Sia lo speciale anniversario (il sessantesimo) sia la riflessione cui i cittadini sono chiamati dal referedum del 25 giugno 2006, sollecitano le amministrazioni comunali a dare particolare rilievo alla Festa della Repubblica del 2 Giugno. Un'idea potrebbe essere quella di provvedere a diffondere il testo della Costituzione repubblicana. Le motivazioni nella bozza di lettera ai cittadini che trovate qui sotto.
di Tino Bedin
Cittadine e cittadini,
è speciale la Festa della Repubblica di quest'anno. Sono passati infatti sessant'anni dal 2 Giugno 1946, quando attraverso il referendum il popolo italiano scelse di darsi una nuova forma istituzionale dopo la tragica vicenda della guerra. La scelta della Repubblica rappresentò la volontà di ricostruire la convivenza civile della nazione su nuove basi, sui principi della libertà, della giustizia, della democrazia, dell'uguaglianza dei cittadini, del rispetto dei diritti di tutti i popoli.
Sono i valori che poi sono stati scritti nella Costituzione italiana, una Costituzione lungimirante e saggia, nobile frutto di quella stagione di straordinaria rinascita che prese le mosse dalla guerra di Liberazione.
Per questo, care concittadine e cari concittadini, ho pensato di far avere a ciascuna delle nostre famiglie, a nome dell'Amministrazione comunale, una copia della Costituzione.
La Costituzione della Repubblica fu infatti il primo e principale frutto del voto di sessant'anni fa ed ancora oggi è garanzia dell'applicazione di quei principi e di quei valori.
Il Comune è l'espressione più immediata della Repubblica, nata dal voto del 2 giugno 1946; e tocca anche a noi alimentare la consapevolezza, l'orgoglio di essere italiani; consolidare un sentimento nazionale maturo.
La Costituzione appartiene a ciascuno di noi. All'articolo 1 essa proclama che la sovranità, il potere supremo, appartiene al popolo che lo esercita nelle forme previste dalla Costituzione. All'origine del potere non c'è un'investitura, ma semplicemente l'essere persona; essere tante persone insieme, in comunità.
Scegliendo la repubblica al posto della monarchia, mettendo la persona e non l'investitura all'origine del potere, il 2 giugno 1946 ci ha affidato non solo una diversa forma istituzionale, ma una diversa società, che s'impegna a rendere tutte le persone uguali di fronte alla legge e di fronte alla vita. Fu quella l'origine del miracolo sociale ed economico che trasformò una nazione sconfitta dalla guerra ed isolata dal fascismo in una delle grandi potenze economiche mondiali.
Oggi abbiamo altre sfide da vincere. Le parole e lo spirito della Costituzione ci possono essere da guida.
15 maggio 2006
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