Audizione alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato Dpef 2008-2011: la posizione degli enti locali
Sul federalismo fiscale "le intenzioni del Governo non sono accompagnate da misure concrete; lo schema di disegno di legge di delega attua in modo confuso e contraddittorio il modello di finanza pubblica delineato dall'art. 119 della Costituzione" perché propone "un sistema che non garantisce il finanziamento certo ed autonomo delle funzioni fondamentali dei Comuni, comprimendo i valori dell'autonomia e della responsabilità degli enti locali nella gestione delle risorse e nell'attuazione delle politiche fiscali". A sottolinearlo sono stati i rappresentanti dell'Anci il 17 luglio nel corso di un'audizione sul Dpef davanti alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato. Il modello di federalismo fiscale delineato dal Governo "prevede inoltre, un modello di perequazione basato sul ruolo regionale che non garantisce la copertura dei divari fra le diverse capacità fiscali e fra i territori sul piano nazionale, nel quadro diuna potenziale subalternità dei Comuni rispetto alle Regioni".
"Perplessità e contrarietà'' relativamente al metodo utilizzato", e "sostanziale mancanza di considerazione, all'interno delle diverse prospettive di sviluppo, anche settoriali, del ruolo assunto finora dagli enti locali nonché del contributo che possono, e devono, ancora offrire al Paese per favorire la ripresa economica e per incoraggiare il miglioramento della situazione della finanza pubblica". E’ questo, invece, il giudizio espresso dall'Upi, l'Unione delle Province italiane, nel corso dell'audizione sul Dpef. Per l'Upi, ha parlato Maurizio Zingoni, componente dell'ufficio di presidenza, il quale ha spiegato che "manca in sostanza una visione di sistema che sia consona e coerente con il quadro istituzionale dettato dal Titolo V della Costituzione" e ne sarebbe chiara la riprova laddove "si ritiene di dover attendere l'avvio dell'esame del disegno di legge delega sull'attuazione del federalismo fiscale per il coinvolgimento di Regioni ed enti locali nella definizione delle strategie settoriali. Si ripropone in tal modo una visione - ormai fuori tempo - verticistica dei livelli di governo, dove è lo Stato a definire unilateralmente le politiche di sviluppo che altri dovranno realizzare". Di fatto, accusa l'Upi, l'intero Dpef si concentra sulle diverse direttrici dell'azione di Governo, "lasciando un po' troppo sullo sfondo la parte che Regioni ed Enti locali già oggi esercitano sulla base delle loro funzioni istituzionali, rinviando il pieno coinvolgimento delle autonomie territoriali ad un momento successivo alla piena attuazione del Titolo V della Costituzione, attraverso l'approvazione dei disegni di legge sulla Carta delle autonomie locali e sul federalismo fiscale".
La richiesta dell'Uncem è quella di incrementare il Fondo nazionale per la montagna "in grado di sostenere la capacità operativa delle Comunità montane per gli interventi di conto capitale a favore dello sviluppo montano". L'Uncem ha chiesto anche che nella prospettiva del nuovo sistema di finanza pubblica derivante dalla applicazione del federalismo fiscale.
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