L'Istituto di Riposo per Anziani di Padova ha celebrato la Festa nazionale del IV Novembre proponendo ai propri Residenti, ai loro familiari e al personale un concerto nella Sala Polivalente del Quartiere Residenziale di via Beato Pellegrino 192. Il concerto ha avuto come protagonisti il mezzo soprano Veronica Filippi e il pianista Giacomo Dalla Libera, che al loro repertorio hanno aggiunto per l'occasione una partecipata interpretazione dell'Inno nazionale, di "Va' pensiero" e della "Leggenda del Piave", brani assai apprezzati dagli anziani ospiti. Il concerto è stato introdotto dal saluto del presidente dell'IRA Tino Bedin, che ha svolto anche la commemorazione della Giornata dell'Unità nazionale della Festa delle Forze armate. Riportiamo l'intervento del senatore Bedin.
di Tino Bedin
C'è innanzi tutto la memoria nella celebrazione della Festa nazionale del IV Novembre. Al centro di questa giornata c'è il ricordo del Bollettino della Vittoria che il generale Armando Diaz lesse alle ore 12 del 4 novembre 1918. Era la fine della Grande Guerra. Era la vittoria militare dell'Italia.
Anche fosse solo per il suo contenuto di ricordo, questa giornata va celebrata all'Istituto di Riposo per Anziani. Va celebrata qui non tanto perché è un'istituzione pubblica, ma per le persone ci vivono.
Qui abbiamo esperienza di quanto sia decisivo per la vita delle persone non perdere la memoria, conservare i ricordi. Qui più che altrove possiamo quindi valutare quanto è decisivo per la vita di un'intera comunità tenere vivi i ricordi, fare il modo che il tempo non accumuli polvere, ma piuttosto faccia emergere quanto di importante un evento racchiude.
Do quindi il benvenuto agli Ospiti, ai loro familiari, alle persone che lavorano nel nostro Istituto. Ringrazio il Servizio educativo-animativo dell'IRA per aver lavorato per sottolineare questa data nell'Agenda dell'IRA.
Con la celebrazione odierna il nostro Istituto completa quest'anno il triduo civile più significativo per la comunità italiana: dopo il 25 Aprile Festa della Liberazione, dopo il 2 Giugno Festa della Repubblica, ecco il 4 Novembre Giornata dell'Unità Nazionale e Festa delle Forze Armate.
Anniversario della Vittoria. All'inizio, poco meno di novant'anni fa, il contenuto predominante, forse unico per molti, del 4 novembre 1918 era certamente la vittoria militare. Per i soldati, per i fanti come per gli alpini, era la rivincita di una cocente disfatta che appena un anno prima, tra il 23 e il 24 ottobre 1917, esattamente nell'autunno di novant'anni fa, aveva umiliato, a Caporetto, l'Esercito italiano.
Ritrovarsi dopo pochi mesi, dopo la resistenza sulla linea del Piave, a concludere la guerra con la ritirata degli austriaci e dei tedeschi e la loro sconfitta aveva del miracoloso.
Giusto dunque l'orgoglio della vittoria. Giusto che la memoria parta da qui: dai racconti che i soldati sopravvissuti poterono fare ai loro bambini, alla loro moglie, o ai loro fratelli più piccoli, come accadde ai Ragazzi del '99, l'ultima leva dopo Caporetto: racconti in cui ciascuno si sentiva parte di una epopea nazionale. Un'epopea in cui ciascuno aveva contribuito a capovolgere una guerra che era perduta e dentro la quale acquistava un senso la tragedia delle centinaia di migliaia di morti.
Furono 650 mila solo in Italia i militari caduti.
I loro nomi sono ancora scritti su migliaia di monumenti che la pietà paesana prima ancora che la celebrazione istituzionale innalzò molto presto in paesi, frazioni, contrade: pianto e orgoglio di chi li aveva conosciuti.
Non solo nomi di marmo. I loro nomi furono tenuti vivi con il battesimo in fratellini e in figli e nipoti in modo che la loro giovinezza interrotta nelle trincee del Carso, sulle sponde dell'Isonzo, sulle Prealpi venete, potesse continuare ora che la guerra era finita.
Vittorie familiari della vita, di cui molti anziani oggi sono il simbolo perché portano magari proprio quei nomi, ricordano quei caduti.
Qui all'IRA non abbiamo un monumento ai Caduti, abbiamo molto di più: abbiamo molti tra coloro che ne hanno continuato la vita e forse realizzato le speranze. Figlie e figli, fratelli e sorelle dei caduti: ecco la nostra memoria; ecco chi celebriamo oggi.
È la vittoria dell'Italia come nazione, ma anche la vittoria familiare della vita moltiplicata per centinaia di migliaia di volte. Onoriamo i Caduti non solo oggi, ma condividendo la vita con la generazione che ne ha preso il posto.
L'Unità nazionale. Il tempo trascorso, poiché è stato coltivato dalla memoria, ha via via reso più evidenti anche altri contenuti decisivi di questa data della nostra storia.
Dentro quella vittoria ci sono cioè altre conquiste nazionali. Ad esempio, il valore che per un Popolo ha il riconoscersi in una propria terra.
Per questo la Giornata dell'Unità nazionale è uno dei titoli della Festa civile del 4 Novembre. Unità nazionale intesa non come centralismo burocratico e tanto meno come contrapposizione rispetto ad altri popoli. Piuttosto è l'idea di sentirsi a casa, di avere una casa: di poterla abitare e di farla accogliente, senza il rischio che ti sia tolta, che ti sia occupata; di farla solida perché resti per i tuoi figli.
Il sentirsi ricchi di una identità morale, religiosa, culturale, ambientale che aiuta ciascuno di noi a darsi obiettivi di sviluppo, che ci mette in condizione di dialogare con tutti gli altri, alla pari.
Questo è più vero oggi che allora, perché l'identità nazionale non si alimenta dalla contrapposizione ma dalla possibilità di mettersi a confronto. Non è stato facile. C'è voluta un'altra ancora più tragica guerra perché l'Italia e il resto dell'Europa capissero a fondo il messaggio del 4 novembre 1918, di quel compimento dell'epopea risorgimentale italiana, fatta per includere e non per dividere.
Festa delle Forze Armate. Qui la Festa civile del 4 Novembre si lega fisicamente, tragicamente ed orgogliosamente al 25 Aprile. Il legame più tenace è infatti ancora una volta costituito dalle persone, dai militari italiani, protagonisti nella prima Guerra mondiale del miracolo della vittoria militare e ancora protagonisti nella Seconda guerra mondiale del miracolo della dignità nazionale salvaguardata, dell'Unità nazionale testimoniata di fronte al resto dell'Europa pur in condizioni difficili.
Per questo celebriamo anche la Festa delle Forze armate e ancora una volta la Festa nazionale diventa memoria e festa individuale di tanti ex combattenti e di tante mogli di ex combattenti o di mogli di caduti che oggi vivono qui all'IRA.
Festa nostra dunque.
Dicendo Viva l'Italia, Viva le Forze Armate diciamo Viva ai nostri Ospiti, donne e uomini, a cui dedichiamo il concerto. Buon ascolto.
Padova, 3 novembre 2007
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