Il presidente dell'Anci «Un limite anacronistico e ingiusto» «Anche Ciampi si è detto d'accordo con noi»
Tra gli argomenti maggiormente discussi e affrontati in più sedi, ormai da lungo tempo, quello relativo al cosiddetto vincolo del doppio mandato per sindaci e presidenti di Provincia si caratterizza, innanzitutto, per l'accentuata trasversalità che tuttora esprime. Su questo tema, infatti, si assiste ad un acceso dibattito volto a sostenere le ragioni di chi, in estrema sintesi, ritiene che debba ormai essere superata l'attuale normativa e di chi, al contrario, afferma la validità di quanto disposto dal Testo unico degli enti locali che ha ricompreso quanto previsto in origine dalla legge 81 del 1993, sull'elezione diretta del sindaco e del presidente della Provincia, ormai giunta al primo decennio dalla sua approvazione. Tale legge ha consentito al sistema delle Autonomie e all'intero ordinamento italiano di compiere significativi passi in avanti rispetto ad una superata concezione delle amministrazioni locali; concezione ormai consegnata alla storia. Una buona legge, quindi, inseritasi in un successivo contesto normativo assai ampio ed ambizioso che, partendo da una vera e propria "Costituzione delle Autonomie locali", quale è stata la legge 142 del 1990, passando tra le numerose riforme realizzatesi nell'ultimo decennio tra cui le leggi "Bassanini" e la redazione del Testo unico sull'ordinamento degli Enti locali, fino alla riforma del titolo V della Costituzione, ha consentito di avviare un profondo rinnovamento dell'intero sistema socio-economico del nostro Paese.
É partendo da queste considerazioni che l'Anci ha, da tempo, assunto una precisa posizione riguardo all'opportunità di superare il vincolo previsto per il mandato dei Sindaci; limitazione che non appare più rispondente alle reali esigenze di governabilità dei Comuni e delle Province e non riscontra limiti equivalenti negli altri livelli di governo oggi rappresentati, in maniera equiordinata, nell'articolo 114 della Costituzione.
L'Anci ha, più volte ed in tutte le sedi opportune, rappresentato con estrema fermezza l'incongruenza della normativa in materia di successione dei mandati elettivi del sindaco, sottolineando l'iniquità e la singolarità di tale limitazione oltre che, evidentemente, il sempre maggiore anacronismo. Appare evidente, quindi, la disparità di trattamento tra coloro che, pur se in diversi livelli di governo, sono chiamati ad amministrare la cosa pubblica con lo stesso impegno, la stessa assunzione di responsabilità - per i sindaci assai più diretta che in passato - ma con premesse di durata rigidamente precostituite solo per alcuni di loro, indipendentemente dalla bontà o meno del proprio operato. Inoltre altri aspetti, non certamente di minore spessore di quanto sin qui espresso, rilevano in merito alla questione della limitazione dei mandati. La norma, infatti, così come pensata, è causa indirettamente di ripercussioni sul cittadino elettore, cui non viene garantito il fondamentale diritto di libertà di elettorato attivo, limitando la scelta o la riconferma della propria rappresentanza da parte delle popolazioni locali, indipendentemente da condizioni temporali predeterminate ex lege, problema molto sentito, in particolare, nei Comuni di minore dimensione demografica dove non sempre è facile individuare candidati alternativi a quelli uscenti.
Un'ulteriore incongruenza si rileva, inoltre, considerando che, negli stessi Comuni, per quanto riguarda gli assessori tale limite è già stato esplicitamente abrogato dalla legge 265/99. Queste, in sintesi, le motivazioni che hanno spinto l'Anci, insieme alle altre associazioni rappresentative delle Autonomie locali, ad allinearsi sulla necessità che il Parlamento proceda all'approvazione di un disegno di legge tra i ben sedici depositati su questo argomento tra Camera e Senato. Evidentemente, la complessità delle questioni sottese alla questione del superamento dei limiti del mandato è stata tale da non consentire, finora, di compiere i necessari passaggi normativi. Riteniamo, però, che i tempi siano ormai maturi per una decisione.
L'Anci ha sempre mantenuto un'impronta istituzionale nel portare avanti la propria azione nelle molteplici attività svolte a sostegno di questa vicenda. Questo percorso, non certo agevole, ha portato l'associazione a raccogliere il consenso della più alta carica dello Stato; il Capo dello Stato infatti, incontrando alcuni mesi fa i sindaci dei piccoli Comuni italiani, si è detto apertamente favorevole al superamento del limite dei due mandati. E proseguendo la nostra attività ancora pochi giorni fa, nel corso della Conferenza Stato-Città del 24 Luglio scorso, abbiamo rappresentato al governo la necessità di superare tale limite.
Attualmente in Parlamento sono depositati ben 16 disegni di legge che affrontano, con proposte diverse, questo tema. Se questo testimonia da un lato l'interesse delle forze politiche sull'argomento, dall'altro evidenzia la difficoltà nel procedere in tal senso. Per questo, in quella sede, abbiamo chiesto che il governo, per quanto di sua competenza, contribuisca con decisione al raggiungimento di una migliore coerenza del sistema elettorale, favorendo l'esito di un tempestivo e compiuto dibattito parlamentare capace di trovare una soluzione al problema di un limite di mandato che ormai appare totalmente anacronistico e immotivato.
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