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Patronati parrocchiali: un servizio pubblico

Il Senato ha approvato definitivamente la legge (n. 206 dell’1 agosto 2003, G.U. n. 181 del 6 agosto 2003), che riconosce la funzione educativa e sociale svolta dai patronati parrocchiali, dagli oratori e dagli enti che svolgono attività similare. È una buona notizia ed una buona scelta. Non è solo l’applicazione concreta della sussidiarietà orizzontale, valorizzata dalla riforma costituzionale del’Ulivo e dalla Carta europea dei diritti fondamentali. Ci sono conseguenze pratiche per le comunità parrocchiali: la legge stabilisce che gli oratori, le pertinenze, gli uffici di culto, ovvero tutti gli immobili adibiti a questo scopo, rientrino nella categoria delle opere di urbanizzazione secondaria. Questo comporta la possibilità di attivare finanziamenti da parte dello Stato, delle Regioni e degli Enti locali, ai fini della costruzione e della manutenzione delle strutture. Inoltre questi soggetti non pagano più l’Ici.
Il riconoscimento legislativo assicurato agli oratori va considerato solo il primo passo di una politica integrata in favore dei minori. Nella scorsa legislatura era iniziato un grande lavoro su questo fronte, attraverso l’organizzazione dell’osservatorio dei minori, l’approvazione della legge n. 285 del 1997 (promozione di diritti e di opportunità per l’infanzia e l’adolescenza), la predisposizione del piano di azione per l’infanzia e l’adolescenza.

19 agosto 2003

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19 agosto 2003
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Tino Bedin