IN PARLAMENTO

Intervento in Commissione Difesa del Senato sul legittimo sospetto
Parlamento paralizzato dalla Cirami
mentre i conti pubblici vanno in malora

La drammaticità della situazione rende da sola evidenti agli occhi dei cittadini quali sono le priorità della maggioranza

Nell'ambito dell'azione di contrasto alla legge Cirami sul legittimo sospetto, il senatore Tino Bedin è intervenuto in sede di discussione generale in Commissione Giustizia, sostenendo che per Berlusconi e la maggioranza si tratterà comunque di una vittoria di Pirro.
Riportiamo il testo dell'intervento di Tino Bedin.

di Tino Bedin

Il testo al nostro esame dopo il voto della Camera dei deputati reintroduce il concetto di legittimo sospetto in un'accezione larga. Anche se non è quello che Forza Italia avrebbe voluto, sospende però i processi in corso senza un vero e proprio filtro della Cassazione, blocca l'iter di quello di Milano. E poi rende praticamente impossibile l'utilizzo degli atti in caso di trasferimento ad altra sede. Il risultato potrebbe apparire come un trionfo per Forza Italia.
Ma ha invece l'aria di una vittoria di Pirro. È su questo aspetto che mi permetto di svolgere alcune riflessioni. Lo faccio certo da "filibustiere" in commissione Giustizia, ma con la convinzione che il vantaggio sia non solo per i cittadini, non solo per l'opposizione, ma anche per la maggioranza che ha il dovere di governare bene.

Una vittoria di Pirro riguardo all'obiettivo principale. Previti ha ottenuto dalla Camera quello che voleva, anche se il Senato non la voterà in tempo utile, per anticipare l´udienza del 19 ottobre nella quale è prevista la requisitoria del pm Ilda Boccassini e così rendere vana la pronuncia della Corte costituzionale del 22 ottobre, e veder sospeso il processo a suo carico per corruzione di giudici nelle vicende Imi-Sir e lodo Mondadori.
Certo sull'applicabilità ai processi in corso, anche dopo la modifica della Camera, restano tutte le riserve di incostituzionalità per il possibile contrasto con il principio del giudice naturale precostituito per legge e prima dei fatti oggetto di causa.
Sulla prescrizione, invece, la maggioranza ha dovuto cambiare il testo proprio per superare lo sbarramento della sentenza della Consulta del 1996, anche se rimane comunque il problema del differente trattamento riservato agli imputati a seconda del tipo di reato per il quale vengono giudicati.
La sospensione obbligatoria del processo prima della discussione, introdotta proprio alla vigilia della requisitoria del processo Imi-Sir, presenta molte incongruenze. Ma probabilmente, di fronte ai dubbi di costituzionalità, l'obiettivo per ora è diventato più limitato: in attesa di ulteriori aggiustamenti, per ora l'obiettivo è proprio ottenere la sospensione del processo pendente.
Ma anche se la si otterrà, dopo la sospensione la Cassazione finalmente entrerà nel merito. E quando lo farà, sarà difficile rilevare una causa di legittimo sospetto legata a quelle condizioni oggettive (gravi situazioni locali che mettano in pericolo lo svolgimento del processo, l'incolumità pubblica o la libera determinazione delle parti) che sono state implicitamente già escluse dalla Cassazione quando ha trasmesso gli atti alla Corte Costituzionale. Infatti, se la Cassazione avesse ritenuto esistenti quelle condizioni oggettive, già in base alla norma vigente avrebbe accolto la richiesta di trasferimento del processo, e ritenuto ininfluente la questione del legittimo sospetto.

Una vittoria di Pirro riguardo al contenuto della legge. Il disegno di legge, anche nel testo che ci ritorna dalla Camera, introduce un concetto di legittimo sospetto assolutamente vago. Delle due l'una: o l'innovazione sul legittimo sospetto ripete quanto già prevede la norma attuale, e allora è pleonastica; oppure è una contraddizione in termini.
In tutti gli ordinamenti, infatti, questa nozione investe l'imparzialità del giudice come individuo. Se si guarda la giurisprudenza della Corte europea di giustizia sull'articolo 6 della Convenzione dei diritti dell'uomo, si vede che essa richiama casi che in Italia sono già regolati come casi di incompatibilità del giudice; essa ammette il trasferimento di un processo da una sede all'altra solo quando le ridotte dimensioni di un piccolo tribunale non consentano più di formare un collegio. Lo stesso vale anche per il codice di procedura penale francese.
Ora, invece, si vorrebbe spostare un processo dalla sua sede naturale escludendo a priori che nessuno degli altri 399 giudici di Milano possa rimanere indifferente alla situazione ambientale che condizionerebbe un singolo giudice o collegio. Ma come si fa a coinvolgere un intero tribunale nel legittimo sospetto su un singolo giudice o sul collegio di un processo? Come si fa a coinvolgere tutti i giudici di Milano, compresi quelli (tanto per fare un esempio) che hanno assolto Silvio Berlusconi in altri dibattimenti?

Una vittoria di Pirro riguardo all'opinione pubblica. Forza Italia esulta in nome del garantismo e dei diritti di tutti: lo ha confermato il capogruppo Schifani nell'aula del Senato durante il dibattito sul calendario dei lavori. Quello che non dice è che, per salvare i diritti di uno solo, ha reinserito nel nostro ordinamento una fattispecie giuridica che fino all´88, quando il legittimo sospetto esisteva ancora, era stato invocato solo in una manciata di casi: i processi per il delitto Matteotti, per gli omicidi di Placido Rizzotto e Salvatore Carnevale, per la strage di Piazza Fontana.
Insomma è solo propaganda millantare che quando questa legge sarà promulgata dal Quirinale si assisterà a un´improvvisa transumanza di processi a carico di tanti poveri cristi. Servirà a un deputato. Servirà ad un presidente del Consiglio. E forse a un manipolo di eccellenti. Il privilegio di pochi fa premio sul bisogno di molti. Era già successo con le rogatorie, con il falso in bilancio, con lo scudo fiscale. Ora succederà anche con il legittimo sospetto e poi con il maxi-condono fiscale. È lo stile della Casa delle libertà.
Solo che questa volta per arrivarci è necessaria una legge che ormai da tre mesi paralizza il Paese e il Parlamento, mentre i conti pubblici vanno in malora e la Fiat chiude i suoi stabilimenti, i clandestini sbarcano a frotte e le carceri scoppiano. La drammaticità dell'attuale situazione rende da sola evidente agli occhi dei cittadini quali sono le priorità della maggioranza e del governo che la guida.

Una vittoria di Pirro riguardo alla stessa maggioranza. Alla Camera il voto segreto su un emendamento dell'opposizione per una più rigida disciplina della sospensione dei termini di custodia cautelare in caso di richiesta di rimessione, ha fatto tornare alla ribalta i "franchi tiratori", L'azione dei "franchi tiratori" ha portato al risultato di 273 voti a favore - a fronte di altrettanti contrari - all'emendamento dell'opposizione. Tenendo conto dei presenti, se tutti avessero votato secondo gli ordini di scuderia, la Casa delle libertà avrebbe dovuto contare su 312 voti e l'opposizione solo su 235. Nel centrodestra si sono invece registrate 39 defezioni.
Era di questo che il governo aveva bisogno nel pieno della discussione di una legge Finanziaria che a causa dell'insipienza e della presunzione dei governanti è stata da tutti criticata?
Ma anche senza aspettare il futuro, ma pensando alla discussione della legge qui al Senato, non è irragionevole pensare che essa, specie in aula, acuirà le divisioni della maggioranza, allargherà le crepe aperte nel centro-destra, dove - appunto - decine di parlamentari hanno votato secondo coscienza, perché sapevano che questa legge è ingiustificabile di fronte ai proprio elettori (e di fronte ai tecnici della materia, quale è l'Unione delle camere penali). Previsione non irragionevole anche perché quel voto dei "franchi tiratori" è stato seguito da una dura polemica all'interno della maggioranza, dopo che il portavoce dell'Ulivo nella dichiarazione di voto ha ricordato ai novelli garantisti una lettera di Fini che chiedeva la sospensione degli stipendi dei deputati inquisiti e intonava: "Dai magistrati di Mani Pulite ci viene un alto esempio: non si sono chiusi in logiche di casta. E' ora che anche la classe politica si decida a considerarsi uguale a ogni cittadino".

Una vittoria di Pirro riguardo alla coesione istituzionale. Noi abbiamo fiducia nel capo dello Stato, un uomo che sa valutare se una legge risponde o meno alla Costituzione e non c'è bisogno che gli si dica cosa deve fare sulla legge sul legittimo sospetto.
Hanno dovuto accorgersene anche i rappresentanti della maggioranza, indotti a modificare il testo che avevano strappato al Senato e a rinviarcelo qui in terza lettura.
E i rappresentanti della maggioranza sanno che la legge Cirami va corretta nell´errore sulla sospensione della carcerazione preventiva. Non ci sarà una leggina per sistemare l´errore, ma sarà modificata la legge. Pena il rischio che il presidente della Repubblica possa non firmarla.
Comunque si comporti, il governo e la maggioranza che da esso è guidata non hanno contribuito alla coesione istituzionale in questa circostanza; hanno anzi danneggiato rapporti che per il bene comune devono essere improntanti comunque al rispetto, ma possibilmente anche alla serenità e alla reciproca fiducia. Anche questo è un danno per la maggioranza e per i cittadini.

Una vittoria di Pirro riguardo alla bravura degli avvocati-deputati. La tengo per ultima, perché anche il… solitamente compassato ministro di Giustizia non ha potuto che sogghignare che si è trattato della vendetta dell'ingegnere nei confronti della corazzata di avvocati-deputati di cui il presidente del consiglio dispone.
Mi riferisco agli errori tecnici che ho già citati.
Ha cominciato il Sole24Ore , scovando che il disegno di legge approvato alla Camera contenie un errore tecnico nel punto in cui il testo riscrive l'articolo 47 del Codice di procedura penale che disciplina gli effetti della richiesta di rimessione sul processo, sulla prescrizione e sulla custodia cautelare. "In caso di sospensione del processo - si legge nel testo ora all'esame del Senato - si applicano l'art. 159 del Codice penale e, se la richiesta è stata proposta dall'imputato, l'art. 303 comma 1". L'errore è nel richiamo a quest'ultimo articolo, che si riferisce ai termini di durata della custodia cautelare e non alla loro sospensione.
Visto che un errore c'era, ci si è domandati se fosse l'unico. Ed ecco che il contestato punto del ddl che riscrive l'art. 47 del Codice di procedura penale a ben vedere di sviste ne contiene un'altra due. "In caso di sospensione del processo - si legge nel testo - si applicano l'articolo 159 del Codice penale e, se la richiesta è presentata dall'imputato, l'articolo 303, comma 1". Naturalmente il riferimento è al Codice di procedura penale, ma non è specificato: una svista che potrebbe avere conseguenze (l'articolo 303 del Codice penale punisce la pubblica istigazione e l'apologia).
Al di là della soddisfatta battuta di Castelli nei confronti degli avvocati-deputati, con quell'errore, mentre il processo è sospeso, potrebbe non scattare la sospensione dei termini di custodia cautelare, e i detenuti uscire per decorrenza.

La maggioranza è ancora in tempo per non procurarsi queste vittorie di Pirro. Noi siamo qui a ricordarglierlo e con spirito bipartisan anche a evitare alla maggioranza inciampi che danneggiano il paese.

16 ottobre 2002

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12 novembre 2002
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