di Tino Bedin
Le regole del Patto di stabilità interno per gli enti territoriali vengono completamente riviste dalla legge Finanziaria per il 2005.
1) L'obbligo di rispettare il Patto viene esteso ai Comuni sotto i 5000 abitanti, unioni di Comuni, comunità montane, consorzi cui partecipano gli enti locali.
2) Il Patto non si rispetta più restando al di sotto di un certo disavanzo annuale, ma con il tetto del 2 per cento (elevato al 4,8 per cento solo nel 2005) dell'aumento della spesa rispetto al 2003.
Il limite di crescita della spesa si riferisce alle spese correnti e per investimento, considerate nel loro complesso; importante è che il totale della spesa nel 2005 non sia superiore al totale della spesa nel 2003, aumentata del 4,8 per cento.
3) Le spese in conto capitale, finora escluse, entrano nei limiti del Patto di stabilità.
Il Comune potrà effettuare spese per investimento che eccedono il limite del 4,8 per cento calcolato sul 2003 solo nei limiti di maggiori entrate da maggiorazioni di aliquote e tariffe delle imposte e tasse locali.
4) Sono modificate le sanzioni: il comune che non rispetta il Patto non può fare spese superiori all'ultimo anno, fare assunzioni di personale a qualsiasi titolo, ricorrere all'indebitamento per investimenti.
I trasferimenti dallo Stato non aumentano del 2 per cento. La base di riferimento per l'aggiornamento dei trasferimenti statali correnti da attribuire ai Comuni, alle Province ed alle Comunità Montane è costituita delle dotazioni dell'anno precedente, iscritte nel bilancio del Ministero dell'Interno, relative al Fondo ordinario, al Fondo consolidato, al Fondo perequativo e al Fondo per il federalismo amministrativo.
Nel disegno di legge che accompagna la Finanziaria si afferma che "i trasferimenti erariali per l'anno 2005 di ogni singolo Ente locale sono determinati in base alle disposizioni recate dall'art. 31, comma 1, primo periodo, della Legge 27 dicembre 2002, n. 289", cioè senza incremento alcuno.
Nel bilancio del Ministero dell'Interno le previsioni assestate dell'anno finanziario 2003, per il finanziamento dei Fondi degli Enti locali, risultavano - complessivamente - pari a 12 miliardi e 272 milioni di euro per la competenza e 5 miliardi e 205 milioni di euro per residui; nel bilancio 2004, dopo i tagli, le previsioni erano 11 miliardi e 332 milioni di euro per la competenza e 4 miliardi e 175 milioni di euro di residui.
Se è questa la base di riferimento per i trasferimenti del 2005, perché per queste voci di spesa del bilancio del Ministero dell'Interno non si prevede l'incremento del 2 per cento? Si tratta di un ulteriore taglio camuffato.
24 ottobre 2004
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