OBIEZIONE DI COSCIENZA. Da gennaio la divisa militare non sarà più obbligatoria, ma si interrompe così anche il grande fiume della solidarietà Finisce la leva, enti di assistenza in crisi Verranno a mancare 64 mila volontari impegnati ogni anno in servizi sociali e molte strutture rischiano la chiusura
Finisce la naja obbligatoria, ma assieme al soldato di leva muoiono anche gli obiettori di coscienza. Ovvero quei ragazzi - centinaia di migliaia in oltre trent'anni - che hanno scelto l'impiego nel volontariato al posto della caserma. E in Italia rimane una voragine di almeno 80 mila posti, sulla base delle richieste presentate dagli enti che si occupano di assistenza, cultura e tutela ambientate, finora in buona parte coperte dagli obiettori. E forse questo l'effetto più macroscopico, ma negativo, della legge in via di approvazione alla Camera che dal prossimo gennaio dovrebbe interrompere le chiamate di leva . Finisce davvero un'epoca per tutti i maggiorenni chiamati a vestire la divisa, ma finisce anche quel mondo ricco di umanità che aveva scelto di non imbracciare le armi, bensì di condurre carrozzine con handicappati, lavorare in strutture sanitarie, occuparsi di bimbi abbandonati, ciechi, anziani, extracomunitari. BISOGNO DI VOLONTARIATO. I dati più recenti sul fabbisogno di volontari richiesti da enti in prevalenza assistenziali riguarda il 2003. Quell'anno la capacità recettiva (comunicata al Ministero della Difesa) era in Italia di 84.515 unità, con prevalenza al Nord (47.767), seguito dal Centro (21.144) e da Sud e l'isole (15.604). Tra le regioni del Nord, in testa alla disponibilità ad accogliere gli obiettorì, trovavamo la Lombardia (14.800 posti), seguita da Emilia (10.958), Piemonte (8.391), Veneto (7.073), Liguria (2.724), Friuli- Venezia Giulia (1.897), Trentino-Alto Adige (1.749) e Valle D'Aosta (175). A fronte di questa necessità, il Nord riusciva a saturare solo il 53 per cento dei posti. In evidenza il Trentino (1.287 domande pari al 74 per cento), seguito a Nord Est dal Veneto (4.220 domande pari al 60 per cento); in Friuli-Venezia Giulia la disponibilità era bassa, con 723 domande di obiezione e una copertura del 38 per cento. Guardando al resto dell'Italia il Centro riusciva a coprire il 55 per cento di fabbisogno (11.729 domande), mentre il Sud (17.736 domande) superava abbondantemente la modesta ricettività degli enti che era pari a 15.604 posti. OBIETTORI IN CIFRE. Il numero degli obiettori di coscienza è imponente. Ma ha risentito negli ultimi anni della previsione di interruzione della leva obbligatoria. Infatti, i1 numero degli avviati al servizio civile è sempre stato in crescita. Se nel 2001 superò le 55 mila unità in tutta Italia, nel 2002 compì un balzo oltre le 64 mila. Ma già lo scorso anno è calato a 51 mila. Da notare che il Nord copre la metà di tutti gli obiettori, mentre il Centro non arriva ad un quarto e la parte restante è nel Sud e nelle isole. Calcolando gli obiettori realmente avviati, nel 2002 il Nord ha coperto il 67 per cento della ricettività degli enti (64 per cento in Veneto, 69.6 in Trentino-Alto Adige, 46.8 in Friuli), il Centro ha saturato il 70,4 per cento e il Sud ha avviato 1.400 persone in più della richiesta. DISPENSE E RINVII. Il numero dei giovani interessati al servizio civile era comunque superiore. Ad esempio, nel 2002 ne furono avviati 64 mila (pari al 79.43 per cento), ma le domande riguardavano oltre 80 mila persone. Di questi, 4.600 vennero dispensati dal servizio (5.7 per cento) per superamento dei termini delle risposte, mentre 12 mila non parteciparono alla chiamata. SERVIZIO CIVILE. Tutto questo esercito di volontariato ora scompare. Rimane però la possibilità di usufruire della legge che ha istituito nel 2001 il servizio civile, finalizzato a singoli progetti che richiedono l'approvazione del Ministero. Finora ne hanno usufruito al 95 per cento le donne, visto che i maschi potevano contare sul servizio alternativo al militare. La legge ha conosciuto un rodaggio nel 2001 e 2002, con numeri assolutamente non significativi il primo anno (179 volontari su 396 previsti nei bandi) e più sostenuti l'anno successivo (5.220 volontari, per la quasi totalità in Italia, un terzo dei posti in bando)). Il primo vero dato plausibile è quello del 2003 che indica su 28.135 volontari previsti, un numero di 17.930 avviati in Italia e 326 all'estero. Ma i bandi per il 2004 sono calati a 24.929 unità, in via di copertura. PROGETTI AL SUD. Il dato della suddivisione geografica dei volontari civili (non obiettori) ci mostra un'Italia capovolta rispetto a quella degli obiettori. Siccome i posti vengono retribuiti dallo Stato, ecco che oltre il 50 per cento va al Sud e alle Isole, che evidentemente vi trovano un'opportunità seppur temporanea di occupazione. Nel 2002, il 52.67 per cento dei volontari avviati risiedeva dalla Campania in giù. Al Centro avevamo il 22.89 per cento dei volontari. Al Nord soltanto il 24.45 per cento, meno della metà statistica degli obiettori di coscienza. SOLDI E POSTI. Gli ultimi dati dimostrano come in questo momento lo Stato abbia previsto all'incirca 25 mila volontari civili. I numeri sono molto bassi se rapportati agli oltre 84 mila obiettori di cui vi era richiesta da parte degli enti e ai 64 mila avviati nel 2002. Ma questo è un effetto di bilanci all'osso e di costi superiori di cinque volte per chi opta per il servizio civile. "Gli obiettori di coscienza costavano 3 euro al giorno, che fanno 90 euro al mese, poco meno di 180 mila lire" spiegano alla Lega Obiettori dì Coscienza. "I volontari civili costano invece 433.80 euro al mese". Il che significa poco più di 5 mila euro all'anno, che moltiplicati per 25 mila unità (tanti sono i posti nei bandi) porta a un totale di 130 milioni di euro, ovvero 252 miliardi di vecchie lire. "Se pensiamo che un aereo passeggeri costa anche 140 miliardi di lire - è il commento di don Sandro Martello, della Caritas padovana - capiamo quanto limitate siano le spese per il volontariato".
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