una rete di municipi
 SERVIZIO ENTI LOCALIbedin1@senato.it   06 6706 3017   06 6706 3798 
 
RASSEGNA STAMPA

Il Sole 24 Ore
27 ottobre 2003
di Gianni Trovati
Finanziaria 2004 - A causa della diminuzione dei trasferimenti i Comuni saranno costretti a rivedere le spese per il welfare
Lo Stato taglia i fondi, l'ente i servizi
A cambiare l'umore dei Municipi non è bastata l'apertura di credito del Governo con la proposta di un tavolo tecnico di confronto

«Non si vedeva niente di simile dalle manovre "lacrime e sangue" dei primi anni 90». É quanto afferma Leonardo Domenici, sindaco di Firenze e presidente dell'Anci, mentre Gianfranco Burchiellaro, primo cittadino di Mantova, propone addirittura ai colleghi di mostrarsi in mutande per rappresentare, in un modo che certo non lascia spazio a equivoci, quale sia la condizione delle casse comunali. La Finanziaria 2004 e il maxi-decreto che l'accompagna non potevano trovare accoglienza peggiore nei municipi italiani, che denunciano come insostenibile il conto presentato dal Governo.
Servizi a rischio. Accanto ai 1.800 milioni di risorse in meno previsti dalla Finanziaria 2003, infatti, la manovra riduce ulteriormente i trasferimenti, portando la somma complessiva delle minori entrate a quota 2.590 milioni (si veda "Il Sole-24 Ore" dell'8 ottobre 2003). "A pesare sul bilancio finale - elenca Oriano Giovannelli, sindaco di Pesaro e presidente di Legautonomie - è anche il mancato adeguamento dei trasferimenti al tasso di inflazione programmata, che ci sottrae quasi 200 milioni di euro, e l'assenza degli stanziamenti per il Fondo investimenti. Il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici - aggiunge - ci fa piacere ma crea nuovi costi, e non c'è traccia del contributo dell'1% promesso dal Governo". Se i Comuni sono in primo luogo erogatori di servizi, l'assottigliarsi dei fondi a disposizione è destinato a ripercuotersi direttamente sui cittadini.
Spiega Giovannelli: "Una famiglia che riceve un contributo comunale per pagare l'affitto, come oggi accade sempre più spesso, rischia di trovarselo impoverito, e chi ha un figlio portatore di handicap seguito da un centro diurno può vedersi ridurre le ore di disponibilità. Mentre cresce la domanda di asili nido, anche in seguito ai fenomeni migratori e alle regolarizzazioni, gli enti devono rinunciare agli aumenti delle strutture, e nei casi peggiori saranno costretti a ridurle. I tagli - conclude il sindaco di Pesaro - incideranno sulla qualità della vita e sul bilancio famigliare, perché l'unica alternativa è l'aumento delle tariffe".
Welfare ed e-government in difficoltà. "La Finanziaria - concorda Burchiellaro, l'autore della "proposta indecente" - colpisce la spesa corrente, e quindi impone interventi drastici sui servizi essenziali". Il sistema del welfare locale rischia la paralisi secondo il sindaco di Mantova, che nella manovra di bilancio legge un'impostazione paradossale: "Da un lato - ragiona - si costringono i Comuni a tagliare gli asili nido, e dall'altro si concedono bonus per i secondi figli, cioè si indebolisce una struttura stabile per elargire aiuti una tantum". Un'altra voce che può subire sofferenze pesanti è quella legata a innovazione ed e-government, in cui secondo Burchiellaro "domina la confusione e manca una strategia chiara. Nella Finanziaria non c'è una parola sulla carta d'identità elettronica e ancora manca un investimento specifico per l'innovazione, perché finora sono stati utilizzati i soldi derivati dalla gara per l'Umts, accanto a uno stanziamento del Cipe. In questo modo non so quali risultati potremo raggiungere".
Federalismo fiscale al palo. A cambiare l'umore delle città non è bastata nemmeno l'apertura di credito da parte del vicepremier Gianfranco Fini, che intervenendo all'assemblea nazionale dell'Anci aveva sottolineato la disponibilità del Governo ad ascoltare le voci dei sindaci. "Fini - commenta Gian Luca Galletti, assessore al Bilancio del Comune di Bologna (guidato dal centrodestra) e responsabile Anci per la Finanza locale - ha proposto un tavolo tecnico di confronto, e noi siamo d'accordo. Faccio però notare che i Comuni avevano sollevato questa esigenza a partire dal giorno successivo all'approvazione della Finanziaria 2003".
Il mancato confronto con gli enti locali, del resto, è una delle principali accuse che Galletti muove al Governo. "Il fatto - precisa - è che il federalismo fiscale è lontano dalla realizzazione, e senza questo passo fondamentale la confusione e il braccio di ferro costanti sono inevitabili. Manca ancora il documento d'indirizzo previsto dalla Finanziaria 2002, è quasi impossibile che i lavori dell'Alta commissione sul federalismo fiscale si concludano entro il 2004, che avevamo fissato come termine ultimo, e di conseguenza è impossibile attuare l'articolo 119 della Costituzione". Si tratta di un tarlo che mina alla base l'intero Titolo V e ogni impostazione federalista perché, spiega ancora Galletti, non si possono distribuire davvero le funzioni senza stabilire una conseguente articolazione finanziaria degli enti.

sommario

27 ottobre 2003
rs-049
scrivi al senatore
Tino Bedin