Parere nettamente negativo in Conferenza Unificata Regioni ed enti locali bocciano la manovra
Tornano a chiedere a Silvio Berlusconi, un incontro "importante e indispensabile"
Le Regioni sono categoriche ed esprimono un parere "nettamente negativo" sul dl 112 e tornano a chiedere al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, un incontro, "importante e indispensabile", perché le Regioni sono molto preoccupate delle relazioni istituzionali che si fanno sempre più critiche. È, in sintesi, quanto ha detto Vasco Errani, presidente della Conferenza delle Regioni. "Noi non vogliamo - ha detto Errani - un conflitto istituzionale, sarebbe un grave danno per il Paese. L'unilateralità con cui il Governo fino ad oggi ha affrontato la manovra richiede un incontro con Berlusconi e credo che il Premier l'ascolterà perche' arriva da tutte le Regioni".
"Berlusconi - ha precisato Errani - non può ignorare la difficoltà grave che vi è nei rapporti tra noi e il Governo, è impossibile non verificare che alla nostra disponibilità è corrisposto un atteggiamento quanto meno ostico del Governo". Ribadiamo con forza la richiesta di un incontro con il Presidente del Consiglio, che a questo punto riteniamo ancora più importante e indispensabile perché siamo molto preoccupati delle relazioni istituzionali che si confermano molto critiche. "Lo ribadisco - ha continuato Errani - noi non vogliamo il conflitto istituzionale, che sarebbe un grave danno per il Paese, ma il percorso di queste settimane, segnato da un atteggiamento assolutamente unilaterale del Governo, impone un chiarimento col Presidente del Consiglio che, sono convinto, vorrà accogliere a questo punto la nostra richiesta, sentendo la difficoltà grave con cui si è svolto il confronto tra Regioni e Governo in questa prima fase. Alla disponibilita delle Regioni ha risposto un atteggiamento ostico del Governo".
"Sul merito della Manovra il nostro parere è nettamente negativo e su questo devo chiarire un punto legato alla correttezza delle relazioni istituzionali", ha continuato il Presidente della Conferenza. "Per quel che riguarda il ticket si è trovata una copertura di 400 milioni che non è la copertura piena (in totale sono 834 milioni), quindi il problema rimane assolutamente aperto. L'accordo del Patto della Salute era chiarissimo: prevedeva che su quelle risorse c'era la responsabilità e la garanzia del Governo, tanto che le Regioni hanno sempre considerato parte integrante del Fondo Nazionale anche questa quota. E' bene che i cittadini italiani sappiamo come stanno davvero le cose".
Poi, commentando gli altri punti discussi in riunione: "Consideriamo del tutto sottostimato il fabbisogno sanitario 2010-2011 e ribadiamo la nostra richiesta: le Regioni sono pronte ad assumersi fino in fondo le proprie responsabilità, intervenendo per accelerare i processi di qualificazione e razionalizzazione, ma per costruire il nuovo Patto delle Salute dobbiamo per forza incontrare la disponibilità del Governo. Sul FAS, Fondo Aree Sottosviluppate, c'era un impegno di questo Governo a non mettere norme nel Decreto Legge e a discutere con noi per inserire in un Disegno di Legge le norme adeguate ad una collaborazione fattiva. Ciò non e' e la situazione rischia di mettere in discussione investimenti sui quali le Regioni (quelle del Mezzogiorno in particolare) hanno impostato la loro programmazione. Tanti, tanti segni negativi: ribadiamo le questioni della casa, c'e' un emendamento che azzera il Fondo sulle Comunità Montane...". Poi, l'appello del Presidente della Conferenza: "Non gettiamo a mare il lavoro avviato, che è un segno positivo anche se non sufficiente. Precostituire una situazione nella quale tutte le Regioni sono a rischio deficit è un errore".
Dunque un parere nettamente negativo di tutte le Regioni, espresso nel corso della Stato-Regioni del 17 luglio. In particolare sulla vicenda ticket le Regioni chiedono che sia ristabilita una verità chiara. "Lo abbiamo chiesto e speriamo si faccia - ha detto Errani, al termine della riunione - non parliamo del punto di vista delle regioni ma la verità è che il patto per la salute prevedeva la copertura piena di quella entrata da parte del governo. Il governo poteva decidere se lasciare i ticket o coprire interamente gli 834 milioni previsti dal patto". Anche le risorse aggiuntive (168 milioni di euro) per il contratto della medicina generale, secondo Errani, erano già un impegno preso dal governo Prodi. "Vogliamo che - ha ribadito Errani - sia detto agli italiani, i quali hanno diritto di capire, qual è la verità. La verità è che per il 2009 il governo doveva garantire queste risorse e noi continuiamo ostinatamente a chiedere che ci vengano date".
E che si tratti cifre corrette lo ammette lo stesso Ministro dei rapporti con le Regioni. che però dice: "Il governo Berlusconi ha fatto tutto ciò che poteva sul fronte della spesa per il Sistema Sanitario Nazionale. I 560 milioni di euro sono i soldi che il governo ha messo nell'ambito del provvedimento della manovra economica. Quello che dice Errani - ha spiegato il ministro Fitto - è giusto, tenendo però presente che ci troviamo di fronte al precedente governo che ha previsto i ticket con una copertura che andava trovata". Il ministro ha sottolineato come il governo Berlusconi "non abbia toccato il fondo 2009", pur essendo rimasta aperta la partita sui ticket sanitari "per i quali il governo ha assunto uno sforzo massimo di 400 milioni di euro a fronte degli 834 milioni necessari".
Un giudizio negativo che coinvolge tutte le Regioni, come testimoniano l’intervista rilasciata dal Presidente delle Regione Lombardia, Roberto Formigoni al quotidiano “Libero” e la presa di posizione dell’Assessore della Regione Veneto, Isi Coppola: "Questo governo - evidenzia l'assessore al bilancio - sebbene erediti una manovra di ticket da quello precedente, comunque non ha trovato gli 834 milioni di euro necessari per esentare i cittadini italiani dal pagamento. Ne sono stati reperiti 400 e gli altri 434 milioni restano a carico delle Regioni. Il Veneto deve recuperare qualcosa come 30 milioni di euro. Se ticket ci sarà, ereditato o meno, il dato di fatto è che sarà questo governo a metterlo". Sempre in tema di sanità, l'assessore Coppola fa presente che la crescita nel triennio 2006-2008 è del 3,5% mentre la dinamica di tendenza media dovrebbe essere del 4,67%. "In realtà - aggiunge l'assessore - questo governo prevede una crescita del finanziamento per la sanità dell'1,5% e questo nonostante cu sia un patto per la salute, siglato con il precedente governo, con una crescita che era già stata condivisa. Ciò comporta un taglio nel prossimo triennio di circa 7 miliardi di euro. Con un meno 2% di finanziamento per la sanità andiamo incontro ad un fabbisogno deficitario molto preoccupante che, unito all'introduzione dei ticket, mette comunque le Regioni in una condizione di grave difficoltà nei confronti del territorio".
Sulla stessa linea l’Assessore Enrico Rossi, che coordina la Commissione salute per la Conferenza delle Regioni: “la questione dei ticket rimane quindi irrisolta e non essendo assicurata da parte del Governo la copertura di 834 milioni di euro, automaticamente dovrebbe ricadere sui cittadini. Il ministro dell'Economia ha dichiarato che c'è la copertura dei ticket, avendo il Governo stanziato 400 milioni di euro. Questa notizia già la conoscevamo, sapevamo che dietro le nostre richieste pressanti questa disponibilità era venuta fuori ma non è sufficiente. Quindi non si è fatto nessun passo avanti". Anche gli ultimi estremi tentativi di trovare con il Governo delle soluzioni al problema della copertura dei ticket non sono andati a segno. Per colmare la distanza che separa governo e regioni sui fondi sanitari è stata avanzata anche una proposta da parte dell’Assessore al Bilancio della Regione Lombardia, ma il "lodo Colozzi", per cui i 400 milioni di euro messi a disposizione dal governo "congelarebbeto" i ticket fino al 30 giugno 2009, rimandando infatti a quella data la discussione su come reperire le ulteriori risorse per raggiungere la copertura, evitando nel frattempo la reintroduzione dei ticket sulla specialistica.
Anche i Comuni bocciano in toto la manovra finanziaria che sta per essere varata dal governo Berlusconi. Per il presidente dell'Anci, Leonardo Domenici, da parte del Governo sarebbe stata negata ogni proposta fatta dai Comuni. "Nessuna nostra proposta - spiega il presidente dell'Anci al termine dell'incontro - è stata discussa e approvata. Nulla dunque sulla possibilità per i Comuni di aumentare l'Ici nè le misure per concorrere all'evasione fiscale, nè l'utilizzo dei proventi derivanti dalle dismissioni immobiliari per la copertura delle spese rilevanti ai fini del rispetto del patto di stabilità interno. Sul versante Ici permane la forte preoccupazione circa il totale rimborso ai Comuni del minor gettito". Da parte dei Comuni critiche anche al taglio del 30% alle indennità e ai gettoni di presenza degli amministratori locali dei Comuni che non hanno rispettato il patto.
Tensione anche sulla sorte delle comunità montane. "Prendiamo atto della importante dichiarazione del ministro Fitto, che ha ufficialmente riconosciuto come l'emendamento votato in commissione Bilancio e che ha tagliato il fondo ordinario delle Comunità montane di ben 90 milioni di euro, abbia contravvenuto l'accordo sancito tra governo, regioni e autonomie locali in sede ufficiale. A questo punto chiediamo al governo, affinchè sia coerente con se stesso, di stralciare questa norma dal ddl 112 in sede di conversione definitiva la settimana prossima al Senato". è il presidente dell'Uncem, Enrico Borghi, a dichiararlo a margine della Conferenza Unificata. "Credo - prosegue - che darebbe un segnale importante, anche a seguito della discussione odierna in cui Uncem e Regioni e segnatamente l'assessore Colozzi, che desidero espressamente ringraziare, hanno con precisione sottolineato le pesanti implicazioni che un taglio simile avrebbe sulla vita dei cittadini nelle aree montane. Chiariamo infine, di fronte all'opinione pubblica, che a seguito di tali provvedimenti le Comunità montane italiane costerebbero all'erario esattamente l'1 per cento dei costi della Rai. E allora, vogliamo ripristinare la verità agli occhi degli italiani anche sui costi della politica?". Nella nota di Borghi si spiega che nel corso della Conferenza si è registrato un duro scontro sulle Comunità montane, terreno di una 'schizofrenia istituzionale' che vede le Regioni aver quasi tutte concluso il riordino del territorio montano, il Consiglio dei ministri decidere lo slittamento in autunno di tale scadenza e la commissione Bilancio presentare, l'altro ieri a tarda notte, un emendamento che porterebbe nel 2011 a soli 30 milioni di euro il fondo ordinario delle Comunità montane. La posizione espressa dall'Uncem, conclude la nota, "è stata condivisa e sostenuta in sede di Conferenza Unificata da parte dell'intero sistema delle Regioni, attraverso gli interventi dell'assessore al bilancio della Regione Lombardia Romano Colozzi e dello stesso presidente dellla Conferenza delle Regioni, Vasco Errani. Dal ministro Fitto, l'ammissione di un'azione, quella dell'emendamento 'taglia fondo', che smentisce l'accordo sancito dalla Conferenza Unificata del 18 giugno scorso secondo cui sulle Comunità montane nulla sarebbe stato toccato fino al prossimo settembre".
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