Enti locali - Da febbraio le nuove competenze dei Comuni - Alle amministrazioni minori resta la via del consorzio di servizi Catasto, decentramento "a secco" Sul territorio sono già stati attivati 15 sportelli ma le risorse umane e finanziarie non sono sufficienti
É alle porte una svolta nel processo di attuazione della riforma federalista dell'amministrazione finanziaria. A partire dal 26 febbraio 2004, infatti, partirà il trasferimento ai Comuni delle funzioni in materia catastale. Una vera rivoluzione, nel suo piccolo, che ha richiesto un lungo periodo di transizione e un impegnativo lavoro preparatorio da parte dell'Agenzia del Territorio, che attualmente espleta le funzioni catastali, e di molti Comuni italiani. In Veneto la mobilitazione è stata consistente: a oggi sono già stati attivati 15 sportelli catastali decentrati ed è in fase di istruttoria l'attivazione di altri sei, ma non sono poche le realtà che si stanno muovendo per chiudere l'istruttoria prima di fine febbraio. "Molti Comuni in regione hanno investito energie e impegno sulla preparazione del decentramento delle funzioni catastali - conferma Leonildo Bettio, sindaco di Rubano (Padova) e segretario dell'Anci Veneto - In particolare i Comuni hanno accolto con favore la possibilità di unificare la riscossione dei tributi sugli immobili (l'Ici, ndr) e la gestione dei dati relativi agli immobili stessi. Così si potrà realizzare una politica fiscale più efficace>. Che significa poi una revisione degli estimi e un conseguente riordino dell'Ici. "Come associazione - aggiunge Bettio - abbiamo sempre sostenuto un'evoluzione federalista e dunque non possiamo che essere soddisfatti di questo passo. Restano aperti problemi legati alla sostenibilità della gestione. Per questo come Anci abbiamo sollecitato i Comuni a consorziarsi: è chiaro che le realtà più piccole non possono farcela da sole, perciò l'attivazione di un polo catastale aggregato è la soluzione. Ma la partita è ancora aperta sugli oneri aggiuntivi e dunque sulla necessità di trasferimenti finanziari adeguati". Salvo proroghe (di cui già si mormora), a partire dal marzo prossimo le funzioni verranno effettivamente trasferite agli sportelli già attivati. Ma a due mesi dalla fatidica scadenza la situazione non appare organicamente definita. La rivoluzione rischia da un lato di esser parziale - per i limiti nella preparazione di molte amministrazioni locali - dall'altro di generare non poca confusione: rispetto alle funzioni, al trasferimento di risorse umane e finanziarie ai Comuni, alla gestione di spazi e personale. Eppure il meccanismo si è messo in moto nel 1997, con la legge 59 - meglio conosciuta come Bassanini - e risale al 1998 il Dlgs 112 che individua le funzioni in materia di catasto mantenute dallo Stato e quelle conferite agli enti locali. É previsto che i Comuni svolgano i compiti trasferiti direttamente (soli o consociandosi) ovvero indirettamente, attraverso convenzioni con l'Agenzia del Territorio. Ma al 30 settembre 2003 gli enti che hanno espresso la propria preferenza erano il 49% a livello nazionale (l'80% si è pronunciato per l'esercizio diretto). Questa latitanza - come emerge da una nota dell'Agenzia delle Entrate presentata il 10 dicembre scorso alla commissione Finanze della Camera - è una criticità da superare. Per questo "sono state intensificate le azioni per acquisire indicazioni dai Comuni - riferisce Agostino Pellegrini, dirigente dell'Agenzia - Ciò soprattutto allo scopo di definire i piani provinciali, indispensabili per fornire agli organi competenti gli elementi per le valutazioni necessarie all'emanazione di ulteriori decreti attuativi". Inoltre nel 2003 l'Agenzia ha concluso l'apertura di sportelli catastali decentrati dove i Comuni hanno già deliberato e ha predisposto le condizioni tecniche (software, database) per il decentramento, una volta superate le criticità. "Gli sforzi hanno consentito di mantenere il passo in un processo articolato e complesso - ha aggiunto Pellegrini - ma hanno rafforzato la convinzione ormai diffusa che il decentramento non possa svilupparsi secondo le rigide modalità originariamente previste e nei tempi fissati". Si sta dunque valutando un'ipotesi di decentramento "flessibile", in grado di consentire a ciascun Comune di gestire direttamente un numero variabile di funzioni catastali, delegando le rimanenti all'Agenzia del Territorio.
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