SICUREZZA E DIFESA
Dopo l'attentato a Sharm El Sheik
Terrorismo. Bedin: "Tutti uniti contro barbarie"
Dichiarazione in Senato del capogruppo Margherita in Commissione Difesa

"Il Governo venga a riferire al Senato le sue conoscenze e le sue intenzioni, dopo l'ultima tragedia di Sharm El Sheik. Le dichiarazioni del Ministro dell'interno sono da noi condivise nella sostanza, oltre che nella forma e nei toni; occorrerà capire quanto il Governo nel suo insieme si riconosca nelle parole del ministro Pisanu". Lo ha affermato il senatore della Margherita, Tino Bedin, capogruppo in commissione difesa, intervenendo nel dibattito sulla partecipazione italiana alle missioni internazionali. Dopo aver espresso il cordoglio del Gruppo della Margherita e di ciascun senatore a tutte le vittime della tragedia di Sharm El Sheik, Bedin ha dichiarato: "Il mondo occidentale e il mondo intero possono uscire dalla nuova barbarie se accettano la logica che la barbarie non si vince con la guerra. L'Europa ha costruito la sua pace, la sua democrazia, il suo sviluppo negli ultimi sessant'anni proprio quando ha smesso di utilizzare la guerra. Così come l'Europa ha superato la sua barbarie attraverso la democrazia e la pace, così come l'Italia ha saputo superare gli anni bui del terrorismo interno senza ricorrere a strumenti di lotta eccessivi, così noi, attingendo alla nostra storia, possiamo aiutare tutto il mondo a superare questa barbarie. Per aiutare il mondo dobbiamo far sì che esso sia unito".
"Nella intenzione dei nuovi barbari - ha aggiunto Bedin - il mondo è oggi unito dalla paura; con la nostra storia, con la nostra esperienza dobbiamo fare in modo che l'unità si realizzi nella speranza. Ci sono scelte che collidono con questa unità, rendendola difficile. Mi riferisco in particolare alla scelta della guerra in Iraq, alla sua origine, al modo con cui è stata realizzata, attraverso cioè una coalizione di volenterosi e non attraverso la decisione di organismi, a volte deboli ma necessari, quali le Nazioni Unite o l'Alleanza Atlantica, nei quali il confronto viene prima e la decisione di intervento ha sempre caratteristiche di giustizia e di interposizione".
"L'Italia ha un ruolo, come Parlamento e Governo, ed è quello di credere in questa missione e, quindi, di considerare di più la sua presenza in termini di cooperazione allo sviluppo, di più in termini di condivisione di risorse finanziarie. Quelli destinati a far crescere la speranza nel mondo sono soldi spesi bene. Il secondo ruolo che l'Italia deve continuare ad assumere è quello che svolgono i nostri militari: essi sono apprezzati nel mondo per la loro capacità di capire le persone e per la loro umanità. Non sono doti che nascono dal caso e neppure solo dal carattere italico. Sono - ha concluso Bedin - doti che hanno fondamento nella nostra Costituzione, nell'educazione al rispetto della libertà, nell'articolo 11 della Costituzione che ha abolito la guerra dal nostro vocabolario".

25 luglio 2005


29 luglio 2005
sd-141
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Tino Bedin