RASSEGNA STAMPA

Eir Strategic Alert
14 agosto 2006


L’invasione del Libano anticipatamente pianificata da USA e Israele

In un lungo articolo nell’edizione del 14 agosto della rivista The New Yorker, Seymour Hersh riporta i retroscena della guerra tra Israele e Libano, molti aspetti dei quali sono stati già pubblicati da questa newsletter. L’articolo, intitolato “Osservando il Libano”, riferisce come figure politiche e militari statunitensi ed israeliane abbiano coordinato l’assalto israeliano contro il Libano per liquidare Hezbollah.
Hersh riferisce che il vice presidente Dick Cheney fu il primo ad essere contattato dagli israeliani, mesi prima del rapimento dei due soldati israeliani da parte di Hezbollah, il 12 luglio 2006. Cheney avrebbe entusiasticamente sostenuto una campagna militare contro Hezbollah giacché desiderava giungere ad un attacco militare contro l’Iran, e desiderava quindi 1) che Hezbollah fosse già messo fuori uso prima di avviare le operazioni contro l’Iran e 2) indebolire la risolutezza iraniana dimostrando come una campagna di “sgomento e terrore” condotta dall’aviazione potesse eliminare le capacità missilistiche di Hezbollah e i siti sotterranei — che sarebbero stati forniti agli sciiti libanesi dall’Iran.
Sebbene alcune fonti citate da Hersh sostengano che le operazioni dell’aviazione israeliana contro Hezbollah dovevano essere un test dell’efficacia dei piani che l’aviazione USA tiene in serbo contro l’Iran, l’evidente fallimento non è riconosciuto come tale dagli ambienti di Cheney alla Casa Bianca. Cercheranno anzi di spiegare la cosa a proprio vantaggio. Tra le fonti di cui Hersh riferisce il nome c’è Richard Armitage, ex vice segretario alla Difesa, secondo il quale “Se la principale forza militare della regione — le forze armate israeliane — non riesce a pacificare un paese come il Libano, con una popolazione di quattro milioni, si dovrà riflettere seriamente prima di applicare lo stesso modello all’Iran, che dispone di una profondità strategica e una popolazione di sette milioni. L’unica cosa ottenuta con i bombardamenti finora è che la popolazione si è unita contro Israele”.
Hersh riferisce anche che gli israeliani hanno consultato i pianificatori dell’Air Force USA per mettere a punto la campagna aerea contro i bunker di Hezbollah, nel Libano meridionale. Il modello, spiega Hersh, è quello usato dalla NATO contro la Serbia nel 1999. Ma il gen. Wesley Clark, allora comandate SACEUR della NATO, ha spiegato a Hersh che un parallelo tra il Kosovo e il Libano non esiste proprio.
Hersh ha riferito che «“all’inizio dell’estate, prima dei rapimenti di Hezbollah, un consulente del governo USA riferì che diversi funzionari israeliani visitarono Washington, separatamente, "per ottenere il via libera all’operazione di bombardamento e capire fino a che punto gli Stati Uniti avrebbero accettato la cosa". Il consulente ha aggiunto che "gli israeliani cominciarono con Cheney. Volevano essere sicuri di avere il sostegno suo e del suo ufficio e dei responsabili del Medio Oriente nel National Security Council". Dopo di ciò, "persuadere Bush non era un problema e Condi Rice ci stava" ha detto il consulente». Hersh ha riferito che la Casa Bianca compie errori nell’intelligence a riguardo di Hezbollah e Iran “allo stesso modo in cui fu raccolta l’intelligence nel 2002 e 2003, quando l’amministrazione doveva accertare se l’Iraq avesse armi di distruzione di massa”. Oggi come allora, informazioni grezze vengono fatte giungere direttamente alla Casa Bianca, senza essere analizzate, e, stando ad un consulente del Pentagono, “Cheney ci va con la mano pesante”.

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15 agosto 2006
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