IN PARLAMENTO
Lettera a conclusione del servizio parlamentare
Grazie di essere stati con me al Senato
Molte le persone che hanno accompagnato la mia attività

di Tino Bedin senatore dell'Ulivo

L'inizio ufficiale della campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento conclude anche il mio servizio di rappresentanza parlamentare. Praticando da politico quello che scrivevo da giornalista, ho considerato dodici anni un periodo sufficiente per portare il mio contributo di esperienze e di idee sia in Senato che nella politica. Per questo ho segnalato subito la mia volontà di non essere ricandidato.
Avendo dodici anni fa sperato di poter scrivere nelle leggi la vita delle persone, così come per molto tempo avevo fatto con le notizie sul settimanale diocesano, non ho mai vissuto il servizio parlamentare come un impegno solo personale, ma come un'esperienza collettiva di cui essere protagonista ma non titolare esclusivo.
Per questo desidero ringraziare le molte persone che, individualmente o coralmente, mi hanno accompagnato, aiutato e indirizzato nella mia attività in Senato.

In migliaia a Palazzo Madama. Alcune delle “attenzioni” continue che hanno caratterizzato la mia attività parlamentare sono nate dalla vita dei miei concittadini e ne sono state alimentate. L’idea di una scuola pubblica, perché di comunità, ha fatto strada in questi dodici anni, particolarmente nella scuola dell’infanzia. Il riconoscimento dell’impresa familiare (a volte personale) non è più solo nell’esperienza di noi veneti, ma anche in alcune leggi italiane e financo in disposizioni europee. Il bisogno della pace, esploso da migliaia di finestre, è arrivato fin nelle aule parlamentari per chiedere all’Italia di essere una “potenza” pacifica. Così come abbiamo cercato che la vita e la voce di migliaia di laici e religiosi impegnati nella cooperazione allo sviluppo fossero non generosità individuali ma “mandato” della Repubblica.
Cito solo qualche momento della vita parlamentare proprio per dare concretezza al “grazie” per coloro con cui ho condiviso questi anni. Sono migliaia le persone che sono entrate con me a Palazzo Madama, pur senza essere senatori; molte di loro magari non lo sapevano, altre hanno verificato con me le decisioni che su loro mandato ho prese.

Il Parlamento di paese in paese. Anche la democrazia e la politica, infatti, ho condivise con molte persone, in quasi tutti i paesi della provincia di Padova. Si tratta di esperienze di volontariato politico che sopravanzano le televisioni, che sono più evidenti dei grandi manifesti perché hanno il volto e le gambe e le parole di persone che si conoscono per nome, di persone che ci sono sempre, non solo al momento di chiedere un voto.
In questi dodici anni ho unito il mio volto, le mie gambe (cioè la mia auto) e le mie parole alle loro, cercando che il Senato, il Parlamento, la Repubblica non apparissero solo nella commedia politica che quotidianamente va in scena al tg, ma fossero parte di un’esperienza “normale”. Ed è stato “normale” per molti cittadini chiedermi ragione delle scelte; anche chi non mi aveva votato (e non mi avrebbe votato) ha avvertito che come cittadino ha dei diritti su un parlamentare. Il “rendere conto” è diventato così un modo normale di fare politica e di rappresentare le istituzioni repubblicane.
Anche questo ringraziamento a tutti voi, che in forme diverse mi avete aiutato in questo impegno, nasce da questo lavoro condiviso.

Tempo e proposte da condividere. Allenati ormai a non vivere da soli, sono sicuro che con le persone come voi, di cui mi sento ricco, avremo molto da mettere insieme nel tempo e nelle proposte che la Provvidenza e la democrazia ci metteranno a disposizione.

8 marzo 2006


2 marzo 2006
pa-037
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Tino Bedin