Usa. Gli eserciti privati di Cheney
Halliburton, prima beneficiaria delle privatizzazioni di Cheney
L’ultimo scandalo sul conto del ministro della difesa USA Donald Rumsfeld e del vice presidente Dick Cheney: non solo appaltano a privati le attività d’intelligence ma anche quelle militari. John Negroponte, primo responsabile dell’intelligence USA, e alcuni magistrati hanno aperto inchieste sui versamenti fatti dal Dipartimento della Difesa ai ‘private contractors’. Si tratta di un aspetto centrale della politica sinarchista caldeggiata dal banchiere Felix Rohatyn, quello di delocalizzare tutte o quasi le funzioni del governo, affidandole ai privati. Questo è il succo della politica della globalizzazione che i britannici promuovono dall’epoca della Compagnia delle Indie Orientali.
Secondo Lyndon LaRouche, l’operazione di Cheney e Rumsfeld avrebbe raggiunto un punto critico in cui Rumsfeld mette in campo le sue squadre private di assassini, qualcosa che ricorda da vicino le SS di Hitler. Chi ha presente il monito che il presidente Eisenhower lanciò contro il complesso militare industriale, e le “operazioni private” dell’anonima assassini Permindex per l’eliminazione di Kennedy, Mattei e De Gaulle (fallite), si renderà facilmente conto che Cheney e Rumsfeld rappresentano proprio questo.
L’attuale politica di privatizzazione a tutto campo delle operazioni militari cominciò quando Cheney era segretario alla Difesa nell’amministrazione di Bush padre. Tra il 1991 e il 1992 il Pentagono versò alla Brown&Root (KBR), filiale di Halliburton, 9 milioni di dollari affinché preparasse due rapporti segreti sulla possibilità di affidare le funzioni della logistica militare a delle imprese private. Nel 1992 quindi la KBR ottenne il primo contratto quinquennale per fornire sostegno logistico al genio militare, l’Army Corps of Engineers. Ben presto Cheney stesso beneficiò della decisione, in quanto nel 1995, lasciato il Pentagono, diventò amministratore delegato di Halliburton, proprietaria di KBR. Come spiega LaRouche in una dichiarazione intitolata “Private Armies, Captive People”, si tratta di qualcosa che va ben oltre l’avidità personale (lo scritto di LaRouche è disponibile in inglese sul sito www.larouchepac.com).
Oltre a privatizzare funzioni essenziali delle forze armate, Cheney avviò un drastico ridimensionamento di capacità e strutture militari. Nel luglio 1990 Cheney propose al Congresso di ridurre le forze armate del 25% nel corso dei cinque anni successivi, portando gli effettivi da 770 a 520 mila e le divisioni da 18 a 14. Pochi mesi più tardi, la proposta fu accettata dal presidente Bush, anche se poi nella campagna elettorale del 2000 la responsabilità fu scaricata sull’amministrazione Clinton.
Negli anni di Clinton la delocalizzazione militare trasse vantaggio da due fattori: la spinta alla privatizzazione dei repubblicani e la campagna “Reinventing government” di Al Gore, che in un rapporto elogiava la Halliburton per come aveva eseguito i lavori logistici appaltati dal Pentagono.
Appena l’amministrazione Bush-Cheney si fu insediata, ancor prima che si lanciasse nella guerra in Iraq, Halliburton e KBR si aggiudicarono sostanziosi contratti per la Marina militare e il dipartimento di Stato. Nel 2001 ottennero poi un contratto decennale per la logistica dell’esercito. Qualche giorno dopo l’invasione dell’Iraq il Pentagono rese noto che la Halliburton/KBR si era aggiudicata appalti per 7 miliardi di dollari. Con appalti per 11,4 miliardi dall’inizio 2002 all’estate 2004 la Halliburton è senz’altro il principale contractor per la delocalizzazione. La seconda in classifica è la Parson Corp., che ha totalizzato meno della metà di quella cifra. In pratica l’impresa si arricchisce sulle spalle del contribuente, che paga lo smantellamento della difesa USA.
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