TRASFERIMENTI. Nel documento economico all'esame del Parlamento è prevista una forte riduzione dei fondi statali alle amministrazioni locali rispetto al 2003 Il Governo taglia al Veneto 66 milioni di euro Il raffronto dell'Anci regionale lascia pochi margini ai Comuni: si raggiunge anche il 30% in meno. Penalizzati i centri più piccoli
San Michele al Tagliamento -1,63 per cento; Montagnana -1,99%. Se nei due comuni, uno in provincia di Venezia, l'altro di Padova, non ridono, a Cerro Veronese piangono a dirotto con il loro -30,80%. Sono alcuni valori estremi di un elenco che fa presagire tempi duri e bui per le amministrazioni comunali del Veneto. L'Anci (Associazione Comuni) regionale ha stilato la classifica dei tagli diretti e indiretti dei contributi statali previsti nella prossima Finanziaria. Fatti due conti il Veneto, spiega Leonildo Bettio, responsabile dell'Anci veneto per la finanza locale, "dovrà "accontentarsi" di 862.671.628 milioni (190,53 euro per ogni cittadino), cioé di 66.204.622,42 milioni di euro in meno (-7,13%) rispetto al 2003 quando i trasferimenti sono stati di 928.876.251 milioni (205,15 euro a testa)". Un duro colpo, commenta Maurizio Facincani, sindaco di Villafranca e presidente dell'Anci regionale, "almeno da dieci anni i Comuni stanno subendo continui tagli, a volte anche del 10%". Quindi, la proposta di una possibile ulteriore limatura del 3% (che a conti fatti dall'Associazione avrà valori assai più elevati) ai trasferimenti contenuta in Finanziaria, non può essere accettata". Il vicepremier Fini ha inteso raccogliere il grido di allarme dei Comuni, accettando i correttivi provenienti dalla periferia. E i Comuni si augurano che in fase di dibattito in Parlamento le cose possano cambiare. "Si chiedono sempre sacrifici ai Comuni - spiega Facincani - ma va rivisto il sistema della finanza locale, ora basato sulla spesa storica, che ha premiato chi ha speso troppo e penalizzato invece amministrazioni, come quelle venete, da sempre virtuose". Di qui la proposta della compartecipazione Irpef: almeno il 6% delle tasse pagate dai cittadini deve restare ai Comuni. A livello nazionale (riferimento agli oltre 8.100 comuni) il taglio complessivo dovrebbe essere del 6,21% (862 milioni in meno) di quanto erogato lo scorso anno. Una scure che si abbatterà soprattutto sui piccoli comuni, concentrati in particolare al Nord. Ai valori dei trasferimenti del 2003, spiega ancora Bettio, "dovrebbero essere detratte per ogni Comune le cifre tagliate e soprattutto i mancati rifinanziamenti di poste previste da sempre come il riconoscimento delle economie da mutui o dell'incremento pari al tasso di inflazione programmata, i contributi integrativi per gli enti sottodotati finanziariamente e i vari aiuti per gli investimenti. Tra questi ultimi, il fondo per i Comuni fino a 5mila abitanti nel quale sono previsti contributi per quelli fino a tremila abitanti pari a 25mila euro per ogni amministrazione". Insomma, secondo l'Anci si tratta di un bel salasso "che va al di là della limatura del 3% annunciato nella fase di presentazione della Finanziaria". Partendo dai capoluoghi, Belluno dovrebbe rinunciare al 3,85% dei trasferimenti (pari a 279mila euro rispetto ai 6,5 milioni del 2003); Padova da 35 milioni 600mila calerebbe di un milione 700mila (-5%); Rovigo per quest'anno ha ricevuto 10 milioni 245mila euro, ne perderebbe 251mila (-2,11%); Treviso dai 18 milioni 657mila calerebbe di un milione 480mila euro (-7,86%); Vicenza con 25 milioni e mezzo nel 2003, vedrebbe arrivare nelle sue casse quasi due milioni in meno (-7,52%); Verona per quest'anno ha ottenuto 71 milioni 256 mila euro di trasferimenti, per il 2004 ne otterrà l'8,85% in meno pari a poco più di 6 milioni; i conti di Venezia, 91 milioni nel 2003, non potranno prevedere due milioni di euro in meno (-2,34%).
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