IN DIALOGO TRA CITTADINI
Scorzé (Venezia), 10 ottobre 2001

Il voto dell'Ulivo sull'evoluzione della risposta al terrorismo
Gli "illusi pacifisti" meritano
la rappresentanza parlamentare

Una posizione dialetticamente differenziata sulla strada migliore da seguire
 
È bastato che in parlamento un gruppo abbia espresso una posizione, che a me sembra ragionevole, la quale non vede nei bombardamenti la soluzione del gravissimo problema del terrorismo internazionale, ed è stato subito un caso politico. Che nell’Ulivo coesistano sensibilità diverse e che esse abbiano possibilità di espressione pubblica specialmente quando non è direttamente investito di responsabilità di governo, non è solo comprensibile, ma rappresenta una vera ricchezza politica per il Paese. Dico di più, la condanna della "guerra" come mezzo ritenuto indispensabile alla soluzione di questa complessa situazione, interpreta il sentire di tante persone, di tante madri di famiglia, e di tanti moderati. Il vasto mondo che alcuni improvvisati politici definiscono con disprezzo " illusi pacifisti", non è solo comunista, forse non è neanche politicizzato e schierato, è fatto per la maggioranza da volontari veri operanti nei vari campi associativi, educativi, assistenziali, ecclesiali, ambientalisti, ecc..
Questo mondo che esprime con convinzione la sua contrarietà a soluzioni belliche è degno di ascolto e merita certamente di esprimersi anche a livello parlamentare. Non si comprende il pericolo che una unanimità del Parlamento oggi produrrebbe: tante persone per bene operanti in questi mondi di fatto si sentirebbero a tutti gli effetti fuori gioco in posizione extra parlamentare. Sono certo che se l’Ulivo fosse stato al governo avrebbe trovato unità anche su questa difficile e lacerante decisione, poiché chi ha avuto mandato di governare deve in ogni caso trovare delle sintesi ed esprimere posizioni coese. Oggi l’Ulivo si trova alla opposizione, ha espresso unanimemente una grande coesione su una ferma condanna al terrorismo, sulla solidarietà al popolo americano, non ha cercato scusanti per questi atti pazzeschi. Ha solo espresso una soluzione dialetticamente differenziata sulla strada migliore da seguire.
Nel suo intervento alle Camere il Presidente del Consiglio ha finalmente insistito sul tema fondamentale della Palestina, affermando con forza la necessità di uno stato Palestinese sovrano e indipendente e di uno straordinario sforzo di aiuti per dare legalità, sicurezza, sviluppo a quelle popolazioni.
Sacrosanta e giusta posizione ancorché tardiva espressa nell’ambito della discussione di sostegno all’azione militare contro il terrorismo, aiuta a capire dove esso ha trovato fondamento e motivazioni, innanzi tutto nelle situazioni di disagio e nelle troppo lunghe e dimenticate ingiustizie.
Non va dimenticato che queste ingiustizie hanno contribuito decisamente a creare la sconvolgente situazione che tante persone sono disponibili a sacrificare se stesse per una causa.
Rutelli non deve perciò, affannarsi a cercare un Ulivo monolitico, ma adoperarsi invece per dare espressione dialettica alle anime positive in esso contenute.
La politica è movimento, invenzione, ricerca.
L’Ulivo e la Margherita sono soprattutto questo, e la nostra cultura di rispetto istituzionale e di responsabilità nazionale non è certo messa in discussione in questa occasione, ma al contrario ne esce rafforzata offrendo una opportunità di inclusione sociale alle tante persone che si trovano in una situazione di disagio.
Igino Michieletto
consigliere regionale Insieme per il Veneto
Risponde Tino Bedin
Spesso, quando si è protagonisti diretti di un fatto o di una decisione, si rischia di assolutizzarla. Devo dirti, caro Michieletto, che partecipando al voto in Senato sulle mozioni relative all'evoluzione della risposta al terrorismo internazionale, ho provato poca gioia nel non poter definire la mozione dell'opposizione poi approvata come "mozione dell'Ulivo".
Ora le tue argomentazioni offrono una lettura di quanto è avvenuto nel pomeriggio del 9 ottobre. Le affido alla riflessione dei lettori di Euganeo.it.
Per me - ma anche per te e per loro - credo che comunque resti una domanda: come costruire un "comune sentire" sulle questioni che direttamente interessano la vita, le persone, il futuro, i giovani? Non è tanto la differenziazione politica che ci interroga, ma le ragioni di questa differenziazione che sono "dentro" l'anima. Io sono sicuro che le persone dell'Ulivo (quelle che lo coltivano e quelle che lo apprezzano) hanno il bisogno di avere una loro "anima"; è una delle differenze profonde con il Polo belursconiano. Spesso questo desiderio di un'anima in questi anni è stato inappagato e questo ci ha impoveriti: di proposte e, ne sono sicuro, anche di voti.
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10 ottobre 2001
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