EUROPEI

Il voto di astensione del gruppo Margherita
Eurojust: la Destra applica malamente
la collaborazione giudiziaria europea

Pur di realizzare un'Europa minima la maggioranza va anche contro la Costituzione italiana

di Tino Bedin segretario della Commissione Europa

La partecipazione italiana ad Eurojust, l'organismo europeo di collaborazione giudiziaria, arriva non solo in ritardo rispetto alla data che l'Italia ha concordato nell'Unione Europea e che è scaduta da tempo, ma anche con disposizioni interne che contrastano con la Costituzione. Pur di affermare un'Europa "minima", solo burocratica e non istituzionale, governo e maggioranza di centrodestra violano le norme costituzionali sul rapporto tra magistratura e governo.
Il principio costituzionale dell'art. 105 della nostra legge fondamentale impone che, in via generale, le nomine dei magistrati spettino al Consiglio superiore della Magistratura, eventualmente di concerto con il ministro della Giustizia. Il membro italiano di Eurojust sarà invece scelto dal ministro. Lo si mette in chiaro da subito, cioè al comma 1 dell'articolo 1. E non ci si ferma qui. Il comma 3 dell'articolo 1, dà al ministro della Giustizia il potere di impartire al membro nazionale "direttive per l'esercizio delle sue funzioni". Si tratta di un'interferenza che cozza palesemente con i principi costituzionali in materia di esercizio dell'azione penale (art. 112 Costituzione e che segna un netto arretramento della civiltà giuridica dell'Italia.

Uno spazio di giustizia non di burocrazia
Gli aspetti costituzionali di una legge non sono di competenza della commissione Europa del Senato. Li richiamo in questa occasione non solo perché comunque una possibile violazione della Costituzione deve preoccupare un parlamentare, ma perché ha dirette conseguenze sul piano europeo. Innanzi tutto la maggioranza di centrodestra sta creando le condizioni per un ulteriore slittamento della partecipazione italiana ad Eurojust: il possibile ricorso alla Corte costituzionale avrà come conseguenza una condizione di incertezza nell'applicazione della legge e quindi nella attuazione della decisione-quadro europea in materiale di cooperazione giudiziaria.
In secondo luogo, la subordinazione del magistrato al governo va nella direzione opposta rispetto al cammino che la decisione-quadro, presa all'unanimità dai governi degli stati membri dell'Unione, propone all'Europa.
Il governo italiano sostiene con questo disegno di legge che Eurojust, benché formato da magistrati, benché funzionalmente istituito per chiedere l'inizio di un'azione penale, sia un organismo amministrativo e che amministrative siano le funzioni che ad esso fanno capo.
Il gruppo Margherita-L'Ulivo, sulla base della disciplina contenuta nella decisione-quadro europea, ritiene viceversa che il ruolo e le funzioni di Eurojust siano eminentemente giudiziarie. Ed in effetti la decisione-quadro afferma che Eurojust è uno degli elementi che comporranno lo spazio giuridico europeo.
È in contrasto con la decisione-quadro la previsione che il membro italiano possa essere assistito da dirigenti dell'amministrazione della Giustizia, cioè da funzionari dipendenti da ministro e non da magistrati. In questo punto, solo apparentemente organizzativo, si evidenzia tutta la distanza fra la decisione europea e l'interpretazione che la legge italiana ne dà. L'Europa dà al membro nazionale di Eurojust funzioni di giudice, di pubblico ministero e di polizia giudiziaria, se ne ha le prerogative. La legge italiana affida queste funzioni a chi non ha queste prerogative. Per i senatori di Margherita-L'Ulivo si tratta di una violazione della decisione europea.

È utile che l'Italia partecipi
Il giudizio di Margherita-L'Ulivo sulle scelte del governo e della maggioranza è dunque negativo. Ma il giudizio non può prescindere dall'oggetto del disegno di legge. Per questo il voto del gruppo sarà di astensione.
Eurojust rappresenta per noi un elemento fondamentale nella storia dell'Europa. Al Consiglio europeo di Tampere i paesi membri decisero di istituire Eurojust come cardine di uno degli obiettivi fondamentali dell'Unione europea: la realizzazione di uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia (art. 2 del Trattato sull'Unione); cioè di uno spazio giuridico comune nel quale costruire progressivamente norme condivise sul piano della giustizia penale, per raggiungere l'obiettivo finale della sicurezza dei cittadini. Solo quando vi sarà stretto coordinamento tra le autorità giudiziarie degli Stati membri si potrà opporre un efficace contrasto ad una criminalità sempre più trans-nazionale e globalizzata.
L'Ulivo ha voluto Eurojust quando era maggioranza parlamentare e quando governava l'Italia. Oggi ritiene che sia indispensabile la partecipazione italiana a questo organismo. Non manca poi molto al momento in cui gli italiani riaffideranno al centrosinistra la guida delle istituzioni. Allora miglioreremo quello che malamente viene fatto oggi e allora l'Italia contribuirà da protagonista alla sicurezza e alla libertà delle persone che vivono nell'Unione Europea.

Senato, Commissione Europa, 6 luglio 2004
Dichiarazione di voto su AS 2894 "Disposizioni per l'attuazione della decisione 2002/187/GAI del Consiglio dell'Unione europea del 28 febbraio 2002, che istituisce l'Eurojust per rafforzare la lotta contro le forme gravi di criminalità"


13 luglio 2004
eu-061
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Tino Bedin