QUALITA' URBANA - Periferie e centri storici degradati tentano il rilancio mettendo in opera articolate strategie di recupero: del progetto Urban II, preparato dall'Unione europea, si discute domani a Milano - Sono a disposizione 265 milioni di euro Le città si rinnovano con i fondi della Ue Si fa strada anche in Italia una nuova cultura progettuale - In tutti gli interventi è presente una forte attenzione all'ambiente
Dieci anni fa un assessore di una cittadina italiana decise che era arrivato il tempo di risolvere il problema del lungomare. E chiese di usare i fondi Urban per asfaltare quella striscia di terreno comunale. La sua idea venne bocciata su due piedi perché il programma europeo era nato piuttosto per sostenere modelli innovativi di riqualificazione urbana che associavano opere infrastrutturali a progetti di sviluppo economico e sociale. In dieci anni, anche grazie a Urban, la cultura della progettazione in Italia si è evoluta. Alcune città sono diventate best practice europee con Urban I (1994-1999) e ora altre dieci città - insieme a 60 nel resto della Ue - sono chiamate alla prova nel periodo 2000-2006. Fondi strutturali. Una volta terminato Urban II, l'Unione europea potrebbe decidere una svolta, dettata anche dalle nuove esigenze dell'allargamento. In particolare, le politiche urbane potrebbero non godere più di iniziative specifiche come Urban e rientrare nei canali di finanziamento generali destinati allo sviluppo e alla coesione sociale. Di questi timori si discuterà al Summit delle città europee organizzato per domani a Milano dal ministero per le Infrastrutture e dal Comune del capoluogo lombardo. I sindaci firmeranno una dichiarazione, "Il ruolo delle città nella coesione europea dopo il 2006". Le città chiedono al Parlamento, al Consiglio e alla Commissione Ue che si compiano ulteriori passi in avanti "nella costruzione di forme di partenariato orizzontali e verticali e nella gestione diretta da parte delle autorità locali; per questo c'è bisogno anche di una specifica iniziativa comunitaria quale strumento dedicato alla politica urbana". Nel programma Urban II, ai 114,8 milioni di euro del Fesr si aggiungono finanziamenti italiani pubblici e privati per un totale di 264,4 milioni. Una cifra non ingente ma, grazie al programma Ue, capace di attivare significativi processi di rinnovamento nei quartieri in crisi. I centri storici. A Genova, Urban II ha insistito sul degrado del centro. "La città ha assunto via via una struttura policentrica - spiega Giorgio Gatti, responsabile di Urban II e del'area centro storico del Comune - riunendo sotto di sé, dal 1926, realtà composite, come Nervi, Voltri e altre. Questa struttura non ha consentito come altrove la nascita delle periferie, mentre il centro è diventata la zona di accesso alla città un tempo per gli immigrati meridionali, oggi per gli extracomunitari. Insomma il centro è diventata la periferia della città". Urban II si è concentrato sulla sua rivitalizzazione. "La vera strategia passa attraverso la riconquista del Porto Antico - aggiunge Gatti -. Fino al '90 il centro non si affacciava al mare, c'erano una barriera fisica, una cancellata, e una barriera amministrativa". Dal '92 con i progetti per le Colombiadi, con l'Acquario disegnato, per la parte esterna, da Renzo Piano e poi con le opere per il G8, la città si è riappropriata della zona portuale. Urban II consente di dare nuova linfa a questi progetti. A marzo sarà inaugurato il Museo del mare e della navigazione, nell'edificio Galata in Darsena. Per rivitalizzare i caruggi sono state messe in campo da alcuni anni attività di animazione economica come un incubatore che ha consentito la nascita di una trentina di imprese. Anche Taranto sta riscoprendo il suo centro: è alle prese con un'imponente mole di restauri nella Città Vecchia, dove oggi abitano appena duemila persone. Utilizzando Urban II e i Por sta recuperando immobili storici che saranno destinati a nuovo uso, tra cui il polo universitario. Le periferie. Urban investe anche le classiche periferie industriali. É il caso di Torino, dove l'area bersaglio degli interventi è il quartiere a ridosso di Mirafiori Nord. A Milano, invece l'ambizione del Comune è il rilancio di una periferia in degrado attraverso l'integrazione con il nuovo polo fieristico Rho-Pero. L'area è a Nord-Ovest del capoluogo lombardo e comprende alcuni dei quartieri più degradati, a fianco dell'attuale polo fieristico. "Nella nostra azione vogliamo guidare lo sviluppo ed evitare le possibili ricadute negative", spiega l'assessore allo Sviluppo del territorio, Giovanni Verga. Il progetto punta sulle infrastrutture e su un sistema di trasporti intelligenti. E poi sulle iniziative a favore dell'occupazione. Partirà a breve uno dei dei centri lavoro che avrà sede a Villa Scheibler, presto restaurata. Le imprese. Ma è soprattutto al Sud che si concentrano gli interventi per lo sviluppo locale. A Mola di Bari, al bando destinato alle imprese turistiche sono arrivate 106 domande. Degli 895mila euro di incentivi ai privati, potranno beneficiare 40-50 imprese. A Misterbianco (Catania) Urban II sta cercando di combattere i gravi problemi economici e sociali che colpiscono la cittadina siciliana di 45mila abitanti. L'area urbana, che si è sviluppata senza piano regolatore, registra una forte disoccupazione di lungo periodo e fenomeni di criminalità. Il Comune ha finanziato 60 progetti per nuove imprese e 20 per attività già esistenti ma con esigenze di ripresa. Inoltre si sta lavorando per il rilancio della zona commerciale. Gli strumenti finanziari. Urban II mette in campo anche strumenti innovativi da punto di vista finanziario. Tutti i progetti vedono la partecipazione dei privati ma nel caso di Caserta, un ex imprenditore prestato all'amministrazione comunale ha utilizzato il project financing, che già aveva sperimentato per il cimitero. "All'interno di Urban è il primo caso italiano - spiega Alfredo Messore, dirigente settore Lavori pubblici del Comune - e sicuramente uno dei pochi europei". Su 20mila metri quadrati è stata costruita un'area sportiva per un investimento di quattro milioni di euro. Metà proviene da finanziamenti comunali e da Urban II con contributi per l'esecuzione di lavori, altri due da un'impresa privata che ha vinto la gara. La società - che si fa carico anche degli investimenti nelle infrastrutture come strade, fogne, eccetera - potrà rientrare nell'investimento attraverso la gestione economica delle strutture realizzate. Il partenariato. Con Urban II, Torino si sta confermando tra le best practice per il partenariato sociale. Le forze economiche e sociali sono state coinvolte attraverso il forum per lo sviluppo locale, che nei confronti del Comitato Urban II ha un ruolo consultivo. Queste forze sociali hanno contribuito all'elaborazione del programma stesso. "Hanno partecipato a workshop, focus group, hanno avanzato idee e proposte - spiega Gianfranco Presutti, direttore del Comitato Urban II -. Non solo: il fatto stesso che la zona a ridosso di Mirafiori sia stata candidata a Urban II è perché lì c'è un certo livello di organizzazione delle forze sociali". Ora il forum partecipa all'azione di monitoraggio costante del Comitato. L'ambiente. Interventi contro il degrado ambientale rientrano in tutti i progetti Urban. A Carrara gli abitanti del centro storico devono convivere forzatamente con 900 camion al giorno. Sono i tir che trasportano il marmo dalle zone di estrazione a monte della città alle zone di lavorazione che stanno a valle. Negli ultimi anni il centro è diventato un incubo per smog e rumore e la gente se ne è andata a Marina di Carrara e nelle zone vicine. Con Urban II si sta costruendo un bypass viario che consente di salvare il centro, che sarà rivitalizzato con contribuiti all'imprenditoria (è partito il primo bando per commercio e pubblici esercizi) e iniziative di tipo sociale. I modelli esteri. Mola di Bari, il più piccolo dei Comuni che partecipano a Urban II, sogna di diventare una piccola Barcellona. E l'assessore ai Lavori pubblici e Pianificazione del territorio, Nico Berlen, ha chiamato Oriol Bohigas, fautore del rilancio della città catalana. "Ma non ho voluto cercare il nome di grido - spiega l'assessore - piuttosto volevo adottare la sua idea di città pubblica. Qui gli strumenti regolatori sono stati per anni al servizio di interessi privati, anziché di pianificazione pubblica". E soprattutto l'architetto spagnolo - che è stato "ingaggiato" anche a Taranto - ha costruito un nuovo rapporto tra le città e il mare, da Barcellona a Rio de Janeiro. Nel suo progetto per Moli è prevista la destinazione anche a porto turistico dell'attuale porto peschereccio e poi la realizzazione di un sistema ludico-ricreativo (due spiagge urbane, risistemazione dell'area, eccetera). Una progettualità avanzata - coinvolge anche il Politecnico di Bari - che per la parte curata da Bohigas costa circa 300 milioni di euro.
Le città
Ripartizione del Pic Urban II per città | | Fondi comunitari | Spesa totale * | Carrara | 8.860.000 | 27.165.000 | Caserta | 15.020.000 | 29.258.280 | Crotone | 15.050.000 | 25.083.333 | Genova | 10.710.000 | 29.522.459 | Milano | 10.730.000 | 26.999.999 | Misterbianco | 15.050.000 | 25.090.000 | Mola di Bari | 8.620.000 | 21.853.582 | Pescara | 4.900.000 | 12.250.000 | Taranto | 15.130.000 | 38.750.000 | Torino | 10.730.000 | 28.425.000 | Totale | 114.800.000 | 264.397.653 | * Oltre ai fondi comunitari comprende i fondi statali, regionali, locali e i fondi stanziati dai privati |
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