Un gruppo di senatori ha sottoscritto la dichiarazione dei parlamentari e sindaci per il disarmo nucleare, iniziativa rivolta all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che verrà presentata a New York a fine ottobre. Il senatore Tino Bedin è tra i firmatari della dichiarazione assieme ai senatori Stefano Boco, Massimo Bonavita, Giovanni Brunale, Paolo Brutti, Nando Dalla Chiesa, Fiorello Cortiana, Tana De Zulueta, Piero Di Siena, Anna Donati, Antonello Falomi, Angelo Flammia, Leopoldo Di Girolamo, Nuccio Iovene, Aleandro Longhi, Luigi Malabarba, Luigi Marino, Francesco Martone, Oskar Peterlini, Natale Ripamonti, Tommaso Sodano, Luigi Viviani.
Nella nostra qualità di Parlamentari e Sindaci svolgiamo un ruolo cruciale nel proteggere la sicurezza dei cittadini e nel preservare i territori per le generazioni future.
Questa sicurezza è minata dalla presenza di 30.000 armi nucleari, molte delle quali sono dispiegate e pronte all'uso in tempi molto brevi. Il rischio derivante dall'uso di armi nucleari - accidentale, intenzionale o per errore - aumenta a causa della proliferazione di armi nucleari in Stati finora non nucleari, della possibilità di accesso ad armi nucleari e materiali fissili da parte di entità non-statuali, e delle dottrine militari delle potenze nucleari che prevedono l'uso di armi atomiche.
A prescindere dagli obiettivi specifici contro cui le armi nucleari siano mirate o dove vengano detonate, e a prescindere dal fatto che vengano utilizzate da organizzazioni terroriste o da eserciti degli Stati, nessuno potrebbe sopravvivere alle conseguenze catastrofiche di un attacco nucleare. Anche le città che non sono obiettivo diretto di un eventuale attacco soffrirebbero conseguenze economiche, sociali e sanitarie ben maggiori delle conseguenze dell'11 settembre. Un qualsiasi uso di armi nucleari causerebbe una devastazione inimmaginabile, alla quale vanno aggiunti gli effetti globali derivanti dalla diffusione della radioattività che richiederebbero un volume enorme di aiuti e causerebbero un numero elevatissimo di profughi in fuga dalle regioni contaminate.
L'unica maniera per prevenire l'uso di armi nucleari è quella di eliminare tutte le armi nucleari come previsto dall'articolo VI del Trattato di Non Proliferazione (NPT) e dal parere consultivo della Corte Internazionale di Giustizia emanato nel 1996, che sancisce l’illegalità della minaccia o dell'uso di armi nucleari. I Sindaci per la Pace (Mayors for Peace) hanno elaborato un programma per liberare il mondo dalla minaccia delle armi nucleari entro l’anno 2020.
Alla luce di queste considerazioni, i sottoscritti, Sindaci e Parlamentari, chiedono con forza che inizino al più presto negoziati internazionali che portino all'abolizione totale ed all'eliminazione di ogni tipo di arma nucleare ed al controllo internazionale del commercio e produzione di materiale nucleare, al fine di prevenire la produzione illegale di bombe atomiche.
Se un piccolo numero di Stati continuerà ad impedire l’avvio di tali negoziati in seno alla Conferenza sul Disarmo e alla Conferenza di Revisione dell’NPT, sarà necessario incoraggiare i Governi a trovare un percorso alternativo per arrivare finalmente al disarmo nucleare, esattamente come fu fatto per la Convenzione per la messa al bando delle mine.
La stragrande maggioranza delle cittadine e dei cittadini nelle nostre città, nei nostri Paesi e in tutto il mondo sono favorevoli alla messa al bando e all’eliminazione di queste armi di distruzione di massa. Su di noi, Sindaci e Legislatori, incombe la responsabilità di utilizzare al massimo la nostra autorità per garantire che questo obiettivo sia raggiunto.
18 ottobre 2005
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