CASSAZIONE Solo il sindaco può rappresentare il Comune nelle liti giudiziarie: molte cause a rischio
Solo il sindaco può rappresentare il Comune e non il funzionario responsabile nelle liti tra il Comune e altri soggetti. Lo ha stabilito una sentenza della Corte di Cassazione, del giugno scorso, come ha reso noto ieri l'avvocato Emilio Ponticiello, che aveva fatto ricorso contro il Comune di Roma su un presunto mancato pagamento della tassa dei rifiuti, notificatogli con una cartella firmata da un funzionario e non dal sindaco . Il legale ha spiegato che "sono quindi a rischio tutti i procedimenti in corso in tutte le materie dove un Comune non è rappresentato dal sindaco ma dal funzionario dirigente dei vari settori". Tutto nasce dal ricorso presentato contro il Comune dall'avvocato, circa sei anni fa. "Nel corso della mia attività - spiega - ho cambiato la sede dei miei studi legali tre volte. Un giorno mi arriva la lettera di un funzionario del Comune che in sostanza mi dice che non avevo assolto al pagamento della tassa per i rifiuti negli studi che avevo lasciato, cosa che ho sempre fatto". Ponticiello decide allora di opporsi alla cartella esattoriale in Commissione tributaria e ottiene l'annullamento della cartella. "Il Comune - dice ancora l'avvocato - fa ricorso in appello a nome del funzionario responsabile del settore, e il ricorso viene accolto. Faccio a mia volta il ricorso per Cassazione, opponendo che solo il sindaco può fare ricorso in appello e non il funzionario. La Cassazione stabilisce che gli articoli 34 e 35 del regolamento del Comune di Roma, vanno disapplicati sulla base delle leggi generali dello Stato che regolano i Comuni e le Province". "Questo significa che - conclude Ponticiello - sono a rischio tutti i procedimenti in corso in tutte le materie dove il Comune (qualsiasi Comune) anziché essere rappresentato dal sindaco è rappresentato dal funzionario dirigente dei vari settori. E si tratta di tantissimi procedimenti".
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