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RASSEGNA STAMPA Il Sole 24 Ore 19 agosto 2004 di Eu. B. |
Verso la Finanziaria / L'allarme di Palazzo Chigi Polillo: "Non si possono rinviare i tagli alla spesa degli Enti locali" "A rischio la tenuta della finanza pubblica: occorrono modifiche urgenti al Patto di stabilità interno"
La tenuta dei conti statali è "a rischio". Per arrestare la dinamica della spesa pubblica bisogna, da un lato, "operare drastici tagli agli enti locali". E, dall'altro, rivedere il patto di stabilità interno. A sostenerlo è Gianfranco Polillo, capo del dipartimento Affari economici di Palazzo Chigi. Per Polillo quella indicata è l'unica strada percorribile per fronteggiare "una crisi sistemica preoccupante sia per lunghezza temporale sia per gli squilibri che sta provocando". Davanti alla quale "lo Stato non è più in grado di porre un argine", commenta il responsabile del dipartimento economico della presidenza del Consiglio. Preso atto che la riforma del sistema previdenziale è già stata fatta, a suo giudizio, gli unici margini di manovra che rimangono al Governo riguardano la nascita di "una sorta di patto di solidarietà nazionale che coinvolga tutti, a cominciare dalle amministrazioni locali". Ed è essenziale che ciò avvenga subito, a partire dalla Finanziaria 2005, che il Dpef ha quantificato in 24 miliardi di euro. A proposito della manovra, la ricetta di Polillo prevede come ingrediente principale "un approfondito confronto con tutti". Questo perché "non si può più pensare di andare avanti con logiche di contrapposizione politica", spiega. Occorre invertire il trend rispetto al passato. Come conferma lui stesso un attimo dopo: "Nella Finanziaria prima venivano fissati i saldi e poi si decidevano le misure da inserire nella manovra. Ora, invece, occorre fare l'inverso, cioè individuare i saldi raggiungendo prima un accordo generale". Secondo l'economista la situazione dei conti pubblici parla da sola. "Esiste uno zoccolo duro di crisi che va avanti dal 1995 - dice -, da quando cioè scattavano i due anni fatidici per l'adesione degli Stati alla moneta unica, ed è proseguito fino a oggi". Questo perché "i Governi che si sono succeduti non hanno più fatto nulla", sottolinea Polillo. Che motiva così la sua affermazione: mentre il deficit è andato via via calando, passando dai 70 mld di euro del '95 ai 31 odierni, grazie alla diminuzione della spesa per interessi operata dall'allora ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi, il debito non ha seguito la stessa dinamica virtuosa. Ma il '95 è anche l'anno in cui la spesa delle amministrazioni territoriali fa registrare un boom. Polillo mette in evidenza come da quel momento "mentre la spesa dello Stato diminunisce, aumenta, in modo modo molto più che proporzionale, sia la spesa degli enti locali che la spesa previdenziale". Chiamando a sostegno le cifre: dal '95 al 2002 la spesa pubblica è diminuita del 15,6%, laddove quella degli enti locali è cresciuta del 55,2 e quella previdenziale addirittura del 60,2 per cento. Morale della favola: "Se tutti i centri di spesa avessero fatto la loro parte come ha fatto lo Stato, noi avremmo accumulato in questi otto anni un risparmio pari a circa 180 mld di euro, quasi 14 punti di Pil", è il suo giudizio. La tendenza si conferma anche nel 2003, con un 27% di spesa complessiva imputabile all'amministrazione centrale, il 34 a quelle locali e il 39 alle pensioni. La sproporzione diventa ancora più lampante se si passa a esaminare l'esborso per gli investimenti, circa i tre quarti dei quali fanno capo agli enti locali. Tanto basta a Polillo per dichiarare: "Con questi squilibri di finanza pubblica c'è il rischio di non riuscire più a controllare il ciclo". Ne consegue la duplice proposta di "ricorrere soltanto alle componenti degli interessi rispetto alla spesa corrente", per non penalizzare lo sviluppo, e rivedere il patto di stabilità interno, con l'obiettivo di "responsabilizzare gli enti locali nel processo di riduzione della spesa pubblica". In chiusura, un pensiero va al federalismo. E non è un pensiero positivo, almeno su quello in discussione alla Camera, definito da Polillo "una sorta di abito di Arlecchino pieno di contraddizioni".
Uscite in crescita Risultati Stime Variazioni % 2001 2002 2003 2004 02/01 03/02 04/03 Regioni Pagamenti correnti 100.866 101.101 108.784 115.443 0,23 5,62 8,11 Redditi lavoro dipendente 4.725 4.802 5.018 5.283 1,63 4,50 5,28 Consumi intermedi 3.314 3.473 3.607 3.651 4,80 3,86 1,22 Trasferimenti 89.850 89.907 94.766 103.037 0,06 5,40 8,73 di cui: Sanità 71.749 71.847 75.719 83.631 0,14 5,39 10,45 Comuni e Province Pagamenti correnti 48.396 48.905 51.095 52.690 1,05 4,48 3,12 Redditi lavoro dipendente 15.031 15.612 15.913 17.310 3,87 1,93 8,78 Consumi intermedi 22.168 22.331 23.029 23.080 0,74 3,13 0,22 Trasferimenti 5.302 5.486 6.091 6.230 3,47 11,03 2,28 Fonte: Relazione sulla stima del fabbisogno di cassa per l'anno 2003 |
21 agosto 2004 rs-086 |
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