Tagli pesanti per i piccoli. E l'Anci sbatte la porta in faccia a Tremonti Sui Comuni la mannaia della Finanziaria
Giulio Tremonti, ministro dell'Economia, illustra la Finanziaria e la riforma delle pensioni all'Ecofin. "Ho illustrato brevemente la nostra politica di bilancio e la riforma delle pensioni facendo notare che è stato approvato un articolato dal governo e che ora è all'attenzione del Parlamento", dice Tremonti. A chi chiede se abbia chiarito la questione del "quando" partiranno i 40 anni di contributi (anche ieri nel governo si sono avute aperture a uno scaglionamento) risponde secco: "Non credo che la questione sia di interesse in questa sede". La stessa risposta a chi chiede quanto si riparmierà. Il governo non incassa né il via libera sulla manovra, né sulle pensioni. "Commenteremo dopo un'attenta analisi", dice Pedro Solbes, commissario europeo all'Economia. Intanto sia Finanziaria che pensioni sono al centro di nuove tensioni. L'Anci annuncia che non tratterà più con il governo "fino a quando non avvierà una iniziativa che tenga presente le richieste dei Comuni italiani". Una protesta senza precedenti. Ma i tagli non sono da poco. Alcuni esempi: Milano -7%, Bologna -7,3%, Grosseto -7,4%. Peggio ancora per i piccoli: Valdengo, provincia di Biella, -24%, Spineda (Cremona) -19,4%. Di sorprese la Finanziaria ne riserva altre, buone e cattive. Come i tagli ai contratti di progetto, come le risorse per il sud che Bonanni, Cisl, definisce "inesistenti". La sorpresa buona, dice Rocco Buttiglione, ministro delle Politiche Comunitarie, potrebbe venire dalle Privatizzazioni. Al capitolo, ma non in Finanziaria, si potranno ascrivere le cartolarizzazioni dello Scip 3, terza tranche di vendita di immobili pubblici. Qui c'era il problema delle case della Difesa. "Tra fine ottobre e inizio novembre - dice il sottosegretario all'Economia, M.Teresa Armosino - si parte, con o senza alloggi della Difesa". Anche perché al loro posto il governo pensa di mettere in vendita le caserme dismesse. "Quelle vuote sono 560 e c'è già un elenco di 330". Tra le brutte sorprese della Finanziaria ci sono anche i tagli agli investimenti per le infrastrutture. "Meno 13,3% rispetto allo scorso anno - dice Claudio De Albertis, presidente dell'Ance, costruttori - ma nel 2005 e 2006 è prevista una sostanziosa assegnazione di risorse". Sulle infrastrutture le notizie peggiori vengono dall'Ecofin, nonostante l'ottimismo di facciata di Tremonti. Il nodo è il contenuto da dare al Piano di crescita voluto dalla Commissione europea. Il governo italiano, fa fede la trasformazione della Cassa depositi e prestiti in Spa, punta molto sul Piano. I soldi per le infrastrutture devono venire da lì, via Banca europea degli investimenti, e si parla di 70 miliardi di euro da qui al 2010. Solo che mentre l'Italia vuole ponti e ferrovie, nel resto di Europa si fa largo lo slogan "meno cemento, più teste". Lo sviluppo, dicono soprattutto i Paesi del Nord Europa, ma anche Francia e Germania, passa da progetti sul digitale nel settore radio-televisivo, sul rilancio di Internet in banda larga, sul rafforzamento del sistema satellitare europeo Galileo. Si deciderà fra novembre e dicembre.
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