RASSEGNA STAMPA

Il Sole 24 Ore
6 settembre 2004
di Massimo Ferrari

Le strategie / Anche i Paesi neutrali si allineano
Un'Europa orientata all'efficienza
La lotta al terrorismo e le missioni di pace all'estero cancellano il cittadino-soldato

Marmittone addio: la coscrizione obbligatoria, che era alla base della grande maggioranza delle Forze armate europee o comunque occidentali, sta per diventare una tradizione dismessa. Le autorità politiche e amministrative del Vecchio continente puntano ormai a smantellare i grandi eserciti, basati appunto sulla leva, per passare invece a unità formate solo da volontari e professionisti. La temuta cartolina precetto, dunque, va in archivio, benchè in taluni casi, come ad esempio l'Italia, il ricorso ai coscritti sia solo sospeso e non formalmente eliminato.
Il sincronismo con cui l'Europa ha sposato questo scelta politico-militare è dovuto alle condizioni della sicurezza internazionale, radicalmente mutate dopo la caduta del muro di Berlino. L'esigenza di contenere i bilanci pubblici, le necessità strategiche legate alla lotta al terrorismo e allo svolgimento di missioni di pace all'estero hanno portato al definitivo declino del ruolo del cittadino-soldato, sempre meno popolare anche presso l'opinione pubblica. Si consideri poi che la tecnica offre di continuo nuovi armamenti, specie convenzionali, di accresciuta efficacia anche se utilizzati da un numero ridotto di addetti, purché ben addestrati e motivati: quindi dei professionisti.
Guerra fredda. I primi a battere questa strada, con una buona dose di coraggio, sono stati britannici e canadesi, che hanno abolito la leva nel 1960, in piena Guerra fredda: e non se ne sono pentiti. Anzi, l'efficienza del loro apparati difensivi è assai cresciuta. E non si sono prodotti, in quarant'anni, i temuti problemi di carenza di organici. Nel resto dell'Occidente europeo questa vera e propria rivoluzione istituzionale ha tardato ad affermarsi: in prima istanza, infatti, si è preferito puntare su una riduzione del periodo della leva, più che sulla sua totale abolizione.
In alcune nazioni, poi, il timore che i militari professionisti potessero diventare una minaccia per la democrazia ha suggerito maggiore cautela nel trasformare in professionali gli eserciti basati sulla leva; ma col passare del tempo questo timore è quasi del tutto tramontato.
Quindi l'esempio britannico è stato seguito negli anni 70 e 80 dai Paesi del Benelux e poi dalla Spagna ex franchista. Con la fine del XX secolo il principio di abolire la coscrizione obbligatoria ha guadagnato ulteriori consensi, trovando ben presto sostenitori pure in Francia, dove la riforma ha trovato piena attuazione con il 2002. L'ultima ad approdare alle Forze armate professionali è stata l'Italia: nel 2005 passerà totalmente al regime professionistico, dopo aver provveduto a una lenta ma costante riduzione, oltre che degli organici, anche dei contingenti forniti appunto dalla leva.
Attualmente, tra i Paesi occidentali di maggiori dimensioni territoriali ed economiche aderenti alla Nato, solo la Germania non ha ancora definitivamente optato per il professionismo e continua a chiamare coscritti, pur in misura ridotta perché l'esigenze di rientro dal deficit statale hanno spinto il governo a una cospicua limatura del proprio apparato difensivo e le voci per un completo affidamento a professionisti si moltiplicano.
Quanto a Danimarca e Portogallo, si trovano in posizione ibrida: le porte a volontari e professionisti sono già aperte, ma la leva permane: solo che, diminuite le esigenze numeriche della chiamata, i giovani tenuti alla coscrizione sono estratti a sorte. Fedeli alla coscrizione restano inoltre Grecia e Turchia, grazie anche alla loro specifica posizione geopolitica.
Paesi neutrali. La scelta professionale risulta dunque largamente diffusa, ma non generalizzata: per esempio, i Paesi neutrali del "grande nord", come Svezia e Finlandia, restano legati alla leva. E del medesimo avviso sono i nuovi mebri dell'Europa centro-orientale appena entrati nella Nato, come Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria e così via, benchè la discussione a livello politico per giungere all'abolizione della leva stia sempre più facendosi strada.
Invece la discussione è più aperta che mai in Austria, dove si continua con la coscrizione e, soprattutto, in Svizzera, dove sembrano profilarsi riforme davvero rivoluzionarie per un Paese da sempre fiero del suo esercito di milizia. Il governo federale elvetico ha infatti avviato una profonda riforma del suo apparato militare, basata sul programma chiamato "Esercito XXI": esso prevede un ridimensionamento quantitativo, sia delle truppe sia dei mezzi, che è già stato avviato e giungerà a piena attuazione nei prossimi esercizi di bilancio.
Alcuni anni fa la Svizzera è entrata nell'Onu: da allora suoi soldati hanno cominciato a operare fuori del territorio elvetico, inquadrati in unità multinazionali impegnate in operazione di pace. Alla luce di questo ruolo e delle prospettive future l'idea di abolire la leva va sempre più prendendo piede, ma il dibattito nel Paese è fortissimo, perché l'esercito di milizia è ritenuto una tradizione nazionale molto sentita che lega il cittadino alle istituzioni, garantendo così un forte elemento di coesione nazionale.

Euro-supremazia britannica

Principali indicatori delle maggiori potenze militari euro-occidentali

Paese

Potenza aero-terrestre *

Militari
(in migliaia)

Spesa militare procapite (in $)

Gran Bretagna

259

212

150

Turchia

240

515

16

Germania

190

285

136

Francia

147

259

180

ITALIA

102

200

101

(*) La valutazione è qualitativa e quantitativa e tiene conto delle performance sul campo e del livello di addestramento delle singole Forze armate incrociate con la consistenza degli effettivi e dei livelli degli arsenali. Non si tiene conto delle forze navali
Fonti: Strategyonline, The MIlitary balance 2004


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