Corte Costituzionale Elettrosmog. Decreto Gasparri bocciato
Bocciando, con la loro lunga pronuncia (93 pagine, relatore Carlo Mezzanotte), gran parte delle questioni sollevate dalle Regioni sulla "legge obiettivo", i giudici della Consulta hanno invece giudicato fondata la questione che ha investito l'intero decreto legislativo 198/2002, il cosidetto decreto Gasparri. La Corte gli ha contestato il vizio di eccesso di delega.
Il "decreto Gasparri" comporta procedure uguali su tutto il territorio nazionale per il rilascio delle autorizzazioni per l'installazione delle infrastrutture di telecomunicazione, tramite il sistema del silenzio assenso. Si trattava quindi di un decreto in grado di accelerare le procedure di installazione delle infrastrutture, semplificandone i modi ed i tempi. Fra gli obiettivi del provvedimento, infatti, figura la razionalizzazione delle procedure autorizzate e la certezza dei termini per la conclusione dei procedimenti amministrativi. Con il decreto si stabilivano procedure certe e rapide per il rilascio delle autorizzazioni per l'installazione di reti ed antenne da parte dei Comuni, rimettendo ad una Conferenza di Servizi la decisione sulle richieste che prevedono particolari approfondimenti e privilegiando il rigoroso controllo dei limiti alle emissioni elettromagnetiche stabilite dalla normativa. Il decreto prevede inoltre che per le opere necessarie per la posa delle reti gli operatori dovranno utilizzare un unico scavo al fine di limitare i disagi ai cittadini. Grande attenzione era riservata anche all'ambiente, demandando alle agenzie regionali dell'ambiente il pronunciamento sulla compatibilitą degli impianti di qualitą fissati a livello nazionale. Ampiamente soddisfatta l'opposizione.
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