Il Testo unico responsabilizza il dirigente
Il nuovo testo unico sulle espropriazioni determina per gli enti locali numerose novità. Basti ricordare l'obbligo di istituzione di uno specifico ufficio, anche in forma associata; la responsabilizzazione diretta del dirigente nell'adozione di tutti gli atti; l'unicità del procedimento; la necessità che l'ente abbia concretamente disponibili fin dall'avvio del procedimento le risorse per finanziare gli espropri e la previsione di limiti temporali e di indennizzo per l'apposizione di vincoli e per la loro reiterazione. I comuni sono quindi diventati titolari dell'intero procedimento espropriativo. E, in virtù del principio della distinzione delle funzioni tra dirigenti e organi politici, tutti i compiti gestionali, compresa l'adozione del provvedimento finale, sono stati attribuiti ai dirigenti. Si deve sottolineare l'attenzione che il Dpr 327/2001 dedica affinché la titolarità di questo procedimento appartenga al dirigente e affinché l'eventuale delega risulti fortemente circoscritta. Il provvedimento dedica una specifica attenzione alla necessità dell'assoluto rispetto delle procedure formali (comunicazioni e notificazioni, ad esempio), la cui inosservanza è pesantemente sanzionata. Secondo il vicepresidente dell'Anci, Fabio Melilli, "non siamo dinanzi a innovazioni di poco conto, visto che incidono radicalmente sulle forme di tradizionale gestione di tale problema. Anche se molte delle ragioni di incertezza non sono state risolte". Non si possono dimenticare, prosegue Melilli, gli oneri diretti e indiretti, nonché gli appesantimenti procedurali che le nuove regole determinano per gli enti locali: "Tali oneri non sono in alcun modo finanziati e risultano assai pesanti per i comuni più piccoli. L'insieme di tali motivazioni sta spingendo gli enti locali a preferire la strada dell'intesa con i proprietari, usando l'espropriazione sempre più spesso come uno strumento della trattativa".
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