PADOVA. La Procura militare sugli effetti di amianto e onde magnetiche sul personale del Primo Roc del monte Venda sui Colli Euganei Si allarga l'inchiesta sulle morti sospette Una ventina i decessi di sottufficiali imputabili ad asbestosi, ma si controllerà chiunque ha lavorato nel bunker
Sono sotto inchiesta anche i radar del Monte Venda. Il pubblico ministero militare Sergio Dini li guarda con grande sospetto. Da quando, controllando decine e decine di cartelle cliniche, ha scoperto che alcuni ex militari della base dell'Aeronautica del Primo Roc sono stati colpiti dal carcinoma tipico della lunga esposizione alle onde magnetiche. Quindi, radar e trasmettitori. E nell'ex base del Venda c'era di tutto. Amianto e radiazioni. L'inchiesta sul Primo Roc si allarga. Sono una ventina le morti per sospetta asbestosi , la malattia che causa la micidiale fibra dell'amianto. Tutti sottufficiali di carriera, tutti residenti nella provincia di Padova. Militari che hanno passato una vita a simulare la guerra nelle sale operative della segreta galleria immersa nel ventre del Venda. Un bunker che doveva resistere anche all'eventuale pioggia di bombe nemiche. Lì dentro, giorno e notte, per decenni, centinaia di uomini erano addetti ai sistemi di controllo dei radar, a quelli di controllo della guerra aerea, ai sistemi criptati e, fino al 1984, anche al controllo del traffico aereo civile di tutto il Nord Italia. È un lavoraccio quello che si accinge adesso a fare la Procura militare di Padova. I carabinieri della Squadra di polizia giudiziaria e quelli dell'aeroporto militare stanno acquisendo le liste degli ufficiali e dei sottufficiali di carriera che hanno prestato servizio negli ultimi quarant'anni nella base del Primo Roc. Una ricerca faticosa, che richiederà certamente del tempo. Si tratta di indagare sulla storia medica di ognuna di queste persone. Recuperare e controllare le eventuali cartelle cliniche. E catalogare tutti i morti di tumore. Difficilissimo, se non impossibile, sarà invece identificare tutte le migliaia di giovani che hanno fatto il servizio di leva all'interno della base del Monte Venda. Perchè è plausibile che un aviere di una qualsiasi regione d'Italia venuto qui a fare il militare di leva quarant'anni fa possa essere stato contagiato. E come si fa a sapere se poi è morto di tumore? Le indagini sono state avviate mesi fa in seguito a un esposto dettagliato inviato da un'associazione di ex militari. Ma il pubblico ministero Dini sta pure indagando sui danni causati dall'amianto delle navi, realizzate dalla Fincantieri di Monfalcone. Le morti presunte potrebbero essere quattrocento. D'altro canto a preoccupare il sostituto procuratore militare padovano ci sono anche i dati contenuti nel Registro nazionale dell'amianto. La Spezia e Gorizia sono le due province con il più alto numero di decessi causati dal mesotelioma, il micidiale tumore polmonare causato dalla fibra dell'amianto. Proprio a La Spezia e a Monfalcone, dove si trovano i più importanti cantieri navali. La Marina militare ha fornito ampia collaborazione alla Procura padovana con le stellette. Ha consegnato liste di uomini, cartelle cliniche e tutto il resto. D'altro canto, non c'è marinaio, dall'ammiraglio in giù, che non sia stato imbarcato. Le due inchieste del pubblico ministero Dini servono anche per individuare le eventuali malattie professionali. Come è stato fatto negli scorsi anni per i lavoratori che sono stati a contatto con la fibra cancerogena. La notizia ha già fatto il giro del Nordest e si sta espandendo nel resto del Paese. E alcuni ex sottufficiali di carriera del Primo Roc sono già in contatto con la Procura militare alla quale invieranno le proprie cartelle cliniche.
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