di Tino Bedin assessore all'Economia del Comune di Cadoneghe
Si può votare contro una speranza? Certamente no. Per questo i senatori del Partito Democratico si sono astenuti sul disegno di legge che introdurrà il federalismo fiscale in Italia. I senatori del PD sono però ben consapevoli che, anche dopo l'approvazione dei deputati, il federalismo fiscale per Cadoneghe come per tutti gli altri Comuni italiani continuerà ad essere solo una speranza e non una realtà con cui rispondere ai cittadini: la Destra prevede infatti che la riforma vada a regime entro nove anni dall'entrata in vigore della legge.
La Destra ha già buttato via un'intera legislatura (2001-2006) in cui governava senza attuare l'articolo 119 della Costituzione, in base al quale gli Enti locali devono avere risorse sufficienti al finanziamento integrale delle funzioni (cioè delle prestazioni e dei servizi) loro attribuiti. Con i suoi numeri parlamentari la Destra ha poi bloccato le riforme del centrosinistra tra il 2006 e il 2008. Finalmente nel 2009 la Destra approverà questa legge-lumaca sul federalismo fiscale.
Nove anni già buttati, nove anni per attuare la legge: faranno 18 anni. È un purgatorio insopportabile e ingiustificato in cui sono lasciate le attese dei cittadini e le attività dei Comuni. I tempi di attuazione della riforma sono incompatibili con la necessità di agire subito.
I sindaci chiedono il 20 per cento dell'Irpef. Senza intaccare la riforma in discussione al Parlamento, un modo c'è ed è stato indicato dai sindaci di tutte le parti politiche: la compartecipazione fissa dei Comuni all'Irpef nella misura del 20 per cento dell'imposta pagata nei rispettivi territori. Anche il Consiglio comunale di Cadoneghe, su proposta della maggioranza, ha sostenuto con un proprio voto questa richiesta. In Senato il Partito Democratico ha presentato un emendamento che prevedeva che nel periodo transitorio di attuazione del federalismo fiscale, si procedesse intanto lasciando ai Comuni il 20 per cento dell'Irpef pagata dai loro cittadini. La Destra lo ha bocciato.
Bisogna però insistere sulla posizione votata all'unanimità dal Consiglio comunale di Cadoneghe: lo Stato si tenga gli scarsi trasferimenti di soldi che ora ci "passa" e ci lasci una quota fissa dell'Irpef.
Cosa succederebbe al bilancio di Cadoneghe. Per il bilancio municipale si tratterebbe di un'autentica rivoluzione. Nel corso del 2009 lo Stato trasferirà a Cadoneghe finanziamenti per circa 2 milioni e 400 mila euro: appena un terzo delle entrate correnti; addirittura meno di un quinto delle entrate complessive che il bilancio di previsione quantifica in 13 milioni e 700 mila euro.
Secondo una proiezione, se invece di darci lo 0,75 per cento dell'Irpef (come avviene quest'anno) lo Stato ci lasciasse il 20 per cento dell'Irpef dei nostri cittadini, Cadoneghe avrebbe a disposizione 5 milioni e 600 mila euro, cioè 3 milioni e 200 mila euro in più rispetto al "trasferimento" attuale.
Per capire il "valore" pratico di questa cifra facciamo qualche confronto con il bilancio 2009. Per quanto riguarda le entrate, tutti gli oneri di urbanizzazione e i proventi da trasformazioni patrimoniali non raggiungono i 3 milioni di euro. Per quanto riguarda le spese, l'intero programma di opere pubbliche comunali per il 2009 vale 8 milioni e 790 mila euro; al netto del finanziamento concordato con i privati (pari a 5 milioni e 97 mila euro) restano da coprire 3 milioni e 700 mila euro; quindi con il 20 per cento dell'Irpef potremmo praticamente pagarci tutti i nostri lavori.
La Destra al governo non risponde alla crisi economica. Dobbiamo insistere perché a Cadoneghe, come a tutti gli altri Comuni, venga consentito di utilizzare direttamente e sul posto una parte importante delle tasse dei propri cittadini anche perché a livello nazionale la Destra sta facendo esattamente il contrario di quello che è necessario fare con la crisi globale che incombe.
Negli Stati Uniti il presidente Obama ha già iniziato ad investire molto di più in scuola, sanità, lavori pubblici.
In Italia la Destra di Berlusconi e Bossi ha drasticamente ridotto il tempo-scuola con pesanti conseguenze sulla formazione dei ragazzi e sulla vita delle famiglie (quelle che potevano contare finora sul tempo lungo): questo comporterà che necessariamente istituzioni scolastiche e famiglie si rivolgessero al Comune per avere risposte.
La Destra di Berlusconi e Bossi taglia la salute agli immigrati, non considerando che dalla salute di tutti dipende quella di ciascuno e che così si accresceranno i rischi di malattie contagiose per l'intera popolazione.
La Destra di Berlusconi e Bossi, in questo caso con Tremonti, ha emanato una circolare con la quale impedisce di fatto ai Comuni (e Cadoneghe rischia di essere tra questi) di spendere i soldi che ha può ricavare da alienazioni immobiliari per realizzare opere pubbliche, bloccando così non solo il bilancio comunale ma gli investimenti nel settore dell'edilizia e dei lavori pubblici.
Tutto questo non può aspettare i nove anni della legge-lumaca sul federalismo fiscale.