IN PARLAMENTO

Il senatore Tino Bedin lancia l'allarme nella Giunta Affari Europei
Il Governo utilizza la legge Comunitaria
per anticiparsi la delega sul lavoro

Scelte del tutto nazionali verrebbero presentate come "esigenze dell'Europa"

Nella legge Comunitaria per il 2002 il governo tenta di farsi dare una delega in tema di lavoro, nello specifico in tema di licenziamenti collettivi. "Prendendo a pretesto un ricorso presentato dalla Commissione Europea alla Corte di Lussemburgo il governo chiede al Parlamento di poter trattare attraverso un decreto legislativo il riordino della materia dei licenziamenti collettivi, riservandosi anche in questo - ad esempio - di ritoccare la soglia dei 15 lavoratori". L'allarme è stato lanciato dal senatore Tino Bedin, segretario della Giunta per gli Affari europei del Senato.
"Il ministro Buttiglione ha negato che ci sia questa trappola - continua il senatore Bedin - ma il contenuto dell'articolo 15 della legge Comunitaria è esemplare di una procedura che il governo ha già applicato: mentre la Commissione Europea chiede sostanzialmente una modifica di parole (sostituire il termine impresa con il termine più generale di datori di lavoro), il Governo pretende di essere autorizzato a riscrivere tutta la legge del 1991 sui licenziamenti collettivi. L'inserimento nella Comunitaria non è casuale: vuole crearsi un alibi, poter contrabbandare come richieste europee quelle che sarebbero esclusivamente scelte nazionali. Lo sta già facendo alla Camera con la revisione della legge sulle esportazione di armi; nulla di strano - commenta il senatore Bedin - che voglia porre le premesse per farlo anche in tema di licenziamenti".
La preoccupazione del senatore Bedin è stata alla fine inserita nel parere che la Giunta per gli Affari europei ha predisposto per la Commissione Affari costituzionali, dove ora si svolgerà la fase emendativa vera e propria.

6 giugno 2002

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3 luglio 2002
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