RASSEGNA STAMPA

Il Sole 24 Ore
7 agosto 2004
di Marco Ludovico

Carriere & salari / Il riallineamento degli stipendi
La protesta di Polizia e Carabinieri: solo l'Esercito ha avuto gli aumenti
Cresce la tensione nell'Arma dopo le ultime nomine

Poliziotti in piazza a Ferragosto, Arma dei carabinieri in grande agitazione. Per motivi diversi, ma anche collegati tra di loro, il comparto della sicurezza - oltre 250mila addetti - vive un fermento senza precedenti. É una patata bollente in mano al Governo, ai massimi livelli: i ministri della Difesa Martino e dell'Interno Pisanu, il vicepresidente del Consiglio Fini, il sottosegretario Letta e, alla fine, anche il premier Berlusconi. Con alcuni contrasti ormai incandescenti, come quello tra Pisanu e Martino.
La protesta di Ferragosto. Tradizionalmente, il 15 agosto il ministro dell'Interno celebra la sua visita alle sedi centrali di tutte le forze dell'ordine. Ma stavolta a guastare la festa ci saranno i sindacati di polizia, che hanno deciso di fare proprio quel giorno una manifestazione davanti a palazzo Chigi per protestare, tra l'altro, contro il "riallineamento" di carriera di cui hanno beneficiato di recente i sottufficiali delle Forze armate. Con questa novità - spiega Filippo Saltamartini, segretario generale del sindacato autonomo Sap - "oggi un sottufficiale dell'Esercito, magari entrato con il titolo di terza media, arriva, dopo 12 anni di servizio, automaticamente e senza concorsi, all'ottavo livello retributivo, quello previsto per i laureati. Invece l'appuntato dell'Arma o l'agente di Ps, dopo 12 anni, rimane al quinto livello retributivo". Tutte le sigle sindacali si stanno compattando sulla manifestazione (Silp-Cgil, Siulp, Sappe, Sapaf e altre) ma Saltamartini precisa: "Non si tratta di una guerra tra poveri, ma di decidere se dobbiamo destinare le risorse alla lotta contro il terrorismo e la sicurezza nazionale o, invece, alle campagne militari all'estero".
La riunione dei generali dei Carabinieri. In un certo senso proprio la prevalenza, in questo momento, di una "linea militare" all'interno del Governo, a discapito di quella "per la sicurezza interna", ha determinato la promozione di Alberto Toscano, capo ufficio legislativo della Difesa, a capo di Stato maggiore dei Carabinieri, al posto di Giorgio Piccirillo - fautore della "linea di sicurezza" dei Carabinieri - spedito, guarda caso, a occuparsi delle unità mobili e speciali come quelle inviate in Irak. Una decisione voluta dal ministro Martino, che ha messo il suo timbro su un provvedimento che per tradizione viene firmato, invece, dal comandante generale, sentiti i ministri della Difesa e dell'Interno: ma nè Pisanu nè la Presidenza del Consiglio erano stati informati da Martino. Proprio ieri c'è stata una riunione del numero uno di Viale Romania, Luciano Gottardo, con tutti i generali di corpo d'armata dei carabinieri, che hanno espresso il loro grande disappunto e dissenso per la situazione creatasi all'interno dell'Arma. I trasferimenti decisi, infatti, rischiano di aumentare la frattura all'interno delle due "linee" (sicurezza/militare). Ad alimentare la tensione c'è il fatto che Toscano e Piccirillo sono al momento i due più forti candidati alla successione di Gottardo, che scade nel 2006. Inoltre, nonostante la Difesa getti acqua sul fuoco, il ministro dell'Interno rimane furioso, perché lo stretto legame che aveva istaurato con Piccirillo - stimato, tra l'altro, da tutta la base dell'Arma - ha consentito il lancio del poliziotto e del carabiniere di quartiere. A questo punto diventano quantomeno improbabili altri blitz estivi: come quello, già balenato, di una sostituzione del prefetto Mario Mori, già generale dei carabinieri e ora direttore del Sisde, con il generale (da alcuni giorni in pensione) Vittorio Savino.

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7 agosto 2004
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