IN DIALOGO TRA CITTADINI
Marghera (Venezia), 20 settembre 2001

La posizione della Confederazione italiana agricoltori
I coltivatori pensionati
hanno meno tutele degli altri

Ma la Finanziaria non dà risposte strutturali

 

Egregio Senatore Bedin, l'Associazione Nazionale Pensionati Confederazione Italiana Agricoltori del Veneto, nell'ambito delle proprie iniziative politico sindacali volte a migliorare le condizioni di vita dei pensionati e in genere dei cittadini che vivono in condizioni di bisogno, ha approvato un ordine del giorno che ci permettiamo porre alla sua particolare attenzione, affinché unitamente al nostro impegno organizzativo, si possono raggiungere nella prossima Legge Finanziaria gli obiettivi esposti sul documento.
"Il Consiglio regionale dell’Associazione pensionati della Confederazione italiana agricoltori del Veneto,
premesso Che l'impegno dell'attuale Governo dovrebbe essere quello di avviare un importante processo verso uno stato sociale forte e moderno, che dimostri la volontà precisa di migliorare le condizioni di vita delle fasce più deboli della cittadinanza;
Considerato che in materia di previdenza sociale, nonostante la richiesta di milioni di cittadini che hanno firmato la nostra petizione popolare per l'innalzamento dei minimi di pensione, la questione a tutt'oggi rimane ancora irrisolta e che quindi nel nostro Paese continuano a vivere milioni di persone in condizioni di indigenza;
che gli aumenti previsti dalla precedente Legge Finanziaria per Maggiorazione Sociale sono ancora legati al reddito della casa di abitazione che paradossalmente è esente dall'Irpef, precludendo a molti pensionati la possibilità di fruire di questo se pur minimo e inadeguato incremento;
che ancora non è del tutto possibile il cumulo tra pensione e redditi da lavoro autonomo, quando invece il permanere di tanti pensionati nelle attività economiche e produttive autonome permetterebbe non solo di evitare l'esclusione sociale a cui spesso è soggetta la persona anziana, ma attiverebbe maggiori entrate fiscali e previdenziali;
che pur trattandosi di misure assistenziali ancora oggi esiste una disparità di trattamento economico tra le maggiorazioni per assegni famigliari dell'ex lavoratore autonomo per percepisce solo 19.760 lire e l'ex lavoratore dipendente che invece percepisce l'Assegno al Nucleo Familiare molto più consistente;
chiede ai parlamentari veneti di farsi parte attiva, affinché le sopracitate richieste siano prese in considerazione nella prossima Legge Finanziaria".

Mino Rizzioli
Presidente regionale

Risponde Tino Bedin
Credo, egregio presidente, che potremo fare ben poco. Per due ragioni.
Innanzi tutto, come ormai è chiaro, questa Finanziaria è fuori dalla logica degli interventi strutturali. È una "finanziaria compassionevole", nel senso che dice di preoccuparsi dei bisognosi (il milione di pensione minima, il milione di detrazione per i figli), ma poi va a pescare i soldi proprio là dove dice di attribuirli.
In secondo luogo l'adeguamento del sistema pensionistico è rinviato ad un'altra legge, possibilmente attraverso una delega al governo e - a quanto pare dalle dichiarazioni dei ministri interessati - senza una contrattazione con le rappresentanze dei lavoratori e dei pensionati. Su questo aspetto mi pare che anche nella destra siano presenti preoccupazioni: le riforme che interessano la gente devono essere fatte con la partecipazione attiva del parlamento e con la concertazione, come proprio in questi giorni ha ricordato il presidente Ciampi.
Su un punto la finanziaria di Berlusconi sembrerebbe venire incontro alle esigenze espresse dall'ordine del giorno dei pensionati veneti della Associazione nazionale pensionati della Cia del Veneto, quello delle pensioni minime. Ma anche questo aspetto è di fatto rinviato ad una legge specifica, perché non si definiscono i criteri con cui assegnare questa integrazione fino ad un milione. Il governo dice che saranno interessati due milioni di pensionati, ma le pensioni sotto il milione sono almeno il doppio: chi resterà fuori?
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17 ottobre 2001
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