IN PARLAMENTO

ANTOLOGIA

Storia italiana

Il presidente della Camera storpia il nome di un martire della Repubblica
Senza Vittorio Bachelet, senza storia
E Fontana viene presentato come un "campione della cattolicità italiana"


    Appunto rapido per Lorenzo Fontana, leghista, presidente della Camera dei deputati, cattolico in autodichiarazione - Era un martedì il 12 febbraio del 1980, quando all'università "La Sapienza" di Roma un commando delle Brigate Rosse uccise sulle scale della Facoltà di Scienze Politiche il professor Vittorio Bachelet. Vittorio Bachelet fu Presidente dell'Azione Cattolica Italiana negli anni del Concilio Vaticano II, appassionato docente universitario e, al momento dell'uccisione, vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura. Grande amico di Aldo Moro. Vittorio Bachelet ha fatto del dialogo nella mitezza il punto di forza per costruire nella comunione la Città di Dio e la Città dell'uomo.
    Riassunto rapido per i lettori - Nel pomeriggio di mercoledì 19 aprile gli studenti dell'istituto tecnico "Vittorio Bachelet" di Ferrara assistono alla seduta della Camera dei deputati. In apertura dei lavori Lorenzo Fontana, presidente della Camera, li saluta citando il loro istituto "Vittorio Bàkelet": una storpiatura imbarazzante, che segnala l'assoluta ignoranza su chi sia stato Vittorio Bachelet per l'Italia.
    Lasciamo la parola a due giornalisti: Massimo Gramellini vi dedica sul "Corriere" la sua rubrica "Il Caffè"; il giorno lo riprende su "Avvenire" Umberto Folena nella rubrica "Press Party". Eco due loro stralci.


Corriere della Sera

21 aprile 2023

Massimo Gramellini

Se storpia la pronuncia di Bachelet, significa che ha attraversato la vita senza mai imbattersi nel suo nome. (…)
Pazienza per Fontana, lui ormai i suoi studi li ha fatti (o non li ha fatti). Ma gli studenti del Bachelet, reduci dalla lezioncina di Montecitorio, si staranno domandando: se uno diventa presidente della Camera senza conoscere la storia d'Italia, perché mai dovremmo studiarla noi?

Avvenire
22 aprile 2023

Umberto Folena

Giornata ricca di deragliamenti, reali e metaforici, ieri (21/4) sui quotidiani. È la sintesi, indovinata, dell'apertura di prima pagina della "Repubblica": "L'Italia che deraglia", con le pagine 2 e 3 dedicate all'incidente ferroviario a Firenze. (…)
C'è poi il deragliamento, anche se privo di danni materiali, forse più imbarazzante per il deragliato, il presidente della Camera. Facciamo raccontare la sventura a Massimo Gramellini ("Corriere"): "Nel salutare gli studenti di una scuola di Ferrara intitolata a Vittorio Bachelet, Lorenzo Fontana ha scandito al microfono "Vittorio Bàkelet" e anche dalla sua faccia si capiva non avesse idee di chi fosse".
Mattia Feltri ("Stampa") la definisce "autosatira involontaria".
Magari fosse un banale infortunio, di quelli in cui tutti possiamo incappare. Fontana viene presentato come un "campione della cattolicità italiana" e questo la dice lunga sullo stato dei mondi cattolici, anzi delle galassie cattoliche distanti anni luce e impossibilitate, prima ancora che incapaci, a comunicare tra loro. Una tragedia. Perché Bachelet appartiene a tutti, non solo all'Azione Cattolica. Innanzitutto è parte della storia italiana. Un martire. Storpiargli il nome è quasi come ucciderlo un'altra volta.

Estratti e titolazione a cura della redazione di Euganeo.it

Vittorio Bachelet in uno dei suoi incontri con Papa Paolo VI.


Aggiornamento
23 aprile 2023
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