Militari a vita / Si diversifica l'offerta La Legione affiancata dalle milizie private
Se si pensa a un militare di professione, la mente corre a un "Seal" o a un "Berretto verde" americano o a un "Sas" britannico. Ma se si pensa alle armi come scelta di vita, allora non si può non pensare alla Legione straniera francese. Fondata nel 1831 da Luigi Filippo, la Legione ha attraversato due secoli di storia con un'importanza che va ben al di là delle poche migliaia di soldati provenienti da ogni Paese (in origine l'arruolamento era vietato ai cittadini francesi) che ne hanno fatto parte. Dalla guerra di Crimea nel 1855 al ruolo nel successo sabaudo nella nostra Seconda guerra d'indipendenza (le vittorie di Magenta e Solferino sono in buona parte merito suo), dalla sottomissione di Marocco e Algeria (e decine di film crearono la leggenda dei soldati dal kepy bianco) alla fine del dominio francese in Indocina, con la sconfita di Dien Bien Phu, la Legione è stata quasi sempre la punta di lancia dell'esercito francese, il corpo delle missioni disperate, con gli altissimi rischi contenuti mediante un addestramento durissimo e maniacale e, soprattutto, della grande spendibilità per la mancanza della pressione psicologica dell'opinione pubblica, essendo i legionari per definizione privi di famiglia. Infatti, come documenta una lunga galleria di celebrità che vi servirono spesso sotto mentite spoglie, accoglie quanti vogliono tagliere i ponti con il loro passato e rifarsi una nuova vita o di quanti cercano solo la mera avventura: da Giuseppe Bottai a Cole Porter, da Edouard Daladier ad Arthur Koestler, dai principi ereditari di Cambogia, Sisowath Monireth, e di Monaco, Luigi II, al futuro re di Serbia Pietro I. Compiti analoghi, benchè in scala assai più ridotta, ha svolto il "Tercio Extranjero" spagnolo: nato nel 1920 per volontà del tenente colonnello José Millán-Astray Terreros (ideatore del noto motto: ) per aiutare Madrid a risolvere la rivolta di Abdelkrim El Khattabi nel Marocco spagnolo, ha partecipato alla difesa del Sahara occidentale fino al 1975 e, secondo una diffusa opinione, è alle spalle della trentennale resistenza al potere dei dittatori della Guinea equatoriale. Africa nel mirino. Proprio la vicenda dell'ultimo di questi, Obiang Nguema, che in marzo denunciò un complotto di mercenari guidati dall'ex capo delle Sas britanniche Simon Mann, arrestato con altri 66 uomini in Zimbabwe mentre era diretto nell'Africa centrale ad abbatterlo, richiama l'azione dei soldati di ventura. Nell'ultimo mezzo secolo non c'è probabilmente Paese africano dove essi non abbiano agito per difendere o abbattere il desposta di turno, pagati in denaro o in natura (dai diamanti alle più vili materie prime), fino al caso estremo di Bob Denard, il vero mito dei mercenari di tutto il mondo, che, dopo aver destabilizzato mezza Africa, divenne per molti anni il padrone di fatto del piccolo arcipelago delle Comore. Un ruolo, quello delle milizie di ventura (oggi definite Private military companies e costituite come vere e proprie società), destinato peraltro a un brillante futuro, se è vero che l'attacco Usa all'Irak ne ha sancito l'indispensabilità in molti ruoli ausiliari e di appoggio diretto alle truppe "ufficiali". Il Pentagono destinerà non meno di 30 milioni di dollari alle Pmc, che grazie ai profitti record stanno diventando oggetto di autentiche scalate da parte di aziende quotate in Borsa.
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