Otto vigilesse si erano dichiarate obiettrici di coscienza
Rifiutano le armi, il giudice dà loro ragione
Comune di Venezia: il Diccap aveva presentato ricorso
MESTRE - Ieri al sindacato Diccap è stata trasmessa l'ordinanza della giudice della Sezione Lavoro del Tribunale di Venezia, la dottoressa Margherita Bortolaso, con cui il 10 gennaio scorso ha dato ragione al sindacato che ha aveva presentato ricorso per discriminazione di genere a tutela di otto lavoratrici della Direzione Polizia Municipale che si erano dichiarate obiettrici di coscienza ma che al contrario dei colleghi uomini non hanno visto riconosciuto il diritto ad obiettare all'uso delle armi e quindi a continuare a svolgere il proprio lavoro senza essere obbligate ad accettare le armi, obbligatorie dopo la modifica del regolamento del Corpo a Venezia. Il Comune, spiega il sindacato, aveva "ritirato, all'ultimo momento, ogni disponibilità alla transazione, ed il giudice si è dunque espresso accertando la discriminazione di genere e ordinando al Comune di concedere alle ricorrenti la facoltà di obiettare all'uso delle armi, così come avviene per il personale della PM di sesso maschile". La ordinanza, infatti, accerta "che il mancato riconoscimento della facoltà di esercitare il diritto all'obiezione di coscienza all'uso delle armi ai vigili urbani di sesso femminile assunti sulla base di concorso antecedente alla legge 130/2007 e di età tale per cui sarebbero state tenute, se di sesso maschile, all' abrogato servizio militare di leva obbligatorio, e beneficiarie della possibilità di obiezione di coscienza (ex legge 772/1972, costituisce comportamento discriminatorio". La giudice "ai fini della rimozione degli effetti discriminatori di tale condotta ordina al Comune di Venezia di riconoscere l' esercizio dell' obiezione di coscienza all'uso dell' arma manifestato dalle ricorrenti applicando alle stesse, per effetto di tale esercizio, il medesimo trattamento applicato ai colleghi di sesso maschile beneficiari dell' esenzione" prevista dall'ex articolo 25 comma 2 del Regolamento. Non commenta, al momento, il comandante della Polizia Municipale Marco Agostini: "Commenterò quando avrò modo di leggere il testo di questa ordinanza che al momento non è in mio possesso". Per Luca Lombardo, voce del Diccap, si tratta invece di una "decisione importante per ristabilire diritti fondamentali delle persone e dei lavoratori, in questo caso lavoratrici, e soprattutto un risultato che segna la strada per assicurare una concreta attuazione della tutela dei diritti delle donne sul posto di lavoro". Questo, perché fa intuire, adesso anche "altre lavoratrici potranno utilmente valersi di tale sentenza)" e rifiutare l'uso dell'arma al lavoro come vigilesse, invocando la facoltà di obiettare. (...)
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