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RASSEGNA STAMPA

Il Mattino di Padova
19 luglio 2004
di Cristiano Cadoni

Fecchio, Claudio e Crosta chiedono aiuto all'Anci veneto
Tagli ai Comuni, sindaci pronti alla rivolta
Zanonato: Padova perderà 3,5 milioni di € Casarin: la Provincia dovrà ridurre i servizi

La manovra-bis taglia il 10% delle spese correnti dei Comuni e si abbatte come una scure sui fragili bilanci degli enti locali, già penalizzati dai minori trasferimenti dello Stato, al punto che molti enti locali hanno dovuto applicare l'addizionale Irpef con contraccolpi pesanti per i redditi da lavoro dipendente. Comuni e Province di tutta Italia, uniti aldilà dello schieramento politico di sindaci e presidenti, sono già in rivolta: i Comuni perderanno più di 1 miliardo e mezzo di euro, le Province dovranno fare a meno di quasi mezzo miliardo. In tempi di vacche magre, con i trasferimenti statali ridotti all'osso e con l'addizionale Irpef bloccata, l'effetto del provvedimento è facile da prevedere: tagli ai servizi o aumento delle tariffe.
O tutt'e due insieme. Appena eletti, il sindaco Flavio Zanonato e il presidente della Provincia Vittorio Casarin possono dunque partire insieme per la loro prima crociata contro il governo. Dopo la visita di cortesia, possono cementare la loro "alleanza" su una vicenda molto impegnativa. Zanonato ha chiesto ai suoi uffici una prima stima delle conseguenze che il decreto varato dal governo avrà sulle casse del Comune. Risposta: 3 milioni e mezzo di euro in meno sui quali contare nel 2005.
"Non essendo ancora un provvedimento definitivo noi ci auguriamo che sia bloccato o modificato prima dell'approvazione in Parlamento", dichiara il sindaco che qualche giorno fa è stato a Roma e ha incontrato anche Veltroni che sta guidando la protesta contro il governo. "Per ora, alla luce di quello che siamo riusciti a sapere, sposiamo in pieno la protesta lanciata dal sindaco di Roma. L'ennesimo taglio ci spezzerebbe le gambe perché agirebbe direttamente sui nostri margini di manovra e sulle nostre possibilità di scelta, riducendole all'ordinario. Di questo passo ci resterà soltanto la possibilità di coprire le spese indispensabili e inevitabili ma nessun margine per fare scelte qualificanti".
Vittorio Casarin apprende dai giornali che la stangata colpirà anche le Province e commenta a caldo: "Sarà ancora più difficile far quadrare i conti. Il nostro bilancio era già stretto, con margini di manovra molto limitati. L' ulteriore taglio ci costringerà a sacrificare i servizi ai cittadini. Non abbiamo alternative". Il presidente della Provincia si allinea con Zanonato e annuncia: "Con l'Anci e l'Upi protesteremo. Faremo sapere al governo che questa scelta non ci sta bene".
Il decreto in realtà è ancora fermo ad uno stato embrionale di intenzioni non ben definite. Per limare il deficit, il governo stavolta ha scelto di non ridurre direttamente i trasferimenti ma di bloccare le spese previste ma non ancora deliberate. Sono soldi che i Comuni hanno solo virtualmente e che non hanno ancora speso.
I termini tecnici dell'operazione, però, sono alquanto nebulosi e c'è già chi parla di incostituzionalità del provvedimento. Tra i sindaci della provincia, il giudizio è unanime. "Il testo del decreto non è chiaro, quello che abbiamo capito è che ci rimetteremo il 10 per cento delle spese secondarie calcolate sulla media degli ultimi anni", dice Mario Crosta, neosindaco di Piove di Sacco. "Per noi vuol dire un taglio secco di 250 mila euro su un bilancio di 13 milioni. Considerato che la maggior parte delle nostre spese sono fisse, rischiamo di far saltare il normale funzionamento della macchina amministrativa. L'unica fortuna è che, avendo ricevuto negli ultimi anni trasferimenti ridotti, la Finanziaria ci ha imposto un taglio meno drastico di quello che è spettato ad altri Comuni".
E' uno dei paradossi della situazione: sta meglio chi sta peggio. Succede anche a Correzzola. "I nostri parametri sono particolari e noi con la Finanziaria abbiamo perso solo 20 mila euro", spiega il sindaco Mauro Fecchio. "Non sappiamo ancora quanto ci costerà la manovra-bis ma posso immaginare che ci renderà tutto molto più difficile. Tra l'altro va a colpire servizi e interventi già programmati. Abbiamo il bilancio aperto e non possiamo certo ritoccare le tariffe durante l'anno. Se il federalismo è questo, ridateci lo Stato centralista".
Critico anche il sindaco di Montegrotto Luca Claudio: "Noi abbiamo perso 300 mila euro con la Finanziaria, la manovra-bis ci affossa. Servisse a risanare veramente i conti dello Stato, lo capiremmo. Ma ho l'impressione che come al solito si sia deciso di colpire i più deboli senza tenere conto che proprio i Comuni sono quelli che danno i servizi reali al cittadino. Mi viene difficile credere che non ci fosse un'alternativa per far quadrare i conti e salvare le finanze dei Comuni".

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19 luglio 2004
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