RASSEGNA STAMPA

Il Mattino di Padova
11 dicembre 2004
di Nicola Stievano

Sindaci di Correzzola e Cona contro la centrale termoelettrica
Cosecon occupata per protesta

Arriva alla Cosecon la protesta contro la centrale termoelettrica prevista a Cantarana di Cona. Ieri pomeriggio una ventina di manifestanti dei comuni di Cona e Correzzola hanno ritardato l'inizio dell'assemblea dei soci nella sede della Spa. Il gruppo, guidato dal sindaco di Correzzola nonché consigliere provinciale Mauro Fecchio, ha fatto "irruzione" nella sala in cui stavano arrivando i sindaci soci della Cosecon, ai quali è stato consegnato il volantino "No alla centrale termoelettrica da 800 Mw". Il presidente della società Natalino Zambolin ha ricordato che l'assemblea è riservata ai soci ma ha concesso ai manifestanti di parlare. Secondo il comitato la società controllata dai comuni ha delle responsabilità ben precise per aver venduto il terreno in cui è prevista la costruzione della centrale. Si tratta di una lottizzazione a Cantarana, al confine con il Comune di Correzzola ceduta alla società Elettra un paio di anni fa. "La Cosecon dovrebbe fare gli interessi dei comuni soci - ha detto Fecchio - invece che pensare a concludere affari sulla pelle della gente. La stessa azienda ha ammesso il forte impatto ambientale dell'impianto, la maggiore produzione di polveri sottili e un inquinamento equivalente a 37 mila auto. Per non parlare del rumore assordante fino a 80 decibel e dello sconvolgimento dell'ecosistema. Dai documenti in nostro possesso risulta che la Cosecon ha venduto illegittimamente la lottizzazione". Zambolin ha ricordato che l'area è stata ceduta su indicazione della precedente amministrazione di Cona: "Il Comune di Cona aveva stabilito di assegnare il lotto ad un'azienda che produce energia, - ha affermato - non è certo la Cosecon che ha deciso. Se ora Cona vuole cambiare idea e questo non comporta un danno per i nostri soci a noi sta bene". Presente in aula pure il sindaco di Cona Anna Berto che non ha parlato. Dopo qualche resistenza i manifestanti sono usciti, non prima che Fecchio promettesse: "Non finisce qui".

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18 dicembre 2004
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