Comuni. La manovra economica 2002
Con la Finanziaria enti «sotto tutela»
Anche quest'anno una girandola di norme rivoluziona i più delicati settori delle amministrazioni
a cura di
Arturo Bianco
Il Sole 24 Ore, 31 dicembre 2001
La legge Finanziaria 2002 per gli enti locali è double face; molto dura nella contrazione delle risorse e ricca di riforme di notevole rilievo (si veda la tabella in pagina con alcune tra le principali novità). Basta pensare alle nuove regole per i servizi pubblici locali, all'accresciuto ruolo delle Regioni e degli enti locali nelle fondazioni bancarie, alla compartecipazione dei Comuni al gettito Irpef, all'abrogazione della tassa sulle insegne, alla possibilità di estensione dell'ambito operativo dei concessionari delle riscossioni già individuati, ai nuovi fondi per lo sviluppo degli investimenti degli enti locali. Un quadro che assomiglia a un caleidoscopio: basta pensare, ad esempio, all'inasprimento delle sanzioni per chi viola il divieto di fumo. Bilanci. Comuni, Province e Comunità montane si troveranno a fare i conti con i drastici limiti posti all'incremento della spesa corrente, del disavanzo, dei pagamenti e con i tagli ai trasferimenti. I singoli enti non potranno accrescere nel 2002 la propria spesa corrente, salvo che per ciò che attiene alle nuove funzioni a essi trasferite, di una percentuale superiore al 6% dell'anno 2000. Percentuale d'incremento che generalmente è abbondantemente superata dagli aumenti contrattuali già in vigore per il personale e, ancor di più, da quelli che si determineranno nel prossimo anno con il nuovo contratto. Lo stesso limite d'incremento è fissato per le spese correnti. Si pone inoltre un drastico limite all'incremento del disavanzo, non più del 2,5% nel 2002 rispetto al dato 2000. Si prevedono riduzioni dei trasferimenti erariali dell'1% per ogni anno nel prossimo triennio. Riduzioni che per alcuni Comuni, quelli sopra media nei trasferimenti erariali, saranno incrementati anche a seguito dell'attribuzione solo a quelli sotto media dell'adeguamento delle contribuzioni statali al tasso programmato d'inflazione.
Recupero di efficienza. La legge Finanziaria, oltre a imporre numerose prescrizioni molto rigide in materia di personale (si veda articolo sotto), contiene una serie di indicazioni su come conseguire risultati di contenimento delle spese e, nel contempo di miglioramento dell'efficacia della attività amministrativa. Gli enti possono aderire alle convenzioni Consip e sono comunque vincolati a utilizzare i dati delle stesse come base d'asta per gli acquisti che effettuano direttamente. Per rendere più vincolante tale indicazione si impegnano i revisori dei conti a svolgere una specifica attività di controllo. Si invitano i Comuni e le Province alla esternalizzazione dei servizi ovvero ad avvalersi di privati, anche formando con essi specifiche società, nonché a ricorrere a tutte le forme di autofinanziamento, come la cessione di servizi e la compartecipazione degli utenti. Piccoli Comuni. È rilevante l'attenzione dedicata ai piccoli Comuni, a partire dalla opzione concessa alle giunte di affidare a propri componenti la responsabilità di uffici e servizi. Una prescrizione già contenuta nella legge n. 388/2000 e che nel corso dell'anno è stata poco utilizzata: la Finanziaria detta un ampliamento per i Comuni fino a 5.000 abitanti ed evita la necessità di un pronunciamento sulla assenza di figure professionalmente idonee. Gli investimenti dei piccoli Comuni vengono sostenuti, oltre che con la riproposizione del fondo per lo sviluppo, con la previsione di un contributo per gli investimenti dei Comuni fino a 3.000 abitanti non inferiore a 20.000 euro. Finanziamenti vengono anche previsti per le unioni dei Comuni, ma essi, rileva il presidente dell'Anci Leonardo Domenici «non sono adeguati e resta in ogni caso il problema degli insufficienti contributi per il 2001. Il pericolo concreto che si profila è quello della messa a rischio dei servizi che le Unioni svolgono in forma associata». Investimenti. La legge finanziaria amplia le risorse destinate agli investimenti degli enti locali attraverso la creazione di numerosi fondi gestiti dai ministeri, riservando al Governo anche un ruolo di coordinamento nell'accesso al mercato dei capitali. Basta ricordare, oltre a quelle destinate ai piccoli comuni, le risorse per: le isole minori, la riqualificazione urbana, le grandi opere regionali, i programmi comunali per la qualificazione della rete commerciale, il sostegno alla progettazione di opere pubbliche, la realizzazione di infrastrutture, la costruzione di asili nido e il rifinanziamento del fondo rotativo per la progettualità. Riforma dei servizi pubblici locali. La riforma ha un segno completamente diverso rispetto al progetto che il Parlamento ha invano discusso per tutto l'arco della scorsa legislatura. Si caratterizza per diversi elementi cardine: una netta distinzione tra i servizi a rilevanza industriale e quelli che sono privi di tale caratteristica; la possibilità di distinguere tra proprietà delle reti e gestione dei servizi; la possibilità di affidamento diretto dei servizi a società con capitale pubblico locale maggioritario come alternativa alla gara; le gare per l'aggiudicazione della gestione si basano essenzialmente su parametri qualitativi; divieto alle società a prevalente capitale pubblico locale che hanno avuto un affidamento diretto a concorrere a gare; paletti per la presenza di aziende straniere; imposizione a tutte le aziende speciali di trasformarsi entro l'anno in società; salvaguardia del ruolo dei piccoli Comuni nella gestione dei servizi effettuata in ambito sovracomunale.
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