Anche l'Osservatore Romano ammonisce il governo: garantire l'interesse nazionale Riforme, dissensi nel Polo. Follini: si poteva far meglio Berlusconi attacca Tabacci (Udc): da sempre una spina nel fianco
ROMA - I partiti della Cdl hanno votato le riforme tutti insieme, tranne qualche caso isolato; ma subito dopo il malumore ha cominciato a lievitare tanto che Bruno Tabacci (Udc) ha annunciato che, in vista del referendum, "contro questo pasticcio ci sarà un comitato del no". Ieri sera poi è stato il leader del suo partito, e vicepresidente del Consiglio, Marco Follini a tornare sull'argomento da Batti e ribatti. Con toni morbidi, ma rincarando la dose: "Certo, se ci fosse stata più collaborazione le riforme si sarebbero fatte meglio, e questa è una responsabilità che abbiamo in tanti: l'opposizione ha detto tanti no, ma qualche responsabilità ovviamente ce l'abbiamo anche noi, la maggioranza". PERPLESSI - Anche in An le cose si fanno un po' complicate: cresce il fronte dei perplessi, a partire dal ministro dell'Agricoltura Gianni Alemanno che ha rilevato la necessità, in sede applicativa, di "rafforzare la tutela dell'interesse nazionale e il carattere solidale di questo federalismo". E di conseguenza si alza lo scontro, nel partito di Gianfranco Fini: "Alemanno dice cose sbagliate - risponde infatti il ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri al suo collega di partito -. Non avrà letto bene la riforma". Silvio Berlusconi ieri ha cercato di minimizzare: "Tabacci è sempre stato una spina nel fianco della coalizione, cosa devo dire?". Il presidente del Consiglio insiste invece nella difesa delle modifiche alla Costituzione approvate mercoledì dal Senato: "Contengono solo elementi migliorativi dell'attuale situazione, sono un grande passo avanti nella direzione giusta". Tabacci replica: "Non è prudente che nei giudizi del premier Calderoli sia un valore aggiunto e io una spina nel fianco: vuol dire che nella Cdl c'è qualcosa che non va, ma ne parleremo dopo le regionali". UN UOVO - Le parole del premier rallegrano la Lega, impegnata a continuare i festeggiamenti per l'incasso del federalismo, una "vittoria" attribuita e dedicata al capo: tanto che ieri i ministri Roberto Calderoli e Roberto Maroni hanno consegnato a Umberto Bossi il testo della modifica inserito come sorpresa in un grande uovo di Pasqua. Eppure in tutta la vicenda si va a insinuare qualcos'altro che rischia di offuscare la soddisfazione dei riformatori di centrodestra. Non le continue critiche delle opposizioni, né la loro insistenza perché il referendum si tenga prima delle elezioni politiche del 2006. Piuttosto, e più insidioso, ora è L'Osservatore Romano a scendere in campo a fianco di chi ha criticato le riforme. Succede infatti che sia il quotidiano del Vaticano a replicare alle accuse che il ministro Carlo Giovanardi (Udc) ha rivolto a Giulio Andreotti: "colpevole" di aver votato contro la legge, perché "ha 85 anni ed è sicuramente legato al suo tempo, nostalgico delle cose fatte nell'immediato dopoguerra: ma siamo nel 2005...". "Purtroppo - contrattacca dunque L'Osservatore intervenendo in una disputa tra ex democristiani - una certa classe politica, a qualsiasi partito appartenga, mostra ancora una sicumera tale da non sentirsi interpellata neppure dalla sapienza, non solo istituzionale, degli ottantacinquenni. Anche i politici prima di parlare riflettano". La presa di posizione dell' Osservatore si estende a un giudizio generale sulle riforme, visto che sempre nello stesso articolo viene apprezzato l'atteggiamento di Alemanno e del suo avvertimento: "Su come garantire l'interesse nazionale, la maggioranza dovrà tornare a discutere subito dopo le Regionali".
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