TREVISO. A Ormelle l'assistenza non è più gratis: prestazioni in cambio di aiuti economici
Se vuoi avere il sussidio lavora per il Comune
Un'ora di attività sarà quotata 6 euro. Il sindaco: molti hanno già fatto retromarcia
È giusto aiutare chi non arriva alla fine del mese. Ma è anche giusto che chi riceve contributi pubblici dia qualcosa in cambio. Questa la convinzione che ha spinto il Comune di Ormelle, paese del trevigiano vicino a Oderzo, a inaugurare la formula del prestito d'onore. Il meccanismo è semplice: i residenti che chiedono un aiuto economico devono guadagnarselo lavorando per conto del municipio. Le cose da fare non mancano: dalle aree verdi da ripulire agli edifici da imbiancare. La giunta guidata da Sebastiano Giangravé ha stabilito che un'ora di attività vale 6 euro. Per ottenere un contributo sufficiente a saldare una bolletta da 200 euro, ad esempio, bisognerà lavorare almeno 33 ore. E così via. Altro che assistenzialismo. "La crisi si fa sentire e molti bussano alle nostre porte dicendo di non riuscire a pagare le bollette - spiega il sindaco - con il prestito d'onore abbiamo voluto da una parte evitare l'umiliazione dell'elemosina e dall'altra avere la disponibilità delle persone a svolgere le incombenze del Comune, alle prese con il blocco delle assunzioni". E il sistema ha già iniziato a sfoltire le richieste. Molti, infatti, si sono tirati indietro non appena gli è stato chiesto di lavorare per poter accedere ai contributi. "Fra tutti colore che sono venuti a chiedere aiuto - rivela Giangravé - la maggior parte si è tirata indietro davanti alla prospettiva di dover lavorare. E questo la dice lunga...".
Non manca però il rovescio della medaglia. "C'è anche chi ha voglia di lavorare ma non riesce a trovare un'occupazione - specifica il sindaco - in questi casi il loro impegno viene valorizzato dal meccanismo di erogazione dei contributi". "Si tratta di una soluzione pragmatica che consente di aiutarsi a vicenda - aggiunge - nei Comuni ci sono sempre parecchi lavori che vengono rinviati: le imbiancature degli edifici pubblici, delle sale riunioni e delle palestre. Così come la cura del verde pubblico". Il municipio ha pensato a tutto. A cominciare dalle coperture assicurative, indispensabili per chi si mette a lavorare per conto del pubblico. "La paga non è a livello di mercato - spiega Giangravé - ma è comunque dignitosa".
Il sistema ora potrebbe essere introdotto anche negli altri Comuni che fino ad ora hanno provato un po' tutte le strade per dare lavoro retribuito ai residenti in difficoltà: dai mini-jobs pagati con i voucher da 7,50 euro netti all'ora fino ai programmi di lavoro per i detenuti modello, senza scordare i progetti cofinanziati dalla Regione per impiegare residenti disoccupati attraverso le cooperative. "Quella di Ormelle è un'ottima idea - è la benedizione di Vigilio Pavan, presidente dell'Associazione dei Comuni della Marca trevigiana - nulla vieta di fare volontariato per il Comune". Sulla stessa linea la Cgil: "Ci sono già dei bonus per le bollette di chi è sotto la soglia di povertà - sottolinea Paolino Barbiero, segretario Spi-Cgil - ma se si vuole dare qualcosa in più evitando di farlo a fondo perduto, tanto meglio. Questo può anche consentire alle persone di rimotivarsi e di reinserirsi nel contesto sociale".
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