Berlusconi e Tremonti hanno adottato, nei confronti dei Comuni, la tecnica del rinvio di qualsiasi impegno (anche di misure graduali). C’è silenzio sull’avvio di un sistema di compartecipazioni percentualizzate ai cespiti erariali (superando il metodo degli attuali trasferimenti statali). Nulla si sa sull’istituzione del Fondo perequativo. Il silenzio permane per quanto riguarda i problemi dei Comuni minori.
Il Dpef non dice nulla sul superamento dei vincoli imposti nel 2003 agli Enti locali, sia per l’Irap che per l’addizionale facoltativa Irpef e sulla possibilità di poter decidere su imposte di scopo facoltative.
Se le scelte del Governo ripropongono il taglio del 3% dei trasferimenti dovuti agli Enti locali ed impongono la limitazione dell’autonomia finanziaria e fiscale, non si aiuterà la ripresa economica, ma si verificheranno una diminuzione degli investimenti, il fallimento delle previsioni di aumento del Pil, il taglio per il welfare locale, per l’infanzia, gli anziani e la sanità.
I criteri assurdi e punitivi del Patto di Stabilità 2003, hanno già impedito il potenziamento dei servizi sociali e dello sviluppo. Occorre un diverso atteggiamento, modificando i sistemi di calcolo delle spese e delle entrate, premiando le spese di carattere eccezionale (all’interno del pareggio di bilancio).
3 agosto 2003
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