L’arresto di 15 marinai della Royal Navy da parte delle autorità iraniane
Si è verificato l’incidente del “Golfo del Tonkino” nelle acque iraniane?
Una domanda diffusa: “Perché non si sono difesi?”
L’arresto di 15 marinai della Royal Navy da parte delle autorità iraniane il 23 marzo potrebbe essere stato orchestrato per provocare il tanto desiderato incidente che giustifichi un attacco militare contro l’Iran, sull’esempio del falso incidente del “Golfo del Tonkino” grazie al quale gli USA entrarono nel vivo della guerra del Vietnam.
Si dice che i marinai inglesi siano saliti a bordo di un’unità mercantile, dove sono stati arrestati e condotti a Teheran, mentre effettuavano dei “regolari” controlli anti-contrabbando. Il premier britannico Tony Blair ovviamente giura che essi non fossero in acque territoriali iraniane, mentre a Teheran dicono il contrario. In effetti l’incidente è avvenuto nello Shatt al-Arab, il corso d’acqua in cui confluiscono Tigri ed Eufrate nei 150 km prima di arrivare al mare, che è zona disputata.
I fattori che occorre tener presenti nella valutazione sono i seguenti:
* Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU aveva appena votato una risoluzione che approva nuove sanzioni. L’ambasciatore russo all’ONU Vitaly Churkin ha sottolineato che la formulazione adottata è stata attentamente studiata affinché i contratti esistenti non fossero sottoposti a sanzioni finanziarie. Inoltre, ha affermato, il testo parla “non di un divieto ma di un appello” rivolto a istituzioni statali e finanziarie ad evitare di prendere nuovi impegni finanziari. La risoluzione è stata approvata, e nonostante la cura nelle formulazioni, è stata intesa come un indurimento dello scontro contro l’Iran.
* L’Iran ha risposto alla nuova risoluzione minacciando di riconsiderare la cooperazione con l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) ed ha ribadito il suo impegno per il nucleare civile.
* Il quotidiano londinese Independent riferiva il 25 marzo che gli USA hanno ordinato a soldati e marinai di sparare agli iraniani che cercassero di arrestarli. E riferisce la domanda diffusa: “Perché non si sono difesi?”.
* Secondo l’agenzia della sinistra tedesca Junge Welt, l’incidente potrebbe essere una provocazione deliberata, visto che l’unità britannica, l’HMS Cornwall, è “un’unità da guerra di alta classe e ben equipaggiata, sicuramente superiore alle unità iraniane. Difficile credere che queste (unità iraniane) siano state in grado di tener testa ad una fregata, se questo non era voluto”. La Cornwall in effetti è ben equipaggiata soprattutto per operazioni di sorveglianza. “Che missione aveva? Provocare l’incidente?” si chiede Junge Welt, spiegando che l’unità era da poco giunta nella regione.
* Anche il governo iraniano ha fatto capire di rendersi conto che si trattasse di una probabile provocazione. Il portavoce del ministero degli Esteri ha condannato “l’intrusione illecita” degli inglesi nelle acque iraniane. Ha aggiunto che si tratta di una “mossa sospetta e contraria a patti e regole internazionali”. Ha fatto riferimento alla “natura sospetta di tali movimenti” ed ha aggiunto: “Violazioni dei confini sovrani di altri stati e intrusioni illecite denotano solitamente obiettivi che violano gli impegni internazionali, le cui responsabilità non possono essere evase senza alcuna giustificazione di sorta”. Le autorità iraniane sostengono inoltre che non è la prima volta che gli inglesi violano la sovranità iraniana, non solo in mare ma anche sul suolo.
* L’incidente è avvenuto all’inizio di una manovra navale difensiva iraniana.
Si sospetta che per il rinascio dei quindici marinai gli iraniani chiedano il rilascio di cinque loro diplomatici arrestati a Irbi, in Iraq, dagli USA.
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