di Tino Bedin
È stata una vittoria cercata a lungo quella del centrosinistra a Vigodarzere. Ogni volta sembrava a portata di mano, ma il centrosinistra si dimostrava incapace di coglierla. Questa volta, alle elezioni di domenica 28 e lunedì 29 maggio, Franco Frazzarin ha guidato la sua lista alla vittoria.
Apparentemente la vittoria è frutto delle divisioni che nel centrodestra si sono create sia durante l'amministrazione di Zanovello che nella formazione delle liste per le elezioni. Certo, in una competizione secca con due sole liste, una vittoria di Frazzarin sarebbe stata problematica.
L'elemento decisivo del cambio di sindaco a Vigodarzere è stata però l'unità del centrosinistra. Se alle due liste della Destra, il centrosinistra avesse contrapposto le tradizionali divisioni che in precedenti tornate elettorali hanno impedito il risultato positivo, a nulla sarebbe servita la divisione degli avversari.
La capacità unitaria ha accresciuto l'affidabilità di un progetto amministrativo per Vigodarzere, la riconoscibilità di una squadra, l'apprezzamento per la persona del candidato sindaco. Anche questi sono stati elementi decisivi per la vittoria.
L'inizio di un ciclo. Unità politica, credibilità del progetto, riconoscibilità della squadra e affidamento a Franco Frazzarin sono ora gli elementi qui quali fondare l'attività amministrativa.
La vittoria del centrosinistra a Vigodarzere è infatti l'inizio un ciclo, non un risultato. Per questo l'impegno è maggiore che altrove, se si vogliono creare le condizioni di una prospettiva decennale, la sola che consenta oggi di progettare il futuro e di realizzarne almeno una parte.
Oltre alla capacità amministrativa, che Franco Frazzarin e la sua squadra certamente possiedono, si richiede la pazienza del convincimento, la pazienza dei passi necessari perché la maggioranza dei cittadini di Vigodarzere si riconosca nell'amministrazione di Franco Frazzarin.
Questa non è la situazione attuale. Per cambiarla serve l'umiltà di ascoltare anche chi non ci ha votati, ma è pronto a farlo.
Per essere proficuo per i cittadini e per gli amministratori, questo ascolto deve nascere da parole chiare. Quello che ci è richiesto - a Vigodarzere e altrove - è di essere noi stessi, di non rinunciare alle ragioni di diversità, all'originalità del progetto che la parte più consistente dei cittadini di Vigodarzere ha apprezzato al punto di consentire al centrosinistra di assumere la guida del Comune. L'attività amministrativa deve far vedere la diversità, per costruire attorno ad essa non separazioni ma una più vasta unità.
Da Limena a Noventa. In questo può aiutare una condizione straordinaria, quella che si è creata lungo il Brenta attorno a Padova: per la prima volta da Limena a Noventa (ricordo anche Giuseppe Paviola che a Noventa Padovana è stato confermato sindaco) ci sono amministrazioni di centrosinistra con sindaci dell'Ulivo. Questa opportunità va colta per costruire un progetto di "città del Brenta", che dia originalità all'area metropolitana nel suo insieme, ma anche identità alle popolazioni dei comuni a nord del maggiore fiume padovano. Sono anche amministrazioni che hanno scadenze diverse e questo potrà costituire un ulteriore elemento di forza perché ci sarà sempre qualcuno che è nelle condizioni migliori per guidare l'aggregazione.
Gli strumenti possono essere molteplici, qualcuno è già disponibile e va adattato, come la recente Unione di Comuni tra Cadoneghe e Vigodarzere. Non appena concluso l'avvio delle amministrazioni di Vigodarzere e Noventa, promuoveremo un'iniziativa politica per un progetto comune.
Come dire che il lavoro è solo all'inizio, con la vittoria di Franco Frazzarin a Vigodarzere. Ma lo faremo con soddisfazione.
4 giugno 2006
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