l'8 febbraio 2001 il maggiore Davide Franceschetti.
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