All'inizio della seduta di giovedì 19 gennaio 2006 il Senato ha approvato con il voto favorevole di tutti i gruppi la concessione di contributi per le associazioni patriottiche. Il provvedimento era arrivato nell'Aula del Senato quasi un anno, ma era stato sempre messo in coda dalla maggioranza. Per il gruppo Margherita-L'Ulivo è intervenuto il capogruppo in commissione Difesa Tino Bedin, che il giorno precedente aveva sollecitato la discussione del provvedimento. Riportiamo il testo integrale della dichiarazione di voto del senatore Bedin, che in aula si è limitato ad annunciare il voto favorevole, in modo da sveltire i tempi di approvazione.
dichiarazione di voto di Tino Bedin capogruppo Margherita in commissione Difesa
Il Senato approva oggi la concessione di contributi statali alle Associazioni patriottiche. Lo fa all'unanimità. Pone così, per le modalità di voto e per il giorno in cui lo esprimiamo, le condizioni perché la Camera dei deputati faccia altrettanto nell'ultima settimana di legislatura.
Non contributi, ma restituzioni intendiamo però le scarse risorse finanziarie che vengono stanziate. Per la Margherita quanto eroghiamo con questo disegno di legge non è un'elemosina elettorale; vogliamo piuttosto concorrere ad evitare che le difficoltà alle quali le associazioni patriottiche hanno dovuto sottostare in questi anni assumessero la dimensione di una catastrofe irreparabile. Il gruppo Margherita-L'Ulivo voterà a favore di questo disegno di legge, anche se si tratta di una risposta insufficiente dal punto di vista finanziario. Di una proposta che codifica tagli che non sono stati inferti a nessun altro settore.
In attesa dal novembre 2004. Arrivare anche qui in aula in modo condiviso all'approvazione non significa infatti nascondere le differenze che ci sono.
Era davvero ora che questo provvedimento arrivasse all'approvazione dell'aula del Senato. Era infatti il 23 novembre del 2004 quando la Commissione Difesa ha approvato un testo unificato, predisposto dal relatore, d'intesa con i presentatori dei due disegni di legge, che è stato poi presentato all'Assemblea. È stato fermato dal governo, con una serie di ritardi anche in commissione sulla valutazione della copertura finanziaria. È stato fermato dalla maggioranza, che ha preteso si legarlo ad altri provvedimenti: quasi strumento di scambio per altri riconoscimenti. È stato fermato nel 2004 e all'inizio del 2005 perché qualcuno temeva che il sessantesimo anniversario della Liberazione fosse troppo celebrato se le Associazioni patriottiche avevano a disposizione le risorse economiche pubbliche a loro dovute per il riconoscimento formale del loro servizio pubblico e nazionale.
La sottovalutazione del valore di questo atto di restituzione si è registrata anche nelle ultime ore con i ritardi nella valutazione della copertura finanziaria da parte della Commissione Bilancio del Senato.
Finalmente si è capito che questo provvedimento è necessario. È necessario non solo alle Associazioni, ma al Parlamento, per evitare che la legislatura si concluda con la sensazione di ostilità nei confronti di queste radicate, diffuse e partecipate associazioni combattentistiche e delle loro attività.
La penalizzazione economica. La penalizzazione che le associazioni patriottiche hanno subito negli anni del centrodestra bastano del resto da sole a sostenere un giudizio negativo dell'approccio che il governo ha avuto nei confronti di queste molteplici esperienze.
L'approccio di disinteresse, quando non di dichiarata ostilità, del governo nei confronti di tutto quello che riporta alle origini della nostra esperienza democratica e repubblicana si è manifestano, ad esempio, quando si è negato per i sessant'anni dalla fine della guerra un riconoscimento, un titolo, una memoria ai combattenti lo allora, ad anziani che ancora arricchiscono la nostra società. La Repubblica lo aveva fatto per i sessant'anni dalla Grande Guerra, istituendo i Cavalieri di Vittorio Veneto. La maggioranza di centrodestra ha detto no al Cavalieri del Tricolore, proposti anche da me per i sessant'anni dal secondo conflitto mondiale.
Per le associazioni patriottiche, basta pensare che è stata fatta scadere la legge 7 marzo 2001 n. 61, ed è in questa maniera è stato drasticamente ridimensionato il contributo alle associazioni. Esso è così passato dai 9 milioni di euro del 2001 ai previsti 815.000 euro stanziati in bilancio per il 2006: un decimo dello stanziamento. A questo decimo occorre sottrarre i costi dei notevoli ritardi che ogni anno continuano a registrarsi nell'erogazione del contributo stesso. Con questo disegno di legge infine si codifica il "salto" del 2005, per il quale la Repubblica si autoesenta dal proprio obbligo di pagare il contributo.
A questo si è arrivati in cinque anni di governo della Destra.
Non è un'elemosina elettorale. La legge che il Senato approva oggi va invece nella giusta direzione, finalmente. Il provvedimento è infatti necessario per assicurare quel sostegno economico, indispensabile all'esistenza stessa di tali gloriose associazioni. Tale scopo è ritenuto giusti all'unanimità dalla Commissione Difesa e le insistenze dell'intera aula per concluderlo oggi, fanno prevedere un voto unanime anche dell'Assemblea del Senato.
Ripeto che non si tratta di elemosina. È quanto la Repubblica deve ad organizzazioni, tutte enti morali, che in questi decenni si sono svenate per mantenere il ricordo e la memoria, per dare testimonianza della nostra storia recente. Sono archivi viventi: sono miniere alle quali gli storici possono attingere per fare la storia italiana, per implementarla di valori. Se il Sessantesimo anniversario della Resistenza è stato non solo celebrato, ma anche vissuto, in buona parte si deve proprio a loro.
Grazie alla loro attività, svolta con sacrifici personali e spirito di servizio propri del volontariato, si svolgono in tutto il territorio nazionale innumerevoli iniziative di carattere sociale e patriottico, nel segno degli alti valori morali costitutivi delle libere istituzioni della Repubblica.
Dopo l'approvazione del disegno di legge al Senato,la Margherita farà la sua parte perché anche la Camera dei deputati provveda sollecitamente a concluderne l'iter in modo da varare la legge prima della fine della legislatura.
Il Parlamento testimonierà finalmente la sensibilità e l'apprezzamento dell'Italia verso sodalizi che sono portatori di valori costitutivi: l'essere la nostra una medesima comunità nazionale, condivisa e liberamente partecipata. La decisione parlamentare avviene nell'anno del Sessantesimo della scelta della Repubblica; consentirà alle associazioni patriottiche di collaborare a questa memoria ed insieme di prepararne un'altra, altrettanto decisiva ed attuale: i sessant'anni della Costituzione repubblicana.
Senato, Aula, 19 gennaio 2006
|