IN PARLAMENTO

Il ministro della Difesa Roberta Pinotti
sbaglia tema all'Adunata nazionale degli alpini

I giovani del servizio civile non hanno bisogno della cartolina precetto
Il principio dell'universalità va oltre quello dell'obbligatorietà:
il Partito Democratico ha fatto una buona legge in materia ed è questa che ora bisogna applicare

di Tino Bedin

Il ministro della Difesa che invoca il servizio civile è già una notizia. L'invocazione potrebbe diventare provocazione se fatta davanti ad una folta platea di militari ed ex militari, quale era l'Adunata nazionale degli alpini domenica scorsa a Treviso. È qui infatti che il ministro Roberta Pinotti ha lanciato la proposta di un servizio civile obbligatorio per tutti i giovani italiani: ragazze e ragazzi, ovviamente. La "cartolina precetto" che dall'1 gennaio 2005 non circola più per chiamare al servizio militare, dovrebbe riprendere il corso legale per chiamare alla leva civile.
Roberta Pinotti si è presa domenica gli applausi delle "penne nere" e dei militari in genere, a quanto riferiscono le cronache. Nei giorni successivi si è presa i rimbrotti di chi si occupa di servizio civile. Lapidario l'on. Luigi Bobba, che è sottosegretario al Lavoro e al Welfare nello stesso governo dell'on. Pinotti e che nel governo ha la delega proprio al servizio civile: "Il servizio civile deve restare volontario, la proposta della ministra Pinotti è condivisibile nell'obiettivo, ma l'introduzione dell'obbligo rischia di essere una scorciatoia. Investiamo più risorse per dire sì a tutti i giovani che chiedono di fare il servizio civile".

Il servizio civile universale. Oggi infatti tutti i giovani possono, in base alla legge, chiedere di svolgere il servizio civile. Il governo Gentiloni ha già compiuto da poche settimane un atto molto importante e positivo estendendo l'accesso al servizio civile volontario con l'obiettivo di coinvolgere 100 mila giovani. All'interno della riforma del Terzo settore, i cui decreti attuativi sono stati approvati giusto in maggio, è istituito il Servizio civile universale, con l'obiettivo di permettere a tutti i giovani che ne fanno domanda di svolgere il servizio civile. Oggi oltre la metà delle richieste è accantonata perché non ci sono i fondi sufficienti.
Il principio dell'universalità va oltre il principio dell'obbligatorietà. Quest'ultimo principio è ormai inappropriato (e invecchiato) se riferito a questa materia.
Lo spiega bene Diego Cipriani, responsabile di Caritas italiana per il servizio civile. La proposta del servizio civile obbligatorio e universale era stata lanciata proprio dalla Caritas nel 1992. Si trattava di un servizio speculare e alternativo a quello della leva militare obbligatoria; quindi avrebbe dovuto ricavare risorse e organizzazione proprio sottraendole alla leva. La decisione politica è andata in un'altra direzione. Nel 2000, ministro della Difesa Sergio Mattarella, il Parlamento a maggioranza ulivista ha deciso la sospensione della leva militare obbligatoria cui arrivare nel giro di sette anni. Nel 2004 si sono create le condizioni per un anticipo, per cui la sospensione della leva è stata anticipata all'1 gennaio 2005.

In Senato nel 2004. Nel momento del passaggio definitivo all'esercito professionale, restava ancora aperto il tema del servizio civile, fino ad allora sostituivo di quello militare. Nel mio intervento in Senato sul disegno di legge Sospensione anticipata del servizio obbligatorio di leva e disciplina dei volontari di truppa in ferma prefissata, nonché delega al Governo per il conseguente coordinamento con la normativa di settore il 29 giugno del 2004 avevo infatti osservato che il governo di centro-destra non aveva risolto alcuni problemi come quello della casa per i militari professionisti e quello del loro collocamento a lavoro e aggiungevo: "Vi è poi un altro tema che il disegno di legge non affronta e che invece andrebbe esaminato contestualmente. Mi riferisco alla questione del servizio civile. Con il superamento della leva obbligatoria è evidente che si verranno a determinare situazioni di criticità per questo servizio. Non bastano gli spot pubblicitari del Governo, è necessario un impegno concreto tale da consentire anche a questo tipo di servizio, oltre a quello militare, di essere un servizio per la Nazione che i giovani scelgono in modo cosciente. Questi sono alcuni degli elementi negativi di questo disegno di legge. Noi come Gruppo Margherita-l'Ulivo e come opposizione abbiamo presentato una serie di emendamenti per superarli; ci auguriamo che il dibattito ci consenta di arrivare ad un voto condiviso".
Il centro-destra non era per nulla interessato ad una visione organica della materia e quindi a cogliere il momento per trasformare la leva militare in leva civile, come attuazione della "difesa della Patria" prevista dalla Costituzione. Era interessato ad intestarsi dal punto di vista politico la fine della leva obbligatoria, evitando il merito ricadesse sul ministro Sergio Mattarella.

Costoso e rischioso tornare al passato. Quel momento è passato ed è il passato. Farlo ritornare è molto costoso: troppo costoso e quindi irrealizzabile. A commento della proposta del ministro Pinotti sono stati fatti alcuni calcoli: nel bilancio dello Stato di quest'anno è prevista la spesa di 257 milioni per il servizio civile di 47 mila ragazzi; nei successivi due anni lo stanziamento nel bilancio triennale è di 110 milioni. Il servizio civile obbligatorio riguarderebbe 500 mila giovani: per coprirne il costo nel bilancio dello Stato il ministro Pinotti dovrebbe trovare almeno 2 miliardi e mezzo di euro. E il dibattito sull'invocazione del ministro della Difesa può anche finire qui.
Proprio perché l'invocazione è del ministro della Difesa, va fatta un'altra osservazione: ritornare là dove eravamo rimasti nel 2004 - oltre che dispendioso - è anche rischioso. Potrebbe infatti indurre a portare sotto l'organizzazione delle Forze armate l'intero sistema del servizio civile obbligatorio. Quest'obiettivo sottinteso giustificherebbe l'applauso delle Penne nere all'Adunata di Treviso. E il direttore di Avvenire, che in un editoriale si iscrive "tra quanti, domenica, hanno applaudito Roberta Pinotti", annota: Guardando a Treviso una generosa, allegra e composta distesa di "penne nere" che rischia però di ingrigire e di assottigliarsi (non per entusiasmo sia chiaro, ma per fatti anagrafici) [il ministro] ha in sostanza detto che è giusta l'idea di "alpini senza fucile". Il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, vede dunque una continuità e una contiguità tra forze armate e servizio civile, che nella società sono ormai superate. Ho riportato prima il competente giudizio della Caritas italiana.

I risultati del Partito Democratico. Ad evitare equivoci, molto meglio è la strada che il Partito Democratico ha percorsa dal 2013, cioè in tutta questa legislatura, senza l'enfasi sull'argomento del suo segretario nazionale ma con il lavoro parlamentare convinto e paziente di molti che dal volontariato sono entrati in Parlamento e qui lavorano per rendere le istituzioni più adeguate alla società. Nel 2013 i volontari del servizio civile erano circa mille, nel 2017 i giovani che possono accedere al servizio sono 47 mila. Come ho già ricordato, il 18 aprile di quest'anno è stato ufficialmente istituito il Servizi civile universale, aperto tramite bando ai giovani italiani, europei e stranieri regolarmente soggiornanti tra i 18 e i 29 anni. Nel momento in cui l'ha istituto, il governo Gentiloni ha programmato una crescita dei partecipanti fino a 100 mila giovani nel 2020. La cifra di 100 mila non è simbolica: corrisponde al numero di domande presentate quest'anno dai giovani (e per metà non finanziate).
Questo nuovo impulso al volontariato civile, questa nuova legislazione, questa crescita dei finanziamenti sono risultati di cui il Partito Democratico dovrebbe andare fiero, raccontandoli non per propaganda ma per far crescere ancora di più la diponibilità dei giovani. Senza voltare la testa all'indietro vedendo sfilare gli alpini più o meno... grigi.

21 maggio 2017


1 agosto 2017
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Tino Bedin