I dipendenti temono la mobilità
La "legge Bassanini" e i successivi decreti stabiliscono il conferimento delle funzioni catastali ai Comuni con un contestuale trasferimento di fondi, ma anche e soprattutto di risorse umane dall'Agenzia del Territorio. E proprio questo rappresenta uno dei nodi da sciogliere per l'attuazione del decentramento. "Il processo ha registrato e registra tuttora criticità di rilievo - conferma in una nota l'Agenzia del Territorio - in relazione alle comprensibili preoccupazioni delle organizzazioni sindacali in materia di mobilità e di tutela delle professionalità dei dipendenti". Con la progressiva estensione della sperimentazione iniziale, sono cresciuti infatti i timori legati alla prospettiva di spostamenti e a un paventato utilizzo non professionalmente adeguato nell'impiego diretto presso i Comuni. In realtà la direzione dell'Agenzia conferma che non ci saranno professionalità a rischio, perché la stessa operatività di oggi dovrà essere garantita anche dagli sportelli gestiti dai Comuni. Peraltro, il decreto in corso di elaborazione introdurrebbe la possibilità di acquisizione graduale delle funzioni catastali da parte dei Comuni attraverso "moduli" di attività catastali e correlati servizi funzionali. Questa flessibilità comporterebbe il trasferimento delle risorse - umane, strumentali e finanziarie - rapportato alle funzioni trasferite e dunque anche il personale dell'Agenzia potrà adeguarsi gradualmente alla nuova situazione. Senza dubbio le preoccupazioni maggiori per i tecnici e i funzionari dell'Agenzia sono legate alla logistica. Se infatti il trasferimento avviene a livello provinciale, certamente lasciare il capoluogo per un Comune periferico, ad esempio, può risultare penalizzante. Ma sembra inevitabile e necessaria l'assegnazione di tecnici del catasto ai Comuni, perché - come rilevano i professionisti del settore - solo l'inserimento delle competenze di tecnici specializzati può evitare un passaggio traumatico e ingestibile.
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