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AMMINISTRAZIONI

L'Europa sta ripensando la centralità della concorrenza in alcuni beni
I servizi di interesse generale
dall'economia alla cittadinanza

È il momento di un dibattito con gli utenti: come cittadini e non come clienti

di Tino Bedin

I servizi di interesse generale sono stati e parzialmente lo sono ancora un tratto essenziale del modello di società padovana e veneta (oltre che europea): i municipi hanno realizzato in proprio o in consorzio le reti di acqua, gas, energia elettrica, comunicazione, istruzione e ne hanno favorito la diffusione capillare.

L'accesso efficiente ed equo. Sui servizi di interesse generale è attualmente in corso - in Europa e fuori - una riflessione, cui le amministrazioni locali devono dare il loro contributo sia come attori economici di prima grandezza sia come rappresentanti dei cittadini.
Tra i compiti primari delle amministrazioni locali è la definizione di una nuova modello di governo dei servizi di interesse generale per assicurare: competitività ed economicità; l'accesso efficiente ed equo di tutte le persone a servizi di alta qualità in grado di rispondere alle loro esigenze; tutela dei beni pubblici in caso di crollo del mercato.
I comuni padovani partecipano, secondo quanto previsto dalla Costituzione, a conservare l'istruzione, la sanità e il lavoro tra i servizi generali non mercantili.

Il nuovo modello europeo. L'Unione Europea, nella fase di realizzazione del mercato comune e di stimolo della concorrenza, ha spinto alla messa sul mercato di molti servizi di interesse generale. Questo ha portato o sta portando o alle privatizzazioni o al gigantismo di grandi imprese pubbliche.
Il quadro istituzionale europeo è tuttavia ora innovato. Il Trattato di Amsterdam colloca i servizi di interesse economico generale tra i valori condivisi dell'Unione. Nella Carta europea dei diritti fondamentali (approvata a Nizza ed ora introdotta nel Trattato Costituzionale dell'Unione) è sancito il diritto dei cittadini ad accedere a servizi di interesse generale. Oltre che con l'ambito economico questi servizi vanno confrontati con il modello europeo di società, con il concetto di cittadinanza europea e con i rapporti fra ciascuna persona nell'Unione e le autorità pubbliche.
L'Unione Europea ha indicato come indisponibili l'istruzione e la salute. Ma il dibattito riguarda altri beni, come l'acqua e l'aria, il lavoro e l'informazione. Ad esempio, per quanto riguarda l'acqua, essa va considerata una risorsa indisponibile alla privatizzazione e da tenere legata al territorio, evitando aziende pubbliche sovradimensionate e quindi non in grado di rispondere direttamente ai cittadini.

La diversa allocazione degli utili. Sul piano interno si stanno sperimentando le conseguenze del trasferimento degli utili generati dai servizi di interesse generale: gli utili ora vanno agli azionisti e non agli utenti. Anche in presenza di un azionariato diffuso, questo trasferimento non produce effetti favorevoli per i cittadini. Ad esempio, esso riduce gli investimenti in settori non remunerativi (la nettezza urbana staccata dalla gestione dei rifiuti è messa a carico del cittadino contribuente) o in settori troppo costosi (mantenimento di centrali elettriche a carbone per possibili emergenze).

La concorrenza si adatta alla cittadinanza. L'acqua e le altre grandi reti: energia, trasporti, telecomunicazioni e posta, fanno parte del mercato interno europeo, ma per esse è la concorrenza che deve adattarsi alla cittadinanza. Partendo dal dibattito aperto in sede istituzionale europea, il confronto per le prossime elezioni municipali e provinciali a Padova riguarderà anche il rapporto dei cittadini con i servizi di interesse generale: cittadini, e non solo clienti

7 settembre 2003

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14 settembre 2003
mun-023a
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