IN POLITICA

ANTOLOGIA

Festa della Liberazione

Sergio Mattarella e il 25 Aprile: "Impegno e promessa realizzati
in questi 75 anni di Costituzione repubblicana"

Fondata sulla rivolta morale di patrioti contro il fascismo
"Si trattava di trasfondere nello Stato
l'anima autentica della Nazione. Di dare vita a una nuova Italia"


    C'è una sola Patria ed è quella che vive nella Costituzione repubblicana, dopo essere stata concepita nella Resistenza ed essere nata antifascista.
    È andato a Cuneo il Presidente Sergio Mattarella per la Festa della Liberazione. La ragione la spiega lui stesso attraverso le parole che Piero Calamandrei aveva rivolto a un gruppo di giovani studenti, a Milano, nel 1955.
    "Se volete andare in pellegrinaggio, nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, dovunque è morto un italiano, per riscattare la libertà e la dignità: andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione".
    Ha usato parole chiare il Presidente Mattarella nella celebrazione di questo 25 Aprile: necessarie perché le altre Alte Cariche dello Stato non stanno trovando le parole.
    Meritano di essere lette tutte. Come merita di fare attenzione che la giornata di Mattarella in Piemonte finisce a Boves nella chiesa di San Bartolomeo dove sono sepolti i beati Don Giuseppe Bernardi e Don Mario Ghibaudo, vittime dell'eccidio dei nazisti nel settembre del 1943: che è anche questo un modo per ricordare - ad altre Cariche dello Stato - che la Resistenza è stata di molti e molti e diversi e sconosciuti fra loro, ma tutti con un progetto comune.


Presidenza della Repubblica - Discorsi

25 aprile 2023, Cuneo

Sergio Mattarella

Dopo l'8 settembre il tema fu quello della riconquista della Patria e della conferma dei valori della sua gente, dopo le ingannevoli parole d'ordine del fascismo: il mito del capo; un patriottismo contrapposto al patriottismo degli altri in spregio ai valori universali che animavano, invece, il Risorgimento dei moti europei dell'800; il mito della violenza e della guerra; il mito dell'Italia dominatrice e delle avventure imperiali nel Corno d'Africa e nei Balcani. Combattere non per difendere la propria gente ma per aggredire. Non per la causa della libertà ma per togliere libertà ad altri.
La Resistenza fu anzitutto rivolta morale di patrioti contro il fascismo per affermare il riscatto nazionale.
Un moto di popolo che coinvolse la vecchia generazione degli antifascisti.
Convocò i soldati mandati a combattere al fronte e che rifiutarono di porsi sotto il comando della potenza occupante tedesca, pagando questa scelta a caro prezzo, con l'internamento in Germania e oltre 50.000 morti nei lager.
Chiamò a raccolta i giovani della generazione del viaggio attraverso il fascismo, che ne scoprivano la natura e maturavano la scelta di opporvisi. La generazione, "sbagliata" perché tradita.
Fu un moto che mobilitò gli operai delle fabbriche.
Coinvolse i contadini e i montanari che, per la loro solidarietà con i partigiani combattenti, subirono le più dure.
Quali colpe potevano avere le popolazioni civili? Di voler difendere le proprie vite, i propri beni? Di essere solidali con i perseguitati?
Quali quelle dei soldati? Rifiutarsi di aggiungersi ai soldati nazisti per fare violenza alla propria gente?
A questa lotta si aggiunse una consapevolezza: la crisi suprema del Paese esigeva un momento risolutivo, per una nuova idea di comunità, dopo il fallimento della precedente. Si trattava di trasfondere nello Stato l'anima autentica della Nazione.
Di dare vita a una nuova Italia.
Impegno e promessa realizzate in questi 75 anni di Costituzione repubblicana. Una Repubblica fondata sulla Costituzione, figlia della lotta antifascista.
Una risposta fondata sulla sconfitta dei totalitarismi europei di impronta fascista e nazista per riaffermare il principio della sovranità e della dignità di ogni essere umano, sulla pretesa di collettivizzazione in una massa forzata al servizio di uno Stato in cui l'uomo appare soltanto un ingranaggio.
Il frutto del 25 aprile è la Costituzione.
Il 25 aprile è la Festa della identità italiana, ritrovata e rifondata dopo il fascismo.
È nata così una democrazia forte e matura nelle sue istituzioni e nella sua società civile, che ha permesso agli italiani di raggiungere risultati prima inimmaginabili.
Desidero sottolineare che onorano la Resistenza, e l'Italia che da essa è nata, quanti compiono il loro dovere favorendo la coesione sociale su cui si regge la nostra comunità nazionale. Rendono onore alla Resistenza i medici e gli operatori sanitari che ogni giorno non si risparmiano per difendere la salute di tutti. Le rendono onore le donne e gli uomini che con il loro lavoro e il loro spirito di iniziativa rendono competitiva e solida l'economia italiana.
Le rendono onore quanti non si sottraggono a concorrere alle spese pubbliche secondo la propria capacità contributiva.
Il popolo del volontariato che spende parte del proprio tempo per aiutare chi ne ha bisogno.
I giovani che, nel rispetto degli altri, si impegnano per la difesa dell'ambiente.
Tutti coloro che adempiono, con coscienza, al proprio dovere pensando al futuro delle nuove generazioni rendono onore alla liberazione della Resistenza.

Estratti e titolazione a cura della redazione di Euganeo.it


Aggiornamento
28 aprile 2023
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